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Recensione dell'opera Italiana in Algeri presso il Teatro Ponchielli di Cremona

William Fratti, 04/12/2012

In breve:
Dopo il successo di Ernani approda a Cremona anche l'Italiana in Algeri di Rossini. Cast alterno e direzione musicale di Pasqualetti un poco monotona


Dopo il grande successo nella produzione di Ernani, il Teatro Ponchielli di Cremona prosegue la Stagione Lirica 2012 con la ripresa de L'Italiana in Algeri nello storico allestimento di Pier Luigi Pizzi. Creato per l'Opéra di Montecarlo a inizio anni Novanta, lo spettacolo che vuole una Isabella molto glamour e grimaldesca, appare ancora efficace da un punto di vista visivo, ma fa sentire i suoi pesanti vent'anni sia nella staticità dell'impianto scenico, sia nello sviluppo del lavoro di regia. La ripresa a cura di Paolo Panizza contribuisce molto positivamente allo svecchiamento dell'opera, ma non potendo stravolgere l'impianto originario di Pizzi riesce a ottenere solo in parte l'effetto desiderato. Molto probabilmente se avesse avuto la facoltà di utilizzare maggiormente coro e figuranti, come di sua consuetudine, avrebbe sortito il risultato desiderato. È comunque una produzione di ottimo livello e da vedere.

Francesco Pasqualetti, alla guida dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali, compie il proprio dovere senza però centrare l'intenzione rossiniana, così contribuendo alla monotonia della serata. Non manca di gusto, ma difetta principalmente nell'accento.

Carmen Topciu è ben calata nei panni della protagonista e sfoggia una voce calda e ambrata, sostenuta da una bella intonazione e un'omogenea linea di canto. Purtroppo il volume, la proiezione e la timbratura non sono ancora ben risolte ed è spesso coperta dalla musica. In effetti la pagina migliore è “Per lui che adoro” dove i soli pizzicati dell'Orchestra le lasciano ampio spazio per mostrare le sue capacità.

Enea Scala è un Lindoro dalla vocalità chiara e limpida, dotato di buon fraseggio ed uso della parola, generoso nel canto e prodigo di variazioni nel da capo della cavatina di sortita.

Abramo Rosalen, nel ruolo di Mustafà, appare incerto e molto affaticato, con diversi problemi sui fiati. Si spera che si tratti solo di un'indisposizione temporanea.

Bruno Taddiartorna a vestire i panni di Taddeo, nello stesso spettacolo, dopo dieci anni. La sua esperienza è indubbia, tanto nella resa del personaggio, quanto nel buon uso del fraseggio. Riguardo la qualità del canto, l'esecuzione non è completamente omogenea e alcune pagine risultano migliori di altre.

La parte di Elvira non è nelle corde di Sonia Ciani, che appare molto acerba e acidula negli acuti.

Corretta la Zulma di Alessia Nadin.

Molto efficace, soprattutto vocalmente, il ruolo di Haly interpretato da Davide Luciano.

Adeguata la prova del Coro del Circuito Lirico Lombardo diretto da Diego Maccagnola.

 

 
 
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