Adriana Lecouvreur, capolavoro assoluto di
Francesco Cilea, conclude la
Stagione Lirica 2008-2009 del Teatro Regio di Torino con il fortunato
allestimento del giugno 2003 del Teatro San Carlo di Napoli, con un cast di
primaria eccezione capitanato da
Micaela Carosi nei panni della protagonista.
"Io son l'umile ancella" è l'ideale presentazione di un personaggio raffinato,
delicato e al tempo stesso intenso e deciso. L'eleganza e la finezza sono
parimenti rese nei successivi duetti con Michonnet e Maurizio, mentre la forza e
il vigore di Adriana abbagliano totalmente il pubblico per tutto il secondo
atto, accompagnato da scroscianti applausi.
La romanza finale "Poveri fiori" non
potrebbe essere meglio interpretata, con dei pianissimi commoventi e una
fortissima carica emotiva espressa da una voce tanto precisa quanto toccante.
Marcelo Alvarez interpreta un lirico Conte di Sassonia, generoso nel canto e con
lo squillo che da sempre lo contraddistingue, saldo negli acuti e con un buon
controllo del fiato, che gli permette di emettere delle straordinarie mezze
voci.
Il tenore riscuote clamorosi consensi del pubblico soprattutto al termine
dell'aria "L'anima ho stanca" nel duetto con la Principessa, mentre meno
apprezzata, forse perché soltanto meno conosciuta, è la successiva "Il russo Mencikoff".
Marianne Cornetti apre il secondo atto con tutto l'impeto, la forza e la
drammaticità richieste dall'interpretazione del suo personaggio e veste i panni
di una Madame de Bouillon solo in parte innamorata e indifesa, ma soprattutto
austera e particolarmente conscia del suo potere, anche se non le permette
comunque di ottenere i favori di Maurizio. "Acerba voluttà" è cantata
magnificamente e altrettanto intenso è il duetto conclusivo dell'atto con
Adriana.
Alfonso Antoniozzi conclude la rosa dei protagonisti lasciando il segno con un
Michonnet particolarmente commovente. "Ecco il monologo" è reso superbamente ed
è accolto con lunghi applausi.
Completano il cast Simone Del Savio, Luca Casalin,
Antonella De Chiara, Patrizia Porzio, Carlo Bosi, Diego Matamoros e
Giuseppe
Milano.
La direzione di Renato Palumbo è ordinata e precisa, ma a tratti copre le voci
dei cantanti, mentre la coreografia di Michele Merola non è particolarmente
interessante.
L'allestimento firmato da Lorenzo Mariani, con i bellissimi
costumi di Luisa Spinatelli e le scene eleganti di Nicola Rubertelli, è ancora
attuale, con il giusto equilibrio tra modernità e tradizione, anche se il
disegno luci di Claudio Schmid non è particolarmente espressivo e la scena
finale lascia morire Adriana da sola, al centro del palcoscenico, con Maurizio e
Michonnet lontani e apparentemente incuranti della sorte dell'amata,
contrariamente a quanto espresso dalle loro parole e dalle note del libretto.
Buona la prova del Coro diretto da Claudio Fenoglio.