Determinazione, volontà, tanta passione e tanto studio hanno portato il
soprano americano June Anderson a conquistare i palcoscenici di
tutto il mondo, con grandi consensi e apprezzamenti di pubblico e di critica.
Il 3 ottobre al
Teatro San Domenico di Crema June Anderson terrà un Recital per
deliziare il pubblico del festival "Crema in Musica".
Determinazione, volontà, tanta passione e tanto studio hanno portato il
soprano americano June Anderson a conquistare i palcoscenici di
tutto il mondo, con grandi consensi e apprezzamenti di pubblico e di critica.
Il belcanto è stata la colonna sonora della sua carriera. Dopo molti anni di
carriera, incanta ancora i melomani di tutto il mondo e per questo motivo è
stata scelta dagli organizzatori del festival "Crema in musica"
per inaugurare la nuova edizione della manifestazione, un imperdibile evento
ricco di appuntamenti musico-culturali volti a valorizzare il patrimonio
artistico della cittadina lombarda nel mese di ottobre.Il 3 ottobre al
Teatro San Domenico di Crema June Anderson terrà quindi un Recital per
deliziare il pubblico del festival.
Signora Anderson, grazie da parte di tutto il team di Liricamente per aver accettato di fare
questa intervista. Qual è stato il suo percorso di studi? Ho
studiato sempre privatamente, non sono andata in conservatorio. Ho avuto la
fortuna di incontrare un maestro straordinario che mi ha messo sulla strada
giusta. Poi ho trovato un agente che mi ha fatto fare alcuni concerti ed alcune
opere dell'ultimo minuto (ad esempio in pochi giorni mi sono imparata Il
barbiere di Siviglia in inglese). Trovandomi sempre pronta ad affrontare ogni
difficoltà, riuscivo sempre a lavorare e pian piano ho costruito la mia
carriera.
Nella sua carriera lei ha cantato soprattutto il
repertorio belcantistico (Bellini, Rossini e Donizetti). Per quale motivo?
Io penso che la prima cosa che mi abbia portato al belcanto sia il fatto che
contemporaneamente io potessi suonare e cantare, perchè in genere la parte per
il pianoforte è abbastanza semplice e siccome io amavavo stare al pianoforte,
suonare e accompagnarmi mentre cantavo, ho affrontato questo repertorio.
Inoltre, si addiceva molto alla mia voce. Però, se anche avessi avuto una voce
Wagneriana, credo che avrei cantanto ugualmente il belcanto, perchè suonare
Wagner o Strauss (che pure ho cantato nella mia carriera) è davvero
difficilissimo!
Quali sono i cardini su cui si fonda la sua tecnica di canto?
Il fiato, l'appoggio. Sono le basi della mia tecnica di canto.
C'è un ruolo che ha prediletto nella sua carriera?
Ce ne sono stati diversi, nei diversi momenti della carriera. All'inizio non avevo scelta,
dovevo cantare quello che mi chiedevano, ma poi ho potuto scegliere. Amavo
Lucia. La prima volta che qualcuno mi chiese "Che parte vuole cantare?" Risposi
subito "La sonnambula" e fu così che debuttai "La sonnambula" a Venezia.
Bellini per me è stato un autore molto importante, così come Rossini che io
considero il mio "padrino", perchè ha scritto "musica sana" per la voce.
Conosceva molto bene la voce e quindi sapeva scrivere per esaltarla e non
rovinarla, anche se talvolta si dilungava un po' troppo: se si pensa ad Anna
in MaomettoII sono quasi due opere!!!
Cosa ne pensa delle giovani leve della lirica?
Viviamo in un momento basato sulla tecnologia che è tutto il contrario dell'arte
lirica. I giovani pensano che si riesca a cantare come si possa utilizzare il
computer, non è la stessa cosa. Il canto lirico richiede tanto tempo, tanto
studio. Posso dire che sono molto delusa quando ascolto i giovani perchè non
sono per niente prepararati.
Quali sono i difetti che riscontra maggiormente?
L'appoggio, il discorso del fiato. Ed è anche per questo che io sto cantando
ancora! Non solo i cantanti, però, anche i professori non insegnano bene
l'appoggio. Sento voci bellissime che però tra qualche anno saranno finite
senza una tecnica! La tecnica è come la benzina: senza non si può andare
avanti. quindi una lunga carriera è garantita solo da una tecnica di
canto?... Si!
Quali sono i valori che insegna ai suoi studenti?
Il rispetto per la musica: il rispetto per ogni nota, per ogni pausa... Bisogna
essere umili di fronte a questa musica. Noi siamo servitori della musica, non
viceversa.
Qual è un suo difetto? Ne ho tanti, non so da
dove cominciare... La timidezza: sono diffidente, solitaria, non sono mondana. Ho tanti difetti.
Invece i pregi? Ho molta disciplina. Anche se
non ho la voce più importante del mondo sono riuscita a fare una carriera perchè
ho lavorato molto. Mi sono impegnata. Mi piace sempre avere una meta. Se c'è qualcosa di molto
difficile... io ci vado incontro!
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