La nuova produzione de Il Signor Bruschino si avvale della presenza di molte giovani promesse e ne risulta uno spettacolo riuscito, sia sotto il profilo musicale, sia nell'allestimento.
Le belle scene e i costumi sono ideati dall'Accademia di Belle Arti di Urbino, che realizza una sorta di parco divertimenti dedicato al compositore pesarese, in cui vengono quotidianamente messe in scena le sue opere. L'adeguato progetto luci è di Roberto Cafaggini. La regia concepita dal Teatro Sotterraneo è efficace, divertente e accattivante, anche se, col procedere della vicenda, la continua interazione dei protagonisti coi turisti di Rossiniland diventa inopportuna e decisamente fastidiosa. Forse avrebbe sortito un migliore risultato relegarla ai soli numeri della sinfonia e dell'introduzione.
La guida della valida Orchestra Sinfonica G. Rossini è affidata al talentuoso Daniele Rustioni, che già aveva entusiasmato il pubblico nella direzione de Il Viaggio a Reims al Teatro Comunale di Firenze. Il giovane direttore si cimenta in un'energica ouverture e carica di nervo tutta la partitura, risolvendola precisamente fino alla fine. È coadiuvato dall'esperto maestro collaboratore responsabile Carmen Santoro.
Roberto De Candia, esperto interprete di questo tipo di ruoli e già Bruschino padre nella precedente edizione del 1997, è eccellente innanzitutto sotto il profilo vocale, ma anche nella resa del personaggio, divertente e misurato, mai spinto all'eccesso.
Carlo Lepore è un Gaudenzio di pregio e lo dimostra fin dalla prima aria, eseguita col giusto brio, in cui sfoggia note basse ben salde, ma la pagina meglio riuscita è indubbiamente il duetto con Sofia. Il personaggio è accattivante e ben curato.
Maria Aleida è una Sofia elegantissima nei toccanti filati naturali, efficacissima negli appoggiatissimi sovracuti e nelle accurate agilità, ma è un po' acidula nel registro acuto. Il suo materiale vocale è ottimo e prezioso, ma questa nota aspra va assolutamente curata al più presto, prima che si fossilizzi e rischi di creare dei problemi.
Davide Alegret, nei panni di Florville, si presenta con una voce particolarmente raffinata e più che adatta a questo parte del repertorio rossiniano. Ne varrebbe di certo la pena di riudirlo in un ruolo più ampio.
Andrea Vincenzo Bonsignore è Filiberto. Il baritono possiede una buona ed omogenea linea di canto e lo si nota soprattutto nel duetto con Florville.
Molto bene i ruoli comprimari di Marianna, interpretata da Chiara Amarù, eccellente nel primo recitativo, che si vorrebbe riascoltare in una parte più corposa; e del Commissario e Bruschino figlio, eseguiti da Francisco Brito.
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