» Recensione opere Cavalleria Rusticana e Pagliacci Teatro di VerduraGigi Scalici, 21/07/2009 | In breve: 07 Luglio 2009 - Successo per la ripresa dell'allestimento del 2007 con la regia di Lorenzo Mariani, del popolare dittico verista: Cavalleria Rusticana e Pagliacci, nella bella cornice del Teatro di Verdura di Villa Castelnuovo, sede estiva di tante rappresentazioni musicali classiche e moderne, talvolta anche del Teatro Massimo. | |
| Cavalleria Rusticana Di Pietro Mascagni e Pagliacci Di Ruggero Leoncavallo,
del Teatro Massimo di Palermo.
7 luglio 2009
La stessa rappresentazione del mese di aprile di due anni or sono – ad eccezione
della direzione d'orchestra affidata a Donato Renzetti e di buona parte
del cast di cantanti - con scene e costumi di Maurizio Balò, adattata a
scena aperta alle dimensioni del ridotto palcoscenico soprattutto per la
profondità e con il supporto dell'amplificazione sonora.
Due opere abbinate secondo una ben adeguata tradizione, in modo particolare per
alcuni aspetti che associano entrambe. Sono state, infatti, composte nello
stesso periodo di fine ottocento a distanza di soli due anni, dai due autori
appartenenti alla giovane scuola composta anche da Puccini e sono
altrettanto ricche di molte pagine melodiche, alternate ad altre di alta
drammaticità teatrale.
La prima, Cavalleria Rusticana, attrae più facilmente l'intero pubblico
siciliano, sia per l'origine letteraria dalla novella di Giovanni Verga sia per
la vicenda piuttosto verosimile e particolarmente popolare, anche se ovviamente
anacronistica.
Ridottissima nelle scene, ma intensa, carica, dal punto di vista folcloristico,
con costumi molto colorati, abbinati a quelli tradizionalmente neri: i colori
della festività pasquale in contrasto con la tragedia che avrà luogo.
Una Santuzza d'eccezione il mezzosoprano rumeno di fama internazionale
Ildiko Komlosi nel pieno della sua carriera artistica, tanto apprezzata
rivale nella Adriana Lecouvreur con Daniela Dessì dello scorso
aprile al Massimo. Interamente a proprio agio nella parte, ha risolto con
sicurezza e possente volume i momenti di alta drammaticità, alternando delicati
filati ed accurate mezze voci con la bellezza del suo timbro in un ruolo
complesso, spesso eseguito dai soprani lirici più spinti, per la particolare
estensione verso la tessitura acuta.
“Voi lo sapete oh mamma” è stata raffinata ed intensa esecuzione di
grande espressività.
Coppia perfetta con Zoran Todorovich nei panni dell'amato Turiddu.
Il tenore serbo anche noto in Italia e nell'ambito internazionale, ottimo
Lohengrin sempre a Palermo all'inizio dell'anno, ha risolto il ruolo con ottima
interpretazione scenica e vocale, sin dall'aria d'inizio dietro le quinte in
siciliano “Oh Lola ch'ai di latti la cammisa” ai drammatici accessi
duetti con Santuzza e sino alla famosa aria dell'Addio alla madre
che ha riscosso unanime consenso dal pubblico.
Un lirico-spinto tendente al drammatico, dal colore baritonale, che canta con
sicurezza di tenuta dei fiati in tutta l'estensione, che esegue acuti con piena
padronanza. Qualche volta meno brillante nella zona grave e centrale, ma nella
famosa aria finale dell'addio alla madre, prima del duello con compare Alfio,
è stato artista di grande rilievo.
Brillante e sensuale Sara ‘Npunga nella breve interpretazione di Lola,
giovane mezzosoprano di pregevoli qualità vocali ed interpretative, esperta nei
ruoli verdiani e raggiante Carmen. Altrettanto efficace in “Fior di giaggiolo”.
Pure dignitosa la Mamma Lucia di Maria José Trullu che faceva pure
parte del cast dell'edizione del 2007.
In definitiva è opportuno sottolineare che in quest'edizione nonostante gli
interpreti principali non fossero italiani , ad eccezione di Sara 'Npunga, si
sono ugualmente distinti per dizione e presenza scenica, adeguandosi ai non
semplici personaggi tipicamente siciliani d'altri tempi.
Molto credibile infatti pure il Compare Alfio del baritono messicano
Carlos Almaguer, già ascoltato nell'ottimo Amonasro dell'Aida palermitana di
Zeffirelli.
Esperto verdiano dal bel colore scuro ben impostato in maschera, dalla facile
estensione verso gli acuti ed ottimo interprete. Di rara chiarezza l'espressione
“Compare Turiddu, avete morso buono” nella sfida a duello con il
tradizionale morso all'orecchio (sembrava di ascoltare il grande Bruson).
Il noto ed elogiato artista - passato facilmente da uomo d'onore della mala
Pasqua alla festa di mezz'agosto, nelle vesti del goffo e difforme Tonio
- ha aperto i “Pagliacci” con il famoso appassionante prologo a scena
aperta, cavallo di battaglia dei grandi baritoni che si conclude con il Sol
acuto di “Andiam, incominciate” non previsto in partitura ma tollerato da
Leoncavallo, definito da Almaguer con trasporto e sicurezza di
accenti.
Dalla struttura musicale piuttosto diversa dalla Cavalleria Rusticana,
Pagliacci, meno carica di effetti popolari musicali e corali, è senz'altro più
raffinata, sostenuta da un evento storico più attuale, meno coinvolgente, ma
altrettanto molto drammatico.
Una messa in scena ricca di colori e di vivace dinamicità, da parte dei
ballerini giocolieri e dagli interpreti principali. In questo adattamento al
Teatro di Verdura, originale la trovata registica di far giungere in
palcoscenico gli artisti dall'alto della vasta platea percorrendo tutto il
corridoio principale, sotto le intense luci colorate dei riflettori che
illuminavano anche il pubblico.
La particolarità di questo spettacolo è stata l'affidamento del personaggio di
Canio-Pagliaccio al famoso tenore Giuseppe Giacomini, al culmine
della carriera, vocalmente appropriato al ruolo.
Con movenze da giullare gradevoli e simpatiche nella prima parte, si è poi
trasformato senza difficoltà in assassino accecato dal delirio. Con
un'interpretazione da esperto protagonista ha colmato alcune lacune vocali che
non potevano non emergere. La tenuta delle frasi non era infatti molto stabile a
causa degli ovvii problemi di diaframma, però “Vesti la giubba” è stata
interpretata con il vigore e la professionalità da tenore d'altri tempi cui il
pubblico ha espresso gratitudine con corale ovazione.
Simpatica e brillante Nedda-Colombina della giovane Susanna Branchini,
che nell'edizione del 2007 apparteneva al secondo cast. Soprano lirico-spinto
che calca le scene dall'inizio di questo decennio, ha già nel repertorio le
principali opere di Puccini, Verdi, Bizet.
Ottima Nedda per la facilità del fraseggio e la dovuta agilità e
coloritura nella ballata “Stridon lassù ”, si è proposta come briosa e
realistica Colombina.
Anche Fabio Previati -Silvio amante di Nedda, apparteneva
all'edizione precedente. E' un giovane baritono dalla buona linea di canto -
dalla corretta impostazione vocale e dalla sicura presenza nel cantabile e nel
duetto con Nedda - cui potrebbero esser affidati ruoli primari anche nei
maggiori teatri. Dignitoso il Beppe-Arlecchino del tenore leggero
Amedeo Moretti, pure nei Pagliacci di due anni fa.
Entrambe le opere dirette dall'acclamato Maestro concertatore Donato Renzetti,
sul podio del golfo mistico naturale del Teatro di Verdura. Ha alternato
raffinatezza sinfonica e ricchezza timbrica con preciso stacco dei tempi in
entrambi i capolavori, così colmi di pagine ricche di colori e di alta
drammaticità. Pregevoli entrambi le ouverture e gli intermezzi che sarebbero
stati sicuramente meglio apprezzati con la magnifica acustica del Massimo.
Direzione ed esecuzione del coro al gran completo – voci bianche comprese in
Pagliacci - superba, che ha arricchito i bellissimi concertati e che in entrambi
i due capolavori riveste una funzione fondamentale. Più che coinvolgente
ovviamente il popolare “Inneggiamo il Signor” della Cavalleria di cui è
esperto e raffinato interprete.
Un successo ripetuto e meritato di un'edizione del dittico – eseguito in tournee
in Giappone e prossimamente anche in Finlandia - indubbiamente ben realizzato in
tutto il complesso; forse un po' carico di particolari tradizionali in
Cavalleria rusticana come si diceva in premessa, ma che soddisfa pienamente il
grande pubblico anche nei teatri all'aperto, nonostante i necessari adattamenti
scenici ed acustici che possono penalizzare l'orchestra ed i cantanti.
Gigi Scalici | | | | |
| Dite la vostra...
|
| Esprimi un giudizio sul documento e visualizza i risultati |
Documenti CollegatiArticoli La letteratura operistica e la discografia sono ricche di recensioni e di album sui grandi soprani e sui grandi tenori, ma molto meno per quanto riguarda le estensioni vocali del registro medio-grave. In particolare parleremo dei Baritoni: Mario Basiola, Carlo Tagliabue, Gino Bechi e Tito Gobbi.
Gigi Scalici, 15/05/2009 14/06/2009 - "La scola degli amanti" non soddisfa pienamente, pur riconoscendo distinte qualità vocali ed interpretative delle due coppie del cast principale, nell'edizione del Massimo di Palermo, con ripresa dell'Allestimento della Israeli Opera di Tel Aviv e della Fondazione Arturo Toscanini.
Gigi Scalici, 18/06/2009 A fine febbraio è andata in scena al Teatro Massimo di Palermo la celeberrima Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea. Protagonista la ormai famosa coppia Dessì-Armiliato.
Gigi Scalici, 04/04/2009 Vola con successo il cigno di Lohengrin al Massimo di Palermo, capolavoro di Richard Wagner messo in scena con la regia di Hugo De Ana
Gigi Scalici, 15/02/2009 Recensione dell'opera Aida di Giuseppe Verdi eseguita il 30 novembre 2008 al Teatro Massimo di Palermo. «Ritorna vincitor» Franco Zeffirelli, con la sua Aida dopo una pluriennale assenza dal Teatro Massimo, definito dallo stesso Maestro in una recente intervista «culla della sua carriera».
Gigi Scalici, 06/01/2009
“Tra la gioia e l’esultar“
Sedatisi i “bollenti spiriti” delle agitazioni sindacali, dopo la pausa estiva, la programmazione riprende con assoluta regolarità.
Torna il belcanto con I puritani, dopo ben trentaquattro anni di assenza dal Teatro Massimo.
Un bell’allestimento – in coproduzione col Comunale di Bologna e col Lirico di Cagliari - piuttosto misurato, stilizzato ed elegante di Pier’Alli - esperto regista, scenografo e costumista di fama internazionale – che ha preferito questa messa in scena piuttosto che quella tradizionale, realizzata precedentemente in altri teatri.
Gigi Scalici, 31/10/2008 Gigi Scalici scrive la recensione dell'Opera MANON LESCAUT di Giacomo Puccini andata in scena al Teatro Massimo di Palermo il 15 giugno 2008
Gigi Scalici, 09/07/2008 Teatro Massimo di Palermo
Gaetano Donizetti
ANNA BOLENA
Recensione della rappresentazione del 13 aprile 2008
Gigi Scalici, 05/05/2008 Recensione dell'opera Mefistofele di Arrigo Boito eseguita nel Teatro Massimo di Palermo in gennaio 2008 a cura di Gigi Scalici.
Gigi Scalici, 11/02/2008
|
|
|
|