Il Teatro Regio di Parma conclude con grande successo la Stagione Lirica
2009, proponendo Tosca nell'allestimento firmato da Joseph Franconi Lee, da
un'idea di Alberto Fassini, per il Teatro Comunale di Bologna. Le scene grigio
cupo di William Orlandi, tecnicamente utili all'economia dell'opera, sono
particolarmente adatte alle luci suggestive di Guido Levi e richiamano con
naturalezza i luoghi di Roma in cui è ambientata la vicenda, regalando qualche
tocco di modernità e contemporaneamente mantenendo la tradizione, che si denota
anche nella scelta dei costumi. La regia è particolarmente accurata, rispettosa
delle note del libretto e attenta ai passaggi musicali.
Massimo Zanetti, sul podio dell'Orchestra del Teatro Regio di Parma, dirige con
precisione i bravi musicisti, ma è spesso troppo concentrato su ciò che accade
in buca, mancando talvolta di contatto con il palcoscenico.
La bella voce scura di Alessandro Spina apre lo spettacolo, subito seguito da
Matteo Peirone che si esibisce in un buon Angelus.
Mario Cavaradossi è Salvatore Licitra, che nella recita di martedì 14 aprile
sostituisce l'indisposto Marcelo Alvarez. Il tenore svizzero torna a Parma,
città dove ha studiato e debuttato nel ruolo di Riccardo in Un ballo in
maschera, dopo un decennio di assenza e fin dall'inizio dell'opera dimostra di
meritare il successo internazionale che ha scandito la sua carriera in questi
anni. In "Recondita armonia" e nel successivo duetto con la protagonista esprime
il suo lirismo e la sua sicurezza, sia nel registro grave che in quello acuto,
ma ancora non scopre tutte le sue carte. È nella scena con Angelotti e nel
secondo atto che lascia udire il suo squillo intenso, prima in "La vita mi
costasse, vi salverò!" e poi in "Vittoria! Vittoria!", mentre in terzo atto sono
emozionanti la delicatezza dei suoi piani e delle mezze voci e concede il bis di
"E lucevan le stelle".
Micaela Carosi, debuttante sul palcoscenico parmigiano, è una Tosca commovente
fin da "Dio mi perdona… Egli vede ch'io piango" la cui presenza scenica, unita
ad una buona interpretazione e alla sua voce di lirico spinto dal bel timbro,
conduce ad un'intensità veramente toccante in tutto il secondo atto. "Vissi
d'arte" è cantato superbamente, con dei pianissimi ben controllati e i lunghi
applausi e le acclamazioni del pubblico non accennano a fermarsi finché non
viene concesso il bis.
Il barone Scarpia è interpretato da Marco Vratogna, che si presenta con una
buona emissione ed un'altrettanto piacevole linea di canto, seppur con un
personaggio forse poco elegante.
Completano il cast Mauro Buffoli e Gabriele Bolletta.
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