LA TRAVIATA AL FILARMONICO DI VERONA
Dopo alcuni anni di pausa dal complesso ruolo verdiano, Silvia Dalla
Benetta torna ad interpretare Violetta al Teatro
Filarmonico di Verona, affrontandolo con successo in seguito al
cambiamento di repertorio che l'ha vista protagonista ne "Il corsaro" e ne "I
Lombardi alla prima crociata".
Nella recita del 26 marzo il soprano vicentino è lungamente applaudita
dal pubblico, toccato e commosso dalle sue doti interpretative, sia
drammaturgiche che vocali, soprattutto nel terzo atto. La buona tecnica di
Silvia Dalla Benetta le permette di eseguire alla perfezione tutti i piani e i
filati richiesti dalla partitura, particolarmente efficaci in diversi punti del
melodramma, come nella prima aria “Ah, fors'è lui”, nel duetto con
Germont “Dite alla giovine”, nel concertato di secondo atto “Alfredo,
Alfredo, di questo core” e in tutto il finale, soprattutto in “Addio, del
passato”, dove purtroppo ne viene eseguita una sola strofa. Sfortunatamente
la sordità del teatro non ci permette di cogliere appieno certe finezze in punti
particolarmente ricchi di accompagnamento orchestrale, che invece avrebbero reso
il personaggio ancora più interessante. Altrettanto sicuri sono i virtuosismi e
gli acuti nel primo atto.
Gianluca Terranova è un Alfredo non troppo impetuoso,
giustamente spogliato dei tradizionali eccessi adolescenziali, allo stesso tempo
non appesantito dalle moralità degli eroi romantici. La voce è chiara, ma non
leggera, morbida ed elegante e l'esecuzione è particolarmente notevole,
soprattutto nell'aria “De' miei bollenti spiriti”.
Simone Piazzola, giovane baritono recentemente finalista al Concorso
Internazionale Voci Verdiane di Busseto, esegue molto bene tutta l'opera –
con l'unico neo in alcune note gravi – e merita tutti gli applausi a lui rivolti
dal pubblico, ma manca ancora di certe doti interpretative e di fraseggio che
acquisirà col tempo e la maturità.
La cerchia dei comprimari si completa tra alti e bassi, con Silvia Pasini,
Stefanna Kybalova, David Sotgiu, Dario Giorgelè, Stefano Rinaldi Miliani,
Gianluca Breda, Renato Cazzaniga, Maurizio Magnini, Nicolò Rigano.
Sicura e di effetto è la direzione di Gianluca Martinenghi, sul podio
dell'Orchestra dell'Arena di Verona, l'allestimento rigoroso del
Teatro La Fenice di Venezia e i costumi di Shizuko Omachi sono funzionali
alla vicenda, mentre la regia di Giancarlo Sepe non è delle migliori. È
giustamente essenziale, in modo da lasciare spazio alla musica e agli
interpreti, ma spesso è vuota, più che risaltare i gesti sembra priva di
movimento e le note di regia pubblicate nel libretto appaiono più una
giustificazione che un'illustrazione del lavoro di messa in scena.
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