La rassegna dei concerti al Teatro di Busseto in occasione del
Festival Verdi 2009 si è aperta il 7 ottobre con un Recital del
soprano Amarilli Nizza e del baritono Roberto Frontali, alla vigilia della
loro partecipazione nei ruoli protagonisti di Simon Boccanegra al Teatro
Massimo di Palermo.
Al loro ingresso in palcoscenico i due artisti sono stati accolti con un
caloroso applauso e il signor Frontali si è scusato con il pubblico, annunciando
di essere stato vittima di un forte abbassamento di voce, ma rendendosi
disponibile all'esecuzione del programma nel limite ammesso dalla propria
salute. La signora Nizza ha conquistato immediatamente il pubblico indossando un
abito verde, forse in onore del compositore bussetano, come fecero le donne
presenti in teatro nella serata inaugurale del 15 agosto 1868.
Accompagnati al pianoforte dall'esperta e precisa Mzia Bachtouridze, i
due artisti hanno aperto la serata con il primo duetto tratto dall'opera
titolata al doge genovese “Dinne, perché in quest'eremo”, dove il soprano
milanese ha subito mostrato grandi qualità nella tecnica del passaggio. Il
baritono si è poi cimentato in una pagina tratta da Rigoletto, rivelando
un fraseggio intenso e la resa di “Pari siamo” è stata eccellente,
nonostante l'evidente problema di salute.
Dopo è stata la volta di “Morrò, ma prima in grazia” da Un ballo in
maschera: nella romanza la signora Nizza è stata decisamente toccante
ed ha eseguito con finitezza i pianissimi richiesti dalla partitura. Infine, nel
duetto “La tomba è un letto sparso di fiori… Andrem raminghi e poveri”
dal terzo atto di Luisa Miller, il signor Frontali ha dato grande prova
della propria professionalità, riuscendo a non compromettere la buona riuscita
delle splendide pagine del melodramma verdiano, sicuramente grazie ad
eccezionali doti tecniche, malgrado l'abbassamento di voce si sia manifestato in
maniera particolarmente palese.
La seconda parte del Recital si è aperta con una esecuzione esemplare del
lungo duetto tra Violetta e Germont ne La traviata, dove un
commovente fraseggio e un abile utilizzo dei chiaroscuri hanno permesso ai due
interpreti di affascinare la platea. Se Roberto Frontali sembrava incarnare il
padre di Alfredo, Amarilli Nizza ha sfoggiato una linea di canto
perfettamente pulita, con acuti ben saldi e gravi altrettanto robusti, sapendo
poi cantare “Dite alla giovine” in maniera delicatissima, grazie
soprattutto ad un'importante tecnica della respirazione. Successivamente si è
assistito ad un inaspettato, quanto piacevolmente gradito, “Là ci darem la
mano” da Don Giovanni di Mozart ed infine, dopo grande richiesta del
pubblico e una forte concessione del baritono romano, ormai particolarmente
stanco e provato, “Mira di acerbe lagrime” dal quarto atto de Il
trovatore, con cui i due interpreti hanno eccellentemente concluso la
serata. |