Leggendo un pensiero inviato da Carlo Bergonzi, con un nodo stretto in gola, Vittorio Testa apre la serata del 27 luglio, presentando il Progetto Verdi 2013 in collaborazione con Fondazione ATER Formazione – Scuola dell'Opera Italiana, che vede in Leo Nucci in docente principale e responsabile didattico del Corso di alto perfezionamento per Interpreti del canto e Maestri collaboratori con specializzazione nel repertorio verdiano.
La messa in scena teatrale di Leo Nucci, con il regista collaboratore Salvo Piro, i costumi di Alberto Spiazzi e il disegno luci di Claudio Schmid, è semplicissima: piante, fiori e arredamento da giardino sono la cornice unica della vicenda e ciò è totalmente efficace, a dimostrazione che se il melodramma racconta di sentimenti umani, ciò che è indispensabile sono soltanto il gesto e la parola.
Donato Renzetti dirige con gusto la brava Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, anche se difficilmente si riesce a esprimere un'opinione in merito alla qualità del suono e all'uso delle sfumature, poiché l'acustica non è delle migliori. Certamente l'effetto visivo è particolarmente emozionante, con la Rocca Pallavicino e il Monumento a Giuseppe Verdi alle spalle della scena, ma per approfittare appieno della naturale acustica della piazza, come del resto è stato fatto per decine di anni, il palcoscenico dovrebbe essere montato davanti a Casa Barezzi e con le opportune quinte in legno.
Giulia Della Peruta è una Luisa dal colore limpido, che pur non possedendo un particolare accento drammatico, sa interpretare il personaggio con buon fraseggio, eccellente uso della parola, omogeneità musicale su tutta la linea di canto, senza mai perdere di volume neppure nelle note più basse. La tecnica è notevole e lascia intravedere la stoffa di una solista di riguardo, cui si augura una prospera carriera.
Vincenzo Costanzo è un Rodolfo inizialmente molto emozionato, ma che dimostra immediatamente di saper cantare, anche se un po' meno generoso dei colleghi e con qualche nota non propriamente intonata. Purtroppo non è naturalmente dotato di squillo e il suo belcanto all'italiana, piacevolissimo nei cantabili, tende a opacizzarsi dopo il passaggio all'acuto e in effetti, durante i concertati, la sua voce non riesce a distinguersi.
Man Soo Kim è un Miller in possesso di accento e fraseggio tipicamente verdiani, con vocalità luminosa e brillante, ed è un vero peccato che nel recitativo l'intonazione sia precaria e che alcuni acuti siano un po' tirati al limite.
Gianluca Lentini purtroppo non possiede né l'autorevolezza interpretativa né lo spessore vocale adeguato per vestire i panni di Walter e la sua performance risulta un po' monotona, oltreché mostrare qualche pecca nell'intonazione e nelle note più gravi.
Il ruolo di Wurm è eseguito da Cristian Saitta, che sfoggia un'imponente presenza scenica propriamente sostenuta da una voce voluminosa, corposa e ben centrata, tanto nel recitativo quanto nel cantabile.
La Federica di Junhua Hao è ben misurata nel personaggio, forse troppo, e mostra una bella voce intensa e brunita, anche se eccessivamente pastosa nella pronuncia. Buona la resa delle note più estreme, sia basse, sia alte.
Completano il cast la brava Renata Campanella nel ruolo di Laura e Bruno Nogara nei panni del contadino. Buona la prova del Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati.
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