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» Recensione opera La Traviata di Giuseppe Verdi al Filarmonico di Verona

William Fratti, 07/04/2009

In breve:
Continua con "La traviata" la stagione lirica del Teatro Filarmonico di Verona.


LA TRAVIATA AL FILARMONICO DI VERONA

Dopo alcuni anni di pausa dal complesso ruolo verdiano, Silvia Dalla Benetta torna ad interpretare Violetta al Teatro Filarmonico di Verona, affrontandolo con successo in seguito al cambiamento di repertorio che l'ha vista protagonista ne "Il corsaro" e ne "I Lombardi alla prima crociata".


Nella recita del 26 marzo il soprano vicentino è lungamente applaudita dal pubblico, toccato e commosso dalle sue doti interpretative, sia drammaturgiche che vocali, soprattutto nel terzo atto. La buona tecnica di Silvia Dalla Benetta le permette di eseguire alla perfezione tutti i piani e i filati richiesti dalla partitura, particolarmente efficaci in diversi punti del melodramma, come nella prima aria “Ah, fors'è lui”, nel duetto con Germont Dite alla giovine”, nel concertato di secondo atto “Alfredo, Alfredo, di questo core” e in tutto il finale, soprattutto in “Addio, del passato”, dove purtroppo ne viene eseguita una sola strofa. Sfortunatamente la sordità del teatro non ci permette di cogliere appieno certe finezze in punti particolarmente ricchi di accompagnamento orchestrale, che invece avrebbero reso il personaggio ancora più interessante. Altrettanto sicuri sono i virtuosismi e gli acuti nel primo atto.


Gianluca Terranova è un Alfredo non troppo impetuoso, giustamente spogliato dei tradizionali eccessi adolescenziali, allo stesso tempo non appesantito dalle moralità degli eroi romantici. La voce è chiara, ma non leggera, morbida ed elegante e l'esecuzione è particolarmente notevole, soprattutto nell'aria “De' miei bollenti spiriti”.


Simone Piazzola, giovane baritono recentemente finalista al Concorso Internazionale Voci Verdiane di Busseto, esegue molto bene tutta l'opera – con l'unico neo in alcune note gravi – e merita tutti gli applausi a lui rivolti dal pubblico, ma manca ancora di certe doti interpretative e di fraseggio che acquisirà col tempo e la maturità.


La cerchia dei comprimari si completa tra alti e bassi, con Silvia Pasini, Stefanna Kybalova, David Sotgiu, Dario Giorgelè, Stefano Rinaldi Miliani, Gianluca Breda, Renato Cazzaniga, Maurizio Magnini, Nicolò Rigano.


Sicura e di effetto è la direzione di Gianluca Martinenghi, sul podio dell'Orchestra dell'Arena di Verona, l'allestimento rigoroso del Teatro La Fenice di Venezia e i costumi di Shizuko Omachi sono funzionali alla vicenda, mentre la regia di Giancarlo Sepe non è delle migliori. È giustamente essenziale, in modo da lasciare spazio alla musica e agli interpreti, ma spesso è vuota, più che risaltare i gesti sembra priva di movimento e le note di regia pubblicate nel libretto appaiono più una giustificazione che un'illustrazione del lavoro di messa in scena.
 

 
 
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