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VA PENSIERO. ANCORA VERDI IL PROTAGONISTA DELLA STAGIONE LIRICA PISANA, CON NABUCCO

Redazione Liricamente, 29/11/2012

In breve:
MARTED E GIOVED SERA LE RAPPRESENTAZIONI. SPICCANO DUE PRIMEDONNE NEL RUOLO DI ABIGAILLE, DIMITRA THEODOSSIOU E CSILLA BOROSS; NEL RUOLO DI NABUCCO GIOVANNI MEONI.


 La Stagione Lirica del Teatro di Pisa prosegue nei suoi omaggi al bicentenario verdiano. Dopo La Traviata di poche settimane fa, infatti, è ora la volta di Nabucco, terza opera di Giuseppe Verdi, quella che, acclamata fin dal debutto alla Scala il 9 marzo 1842, decretò il successo internazionale del compositore, all'epoca non ancora trentenne.

A Pisa Nabucco viene messo in scena in una produzione del Teatro di Pisa realizzata in collaborazione con la Ramfis Production, regia di Antoine Selva, direttore Gianluca Martinenghi, Maestro ‘di casa' nei più grandi teatri sia italiani, come il Massimo di Palermo, l'Arena di Verona e l'Opera di Roma, che stranieri, dove i suoi successi più recenti vanno dalla Lucia di Lammermoor alla Deutsche Oper di Berlino al Don Giovanni al Festival di Avenches al Così fan tutte alla Palm Beach Opera, solo per citarne alcuni. 

Opera popolarissima, scritta da Verdi su libretto di Temistocle Solera, Nabucco – com'è noto – è ispirata agli episodi biblici riguardanti l'invasione del regno di Giudea da parte del re babilonese Nabucodonosor nel 587-586 a.C. (e Nabucodonosor fu il titolo iniziale dell'opera, divenuta poi per tutti Nabucco). 
Grandioso affresco prevalentemente corale, articolato in quattro pannelli, Nabucco è insieme dramma di popolo (con la fermezza del popolo ebraico contro la persecuzione babilonese e con il contrasto fra la fede nell'unico Dio degli Ebrei e la divinità pagana di Belo) e dramma di passioni individuali (l'amore fra l'ebreo Ismaele e la babilonese Fenena, figlia di Nabucodonosor; la gelosia di Abigaille, principessa figliastra di Nabucco, ma di nascita servile, anch'ella innamorata di Ismaele; il contrasto fra Abigaille e Nabucco, cui ella usurperà senza scrupoli il trono; il dramma intimo segnato da Abigaille morente). Un capolavoro dove emerge già il genio verdiano, quella capacità di far prevalere sempre e comunque il dramma. A contribuire al successo di Nabucco fu anche l'immissione di quella larga vena di melodismo popolare che pervaderà poi tutti i cori patriottici verdiani e che fece (e fa ancora oggi) trepidare il pubblico per il celeberrimo “Va' pensiero”.

Nabucco è in programma al Teatro Verdi, lo ricordiamo, martedì 4 e giovedì 6 dicembre (entrambe le recite iniziano alle ore 20.30)
Spiccano nel cast alcune star della lirica, a partire dalle due primedonne che si alterneranno nel ruolo di Abigaille, una fra le parti più impervie che Verdi abbia mai scritto: il soprano greco Dimitra Theodossiou martedì sera e il soprano ungherese Csilla Boross giovedì sera, entrambe stimate a livello internazionale fra i più grandi soprani drammatici. Solo per citare alcuni dei loro successi nella parte di Abigaille, Dimitra Theodossiou (che è considerata tra le massime interpreti del ruolo a livello internazionale) l'ha interpretata all'Arena di Verona e al Festival Verdi di Parma, Csilla Boross  all'Opera di Roma in una edizione trasmessa in diretta televisiva in tutta Europa su ARTE, diretta dal Mº Riccardo Muti che l'ha anche scelta per la Serata di Gala del Centocinquantenario dell'Unità d'Italia.


Nel ruolo di Nabucco canta il baritono Giovanni Meoni (anche lui già nel ruolo, fra l'altro, nel Nabucco romano diretto dal Mº Muti) , altro interprete d'eccellenza della tradizione operistica italiana che, dopo gli esordi nel repertorio belcantistico belliniano e donizettiano, è poi approdato al repertorio verdiano dove la sua vocalità raggiunge la massima espressione, eccellendo in particolar modo nei grandi ruoli di “baritono nobile”.
Nel ruolo di Zaccaria l'ottimo basso Elia Todisco, figlio d'arte (il padre è il tenore Nunzio Todisco, che il pubblico pisano ricorderà in particolare come protagonista della memorabile edizione de I Masnadieri che segno l'esordiò di  Gabriele Lavia nella regia lirica). 
Nel ruolo d'Ismaele, il giovane tenore Stefano La Colla, protagonista di punta in questa stagione pisana, visti i personali successi già riportati come Calaf in Turandot e come Alfredo nella Traviata.
Nel ruolo di Fenena il mezzosoprano Sandra Buongrazio (già Flora in Traviata, e Zanetto la scorsa stagione nell'omonimo atto unico mascagnano).
Il basso Emanuele Cordaro è il Gran Sacerdote di Belo, il tenore Enrico Bindocci è Abdallo, il soprano Serena Pasquini è Anna.


L'Orchestra è l'Orchestra Arché, la giovane compagine che ha debuttato proprio al Teatro di Pisa lo scorso anno, con un notevole riscontro di pubblico e di critica. Coro della Toscana, con la collaborazione della Società Corale Pisana. Maestro del Coro Marco Bargagna.

 

 
 
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