L'Amministrazione Comunale di Salsomaggiore Terme rinnova l'interesse
nell'opera lirica con un nuovo allestimento di Rigoletto, in scena
sabato 19 dicembre 2009 al Teatro Nuovo, affidata a Dimensione
Lirica di Venezia in collaborazione con Mutina Eventi di Modena ed il
Gruppo Promozione Musicale Tullio Marchetti di Fidenza.
L'intento della nuova Casa di Produzione veneta è quello di rispondere
alla crisi imperante nei teatri italiani attraverso messe in scena a costi
ridotti, grazie ad una profonda conoscenza della “macchina” teatrale in tutte le
sue componenti e vantando numerose collaborazioni di artisti e operatori del
settore.
Lo spettacolo è interamente firmato da Paolo Panizza, che dopo il
successo riscosso ne La traviata “Liberty” appositamente ideata
per la celebre città termale, per ricreare la corte mantovana si avvale di un
allestimento all'insegna della tradizione, tra manierismo e classicismo, tanto
nei ricchi e colorati costumi rinascimentali, quanto nell'imponente impianto
scenografico, avvalorato da un disegno luci particolarmente suggestivo. La
gestualità dei protagonisti ben curata e la corretta messa in scena di quanto
scritto nel libretto, hanno certamente contribuito alla buona riuscita
dell'opera.
Giuseppe Altomare sostituisce all'ultimo minuto l'indisposto
Roberto Servile, vestendo i panni di un Rigoletto carico di pathos,
commovente nei duetti con la figlia, toccante in “Cortigiani, vil razza
dannata” e nel finale “Dio tremendo! ella stessa fu colta”. La voce è
leggermente opaca, mancando dello squillo e dell'accento necessario ai ruoli
verdiani più spinti, ma i meritati applausi che lo accolgono sono a
dimostrazione delle sue innate capacità interpretative.
La vera stella della serata è Scilla Cristiano, soprano emergente nel
panorama lirico nazionale. Di scuola belcantista, mostra pienezza di suono e
rotondità nella voce, fino a sfoggiare una buona tecnica nei virtuosismi di “Caro
nome”. La linea di canto è sempre omogenea, delicata in “Tutte le feste
al tempio”, spezzata dal pianto in “V'ho ingannato, colpevole fui” e
la sala esplode in un'ovazione al suo ingresso, durante i saluti finali al
termine dell'opera.
Saverio Fiore, nei panni del Duca di Mantova, inizia l'opera in
sordina, per poi riprendersi in “È il sol dell'anima”, mostrando di
possedere la giusta vocalità per sostenere questo ruolo, ma la sua performance è
sempre sottotono, di cui forse è complice la tensione.
Dante Muro è uno Sparafucile dalla voce scura e ombrosa, ma non
profonda, corretto nei passaggi, musicale nei cantabili ed è un peccato che il
fa grave conclusivo del duetto con Rigoletto non sia sufficientemente
sostenuto. Il sicario è affiancato dalla Maddalena di Claudia Marchi,
che si dimostra essere un'interprete di alto livello. Il quartetto ed il
successivo duetto con il fratello sono interpretati molto bene, ma il timbro
poco brunito non l'aiuta a definire il personaggio.
Completano il cast Eugenio Leggiadri-Galliani, che si esibisce in un
saldo ed efficace Monterone, Fabrizio Da Ros, Gabriele
Colombari e Paolo Bergo, oltre ad Elisa Fortunati nei tre
ruoli ben eseguiti della Contessa di Ceprano, Giovanna e il
Paggio della Duchessa.
L'Orchestra Filarmonici Veneti, composta per l'occasione da alcune
delle spalle più importanti d'Italia, è guidata con precisione dalla bacchetta
di Francesco Ommassini, che si prodiga in una lettura accurata e lineare,
senza indugiare in inutili e stravaganti caratterizzazioni. Il coro, non ben
amalgamato, evidentemente formato da professionisti di buon livello, oltre che
da elementi meno adeguati, è diretto da Alessandro Mariani.