Dopo i successi riscossi al
Teatro Valli di Reggio Emilia nel 2008 e al Hessisches Staatstheater di Wiesbaden lo scorso maggio, il
Festival Verdi 2009 prosegue con l'allestimento di Nabucco firmato da
Daniele Abbado, con scene e costumi di Luigi Perego, prodotto per il
Teatro Regio di Torino nel 1997 e riproposto al Teatro delle Muse di Ancona nel 2007.
Non è possibile aggiungere alcunché riguardo la messinscena, se non che la ripresa della regia da parte di
Caroline Lang è attenta al disegno originale dell'artista milanese.
I protagonisti della recita di domenica 18 ottobre sono meritevoli dei lunghi e scroscianti applausi del numeroso pubblico intervenuto, primo fra tutti
Giovanni Meoni nel ruolo di titolo.
Il baritono si lascia andare al fraseggio e alle pagine più liriche della partitura e il risultato ottenuto è dei migliori, soprattutto in “Dio di Giuda!”. Meno incisive, ma comunque degne di nota, sono le pagine più squillanti nel finale del primo atto e nella cabaletta.
Dimitra Theodossiou è una Abigaille completa e il suo carattere drammatico ha un accento più belcantista piuttosto che verista, giustamente appropriato a tutto il repertorio del giovane Verdi. È intensa ed aggressiva nei recitativi, delicatissima ed elegante nei cantabili, tanto che esegue tutta l'aria “Anch'io dischiuso un giorno” in piano e pianissimo, con dei filati naturali addirittura commoventi e alle parole “Piangeva all'altrui pianto” sembra davvero versare sincere lacrime. La cabaletta è ricca di interessanti virtuosismi, ma gli acuti non sembrano perfettamente puliti. “Su me… morente… esanime” alla conclusione dell'opera conferma la raffinatezza del soprano greco.
Riccardo Zanellato è uno Zaccaria possente, ben saldo nel registro grave e con i giusti appoggi nelle note più acute. La preghiera “Tu sul labbro de' veggenti”, più cantabile rispetto alle altre arie riservate al personaggio, è particolarmente toccante ed è la pagina che sortisce il miglior effetto.
Anna Maria Chiuri veste i panni di Fenena ed è più che corretta nel canto e nell'interpretazione. In “Oh, dischiuso è il firmamento!” mette in mostra la bellezza dei suoi piani, mentre il passaggio al registro grave non sembra essere dei più agevoli.
Bruno Ribeiro, nel ruolo di Ismaele, non si distingue particolarmente nella prima parte dell'opera, pur esibendo un colore morbido e vellutato. Ma nel procedere della vicenda il tenore portoghese riesce a convincere pienamente, soprattutto sul piano vocale, con uno squillo chiaro e potente ed una linea di canto uniforme, che privilegia sempre la qualità del suono.
Alessandro Spina si distingue nel ruolo del Gran Sacerdote di Belo. Completano il cast
Mauro Buffoli e Cristina Giannelli.
Michele Mariotti, alla guida dell'Orchesta del Teatro Regio di Parma, è molto preciso e attento, tanto agli strumentisti in buca, quanto ai cantanti sul palcoscenico e riesce ad ottenere da tutti dei bellissimi colori, intensificando i chiaroscuri, e dei passaggi molto eleganti e puliti, eliminando completamente ogni richiamo bandistico di cui è intrisa la partitura.
Il quartetto “S'appressan gl'istanti” è particolarmente interessante, in una visione in cui le parole sono pronunciate in pianissimo, poiché dettate dalla paura. La prova del
Coro del Teatro Regio, guidato da Martino Faggiani, è eccellente.
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