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Recensione dell'opera Tosca presso il Teatro Ponchielli di Cremona

William Fratti, 23/10/2012

In breve:
Al Ponchielli si fa una Tosca forse senza Tosca e con un Cavaradossi un pò ammaccato, la regia accattivante e la direzione musicale del Maestro Bisanti però lo rendono comunque spettacolo interessante


Il Teatro Amilcare Ponchielli di Cremona inaugura la Stagione Lirica 2012 con Tosca nell'accattivante allestimento firmato da Elena Barbalich proveniente dal Teatro Petruzzelli di Bari. La regista aveva già portato lo scorso anno una buona dose di innovazione, modernità e vivacità con Il cappello di paglia di Firenze ed ora lo fa con un titolo del grande repertorio. Non si allontana dalla tradizione, resta ancorata alle parole del libretto, prende solo alcune piccolissime distanze dalle indicazioni di Puccini e così crea, con le scene e i costumi di Tommaso Lagattola, uno spettacolo giovane, attuale, tecnologico, ma classico al tempo stesso. Le luci suggestive di Giuseppe Ruggiero contribuiscono a rendere un risultato efficacissimo. Meno incisive le proiezioni di Nicola Di Meo.
 
Giampaolo Bisanti dirige egregiamente l'Orchestra I Pomeriggi Musicali, riuscendo nel difficile compito di alzare il livello qualitativo del gruppo, tenendo tutti in punta. Forse il volume è talvolta eccessivo, ma al di là di questo riesce a trasmettere emozioni intense e un suono particolarmente pulito, soprattutto nel maestoso, cadendo mai nel chiassoso.
 
Mirjam Tola è una Tosca molto insignificante. Pur avendo diversi anni di carriera alle spalle, dà l'impressione di essere giovane e cruda. La sua vocalità non sembra pertinente con questo tipo di repertorio, poiché la prima ottava è spesso inudibile, e pur avendo una salita agli acuti abbastanza sicura, non riesce a reggere tutta la parte giungendo al terzo atto sfinita. L'interpretazione potrebbe essere migliore della resa vocale, se non per lo scarso fraseggio e la mancanza di tinte drammatiche che rendono l'esecuzione abbastanza piatta e noiosa. La domanda che ci si pone in questo caso è sempre la stessa: dove era la direzione artistica durante le prove?
 
Rubens Pelizzari, tenore navigato soprattutto nel ruolo di Cavaradossi, non è in serata. Le prime frasi sono buone, ma poco dopo sembra rompersi qualcosa, le mezze voci si spezzano e gli acuti tendono ad essere indietro. Col procedere dello spettacolo la voce si compromette sempre di più. La resa di “Vittoria!” e di “E lucevan le stelle” sono abbastanza elementari e tutto peggiora ulteriormente con l'ultimo duetto.
 
Sebastian Catana, eccellente baritono lirico, dotato di squillo e rotondità, buon uso dei chiaroscuri e del fraseggio, sa cantare molto bene, ma manca di quello spessore e quella pienezza, quell'intensità e capacità drammatica necessari a dare valore al ruolo di Scarpia. Pertanto “Tosca è un buon falco!... Ella verrà” riesce egregiamente, mentre “Tre sbirri, una carrozza” risulta essere più debole e meno incisiva.
 
Ziyan Atfeh, Paolo Maria Orecchia e Paolo Antognetti sono molto efficaci e assolutamente piacevoli nelle rispettive parti di Angelotti, del Sagrestano e di Spoletta. Concludono il cast i bravi Sciarrone di Daniele Cusari e pastorello di Luisa Bertoli.
Accettabile la prova del Coro del Circuito Lirico Lombardo diretto da Antonio Greco.
 
Pubblico ben poco entusiasta, ma educato.

 

 
 
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