ERNANI AL MUNICIPALE DI PIACENZA
La Stagione Lirica 2008-2009 del Teatro Municipale di Piacenza
prosegue con un nuovo allestimento di Ernani, quinta opera del giovane
Verdi, in coproduzione con Teatro Comunale di Modena e Teatro Alighieri di
Ravenna.
La prima rappresentazione del 25 marzo, è costellata di importanti
debutti ed interessanti riprese, ma soprattutto è cornice di alti e bassi
nell'esecuzione dell'opera. I divi della serata sono certamente Amarilli
Nizza e Luca Salsi, entrambi a confronto con il ruolo per la prima
volta.
Il soprano milanese è assolutamente strepitosa e si conferma nuovamente una
delle migliori interpreti verdiane attualmente in carriera nel panorama lirico
internazionale. Il ruolo di Elvira è decisamente arduo, nella
storia del teatro sappiamo aver messo in difficoltà molte primedonne, ma
Amarilli Nizza sa risolverlo con la sua tecnica ben salda, riuscendo
perfettamente sia nelle parti liriche, sia in quelle drammatiche, oltreché nelle
agilità. In “Tutto sprezzo che d'Ernani” non esita nemmeno nel da capo –
al contrario dei colleghi che eseguono la cabaletta una volta soltanto – e la
arricchisce con alcune variazioni degne di attenzione. Non si risparmia neppure
nei numerosi concertati, facendo udire la sua voce con estrema chiarezza, anche
nelle note più gravi. È precisa nel canto e toccante nell'interpretazione,
lasciando intravedere una certa ricerca psicologica del personaggio, mai vittima
passiva, ma sempre protagonista assoluta, tanto salda in “Ah no, non sia”
nell'atto di convincere Carlo al perdono, quanto decisa in “La morte che
t'aspetta, o vecchio, affretterò” con il pugnale in mano puntato contro il
petto del parente, ed infine commovente in “Figlia d'un Silva io sono”
durante lo straordinario terzetto finale.
Il giovane baritono parmigiano, nei panni di Don Carlo, dimostra
di avere la vocalità e le qualità per affrontare al meglio i ruoli verdiani più
lirici e regali, con intensità ed espressività, tanto che il suo bel fraseggio
ci ricorda alcuni dei più grandi interpreti del passato. La sua voce è dotata di
un bel colore e la sua tecnica gli permette di arricchire l'esecuzione con piani
e pianissimi molto efficaci. È eccezionale nella difficile – ed acuta – aria “Lo
vedremo veglio audace” tanto da strappare lunghi applausi ad un pubblico che,
fino alla fine, si è dimostrato particolarmente freddo.
Purtroppo non ha altrettanto successo il debutto di Renzo Zulian in
Ernani, sempre dotato di bella voce e bel colore, ma poco sicuro per
tutta la durata dell'opera. Fuori intonazione all'inizio, si riprende
successivamente, ma risulta chiaramente non un'incertezza tecnica, vocale, o
un'indisposizione, ma un problema di parte, tanto che in certi momenti lo
sentiamo sbagliare le parole del libretto o farfugliare qualcosa di
incomprensibile. Sicuramente in futuro, con uno studio più accurato del ruolo,
saprà dare il meglio di sé e creare un ottimo personaggio.
Infine il basso Giacomo Prestia, nel ruolo di Silva, ha una
voce particolarmente possente, un'ottima emissione vocale sia nelle note più
gravi che negli acuti, e una buona resa del personaggio.
Completano il cast Enzo Peroni, Maria Cioppi e Romano Franci.
La direzione di Giampaolo Bisanti, alla guida dell'Orchestra
Regionale dell'Emilia-Romagna, non è delle migliori, spesso lenta e
discontinua.
L'allestimento firmato da Massimo Gasperon è invece molto bello ed
elegante, rispettoso della vicenda e del libretto, utile all'economia
dell'opera, arricchito da costumi incantevoli alla vista, ma palesemente
pesanti, che devono aver certamente messo in difficoltà gli interpreti
gravemente vestiti. Sfortunatamente il regista veneziano è impegnato più
nell'effetto visivo che nella resa drammaturgia: le scenografie magicamente
evocative si impreziosiscono con ingressi, uscite e posizioni in scena dei
personaggi e del coro studiate con sapienza, ma si nota chiaramente la mancanza
di un'impostazione interpretativa degli attori.
Le luci di Fiammetta Baldisseri completano felicemente la resa dello
spettacolo e perdoniamo un errore tecnico accaduto durante la scena della
congiura.
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