Ricordo di Maria Callas a trent'anni dalla scomparsa
a cura della redazione, 13/09/2007
In breve: La notte tra il 15 e il 16 settembre 1977 si spense la stella di Maria Callas, ma come il sole, nonostante siano trascorsi trent'anni, i suoi raggi artistici riscaldano ancora i cuori degli appassionati di lirica, ma non solo.
Dopo la morte è diventata un "mito", è stata definita "divina"... con molta semplicità desideriamo riproporre alle giovani generazioni il segreto della sua carriera da cantante: la determinazione e lo studio costante e disciplinato.
A 10 giorni dalla morte di Luciano Pavarotti ricorre il trentesimo
anniversario della scomparsa di Maria Callas, un'altra diva della lirica
a livello mondiale la cui fama, come quella di Pavarotti è nota a melomani e
non, sia per la sua arte, sia per le vicende mondane che l'hanno vista
protagonista.
Anche i detrattori più convinti che ne disprezzavano la voce (di un colore scuro
e non omogenea in tutta la sua elevata estensione) hanno riconosciuto l'influenza
dominante esercitata da Maria Callas nel repertorio operistico italiano e sullo
stile dell'interpretazione contemporanea grazie alle eccellenti doti
musicali di cui era dotata.
A tutti gli effetti Maria Callas ha imposto un modo di cantare che ha segnato
la storia della musica d'opera attraverso il ripristino di un'emissione
“preverista” che ristabilì un fraseggio di gusto ottocentesco eseguito con
morbidezza di suono, purezza di legato, continuità di cavata, effusione lirica,
ricco di gradazioni d'accento e di colori con l'obiettivo di dare
risalto alle parole di maggior impatto psicologico.
Riscoprì il virtuosismo cioè la capacità di dare espressione alla coloratura
attraverso “gli accenti nascosti”, tanto amati da Rossini, era sempre al
servizio degli stati d'animo del personaggio: “un trillo era in realtà un
sorriso – riportava il critico musicale Teodoro Celli - una scala cromatica un
brivido di terrore; mai semplice sfoggio di bravura, drammaticamente vano”.
Nata negli Stati Uniti da genitori di origine greca, Maria Callas, dotata di un
carattere estremamente determinato, iniziò a studiare canto fin da giovanissima.
Lo studio costante e disciplinato fu il fedele compagno di viaggio della sua
vita perché, da musicista qual era, era costantemente impegnata alla
ricerca dell'unione tra la parola e la musica. Per ogni ruolo che
interpretava aveva una voce particolare, nell'ambito di quel timbro cambiava
continuamente colore per esprimere il messaggio del compositore.
Oltre all'aspetto vocale, la Callas possedeva anche un'elevata caratura
drammatica capace di infiammare i cuori degli spettatori: una volta che
aveva stabilito la chiave del personaggio che doveva interpretare, lo sviluppava
con ogni possibile mezzo: la voce, il trucco, gli atteggiamenti scenici…
Per comprendere la sua elevata professionalità riportiamo di seguito alcune
frasi pronunciate da Maria Callas in alcune interviste rilasciate durante la sua
carriera.
“Esprimere tutto quello che si è trovato in uno spartito diventa una specie
di droga.
Se si riesce a trasmetterlo al pubblico, si ha una meravigliosa sensazione di
ebrezza che contagia tutti quelli che vi stanno intorno.
Tuttavia alla fine di una giornata o di una rappresentazione bisogna guardarsi
dentro e capire cos'è successo.
Bisogna dimenticarsi delle cose buone e cercare di scoprire come migliorare
quelle cattive.
Forse sono troppo severa, ma lo preferisco a sedermi sui miei allori.
È la fine della grande arte.
Ma c'è un pericolo nel cercare con troppa ostinazione di migliorarsi: si può
rovinare una bella cosa perdendo il controllo o esagerando.
Credo che l'opera sia l'arte più difficile.
Per riuscire, non bisogna essere solo un musicista di primo rango ma anche un
attore di primo rango.
Mi considero privilegiata perché ho potuto portare la verità dell'anima e della
mente, darla al pubblico, e vederla accettata.
Non tutti lo possono fare.
È uno dei più grandi poteri che si possono mettere al servizio di una delle arti
più grandi: la musica.”
Sono trascorsi trent'anni dalla sua scomparsa, ma la sua arte anche oggi è più
viva che mai, non solo grazie alle incisioni, ma arde ancora nei cuori di chi
ricorda con passione le sue interpretazioni dal vivo.
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