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Il risveglio

guglielmo novalis, 27/08/2013

In breve:
Il giovane Verdi è caduto dentro il fosso, viene salvato da una contadina, che dopo però sembra sparire nel nulla. L'argine ha ceduto proprio mentre stava riflettendo di abbandonare la musica... Pura casualità?


Gli parve che ogni osso del suo corpo fosse sul punto di sgretolarsi, mentre la testa gli doleva in maniera massacrante,  come se i suoni che stava percependo venissero da miglia lontane. Aprì gli occhi lentamente. All'inizio vide una macchia sfuocata rosea e tutt'intorno tappezzeria celestina, poi, estremamente piano, aguzzò gli occhi e riconobbe il volto corrucciato e preoccupato di Margherita, la figlia di Barezzi, che lo stava chiamando con voce soave. Gli occhioni verdognoli di Margherita gli parvero davvero un cielo estivo.

-Giuseppe come stai?- Chiese lei sedendosi al bordo del letto.

-Che è successo?-

-Sei caduto in un qualche fosso ieri sera nel ritorno da casa tua.-

-Oh- fece lui rammentando la sensazione dell'acqua gelida e la nerboruta contadina.

-Come stai?-

-Mi sento tutto rotto.-

-Mi pare logico, ti sarai fatto poi chissà quanta strada al freddo tutto bagnato, mio padre appena ti abbiamo raccolto sull'uscio di casa ha chiamato il medico.-

-Aspetta! Una donna mi ha salvato- esclamò lui ancora tramortito da quella sensazione di sfinimento.

-Un donna?- Fece la ragazza strabuzzando gli occhi.

-Si, mi deve aver portato lei qui.-

-No Giuseppe ci sei arrivato da solo.-

-No ti dico, mi ci ha portato lei, era un donnone enorme, più grande di me.-

La ragazzina sospirò profondamente. - Mah si vede che l'acqua fredda fa quest'effetto. Ci hanno bussato alla porta, stavamo cenando, e quando papà ha aperto tu eri svenuto davanti all'uscio di casa, da solo.-

-Impossibile!- Giuseppe stava sentendo tutte le forze tornargli.

-Impossibile!- Lo imbeccò Margherita che in quanto a carattere non temeva nessuno nella sua famiglia – pensi che io mi sogni?-

-No, certo che no...- Fece Giuseppe retrocedendo subito davanti alla fermezza di Margherita, che aveva appena un anno meno di lui, ma che aveva negli occhi la veemenza del Provesi quando si arrabbiava.

-E sentiamo- fece con la voce grondante di stizza Margherita, incrociando le braccia davanti al petto e aguzzando quei suoi occhietti color smeraldo dalle ciglia lunghissime – questa donna, secondo il tuo modesto parere, perché non avrebbe voluto nemmeno una ricompensa per questo suo eroico gesto?-

-Ma che ne so?-

-Non lo sai perché eri svenuto e ti sei sognato.-

-Mah! Che sia così...- Sbuffò alla fine perplesso rivolgendo lo sguardo alla finestra che dava sul cortile.

Ad un tratto irruppe dalla porta il signor Antonio, col volto preoccupatissimo e la carnagione pallida.

-Peppino come stai?- Fece avvicinandosi al letto.

-Bene, bene.-

-Oh, gran Dio! Che spavento che ci hai fatto prendere.-

-Me lo sono preso pure io.-

-Dove sei cascato?-

-Penso nell'argine, vicino alla cascina degli Accarini.-

-Ma è lontana.- Constatò Barezzi sgranando gli occhi figurandosi il suo pupillo percorrersi tutta quella strada bagnato fradicio.

-Una donna mi ha portato qui, io ricordo che mi ha salvato una donna.-

-Pfu!- Sospirò Margherita assumendo una posa morbida sopra la seggiola foderata di velluto verde.

-Una donna?- Esclamò Barezzi stupito.

-Papà è ovvio che Peppino ha battuto la testa da qualche parte- commentò lei con ilarità.

-Non ho battuto la testa da nessuna parte!- Ribatté Giuseppe con impeto. Maledizione quella ragazzina faceva sempre così la superiore.

-Ma Peppino eri svenuto, ma eri solo sull'uscio!- Barezzi adoperava quel diminutivo affettuoso da quando Giuseppe era venuto a vivere lì con loro, si era affezionato al ragazzo come se fosse stato suo; la sera prima quando se l'era visto moribondo tutto fradicio lì di fronte si era spaventato a morte.

 -Io sono stato portato qui da una donna signor Antonio...-

-Secondo me invece il freddo dell'acqua del fosso ti ha fatto sragionare- lo imbeccò di nuovo Margherita divertendosi molto a prenderlo in giro. Giuseppe sbuffò e le ficcò i suoi due occhi da predatore addosso: -non riesci a farmi perdere la pazienza Margherita.-

-Su, su ragazzi- li rabbonì Barezzi – Margherita tesoro andresti di là a dire a Teresa di portare del brodo caldo per Giuseppe?-

Barezzi era esemplare nel saper trattare con le sue donne, Giuseppe aveva da sempre notato i bei modi del signor Antonio. Non si arrabbiava mai, non alzava mai il tono della sua voce, e aveva sempre quello sguardo avvolgente che faceva in modo che qualsiasi interlocutore rimanesse sempre accondiscendente nei suoi confronti.

-Va bene papà- Margherita non gli sembrò però accondiscendente o rabbonita. Si alzò dalla sedia rimodellandosi la gonna celestina che aveva fatto delle pieghe e si tirò indietro una ciocca di capelli corvini. Giuseppe parve in quel momento, nonostante la seccatura che la ragazza gli aveva procurato fino a quel momento, accorgersi del bel figurino della figlia di Barezzi. Era divenuta alta, e ormai aveva già i seni visibili sotto il busto e la camiciola. E non erano piccoli. Anche la moglie di Barezzi era una gran bella donna, e Margherita sembrava assomigliarle.

-Peppino- Barezzi lo destò dall'intorpidimento che le sue riflessioni gli avevano procurato.

-Si?-

-Allora, prima di tutto manderemo Giovannino da Provesi a dirgli che stai bene, era a cena anche lui ieri sera da noi e quando ti ha visto mezzo morto gli è quasi preso un colpo.-

-Mi spiace- commentò lui.

-E' vecchio ormai il Provesi, senti te la senti per giovedì sera di dirigere la tua sinfonia?- Fece sedendosi dove prima era Margherita.

-Si, si! Figuriamoci, per un po' di freddo, ma giovedì sarò pronto- si affrettò a rispondere Giuseppe.

-Sai sarebbe un peccato che tu non fossi presente, un bel Barbiere di Siviglia con la tua sinfonia sarà apprezzato da tutti, e Provesi dice di tenerci molto a che tu ci sia dopo averlo aiutato così tanto con le prove.-

-Si, lo so.-

-Ecco poi vi è un'altra questione...- Cominciò con aria assorta fissando il cielo autunnale dalla finestra.

-Che cosa?- Chiese Giuseppe.

-A Soragna Frondoni ha rinunciato a far l'organista.-

-Rinunciato?-

-Si, ha rinunciato.-

Un silenzio plumbeo permeò la stanza.

-Volete che io provi a prendere il suo posto?-

-Ragazzo a sedici anni ti troveresti in una bella posizione, uno stipendio, e tanto altro...-

Giuseppe si appoggiò sui gomiti e aguzzò i suoi occhi.

-Che debbo fare?-

Barezzi sorrise. - Tu scrivi una bella lettera all'opera parrocchiale di Soragna, Provesi ti scriverà una bella lettera di presentazione in cui dice che sei allievo suo e al resto, poi, penserò io.-

 
 
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