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Recensione del Concerto dei finalisti della Cinquantesima edizione del Concorso Internazionale Voci Verdiane Città di Busseto

William Fratti, 28/06/2012

In breve:
Busseto (PR), 16 giugno 2012 - Concerto dei finalisti della Cinquantesima edizione del Concorso Internazionale Voci Verdiane Città di Busseto.


Il Concerto dei finalisti della Cinquantesima edizione del Concorso Internazionale Voci Verdiane Città di Busseto si apre con diversi minuti di ritardo con la voce di Diletta Canepari, che prima di passare alle presentazioni di rito informa il pubblico della sobrietà della scena, dell'assenza voluta di abbellimenti sul palcoscenico e sulla Piazza Giuseppe Verdi, al fine di donare ai più bisognosi il denaro risparmiato. Infatti il Comune di Busseto ha deciso di adottare il Comune di Mirandola e di destinare una serie di fondi, la cui raccolta si è aperta in quest'occasione e proseguirà per tutta l'estate, alla ricostruzione della scuola elementare crollata durante il terremoto.

Come è giusto che sia, la guida del Concerto passa nelle mani di Fabrizio Cassi che, salito sul podio dell'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna, dirige la sinfonia di Aroldo, durante la quale si odono immediatamente i pregi e i difetti dell'amplificazione. Non v'è dubbio che il suono arrivi meglio anche alle ultime file di spettatori, ma il volume è leggermente alto e i microfoni sparsi per l'orchestra sono poco numerosi, col risultato che alcuni strumenti si odono più di altri, ma si sente anche ogni minima sbavatura, che altrimenti sarebbe amalgamata nel suono generale. Inoltre non è possibile valutare l'abilità nella proiezione della voce degli interpreti, anch'essi amplificati e non dal pavimento.

Luca Dall'Amico è il primo finalista in gara e si presenta con "Come dal ciel precipita" da Macbeth. Il basso italiano possiede un bel timbro scuro, saldo negli acuti, ma non troppo nei gravi più estremi.

ChaejunLim, basso coreano, con l'aria e cabaletta "Infelice, e tuo credevi" da Ernani, dimostra di possedere una buona linea di canto, unita ad un'altrettanto buona tecnica, con l'aggiunta di una minima ricerca di colori.

Il lettone ValdisJansons, già interprete di numerosi ruoli comprimari da diversi anni, porta sul palcoscenico una buona interpretazione dell'aria di Ford "È sogno? O realtà" da Falstaff, con buon fraseggio e un decisivo miglioramento nell'intonazione. Le note alte sono ben appoggiate, ma lo stesso non si può dire per le più basse, dove il baritono perde di volume. Ottima è l'interpretazione orchestrale di Fabrizio Cassi di questo difficile pezzo.

Il sud coreano JootaekKim, venticinquenne, è il primo cantante in gara a risvegliare seriamente gli animi del pubblico con "Il balen del suo sorriso" da Il trovatore. Il giovane baritono esegue la celebre aria con una linea di canto molto omogenea, arricchita dai giusti accenti verdiani, che sicuramente lo portano a vincere il secondo premio.

La prima parte della serata termina con l'esibizione di JungHoonKim, ventiquattrenne, il più giovane dei finalisti, anch'egli sud coreano. Non conosce l'italiano ma canta "Ma se m'è forza perderti" da Un ballo in maschera con ottima intonazione, ottimo squillo e buona ricerca di colori, con tutti i piani previsti dallo spartito.

Dopo l'intervallo Fabrizio Cassi conduce l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna in una bellissima esecuzione della sinfonia de La forza del destino e prosegue la kermesse degli altri cinque finalisti.

Il primo è di nuovo un sud coreano, SeungHwanYun, anch'egli dotato di buon squillo e morbida linea di canto. L'unico neo è quello di risultare un po' piatto, ma ciò non gli è da ostacolo nel raggiungimento del terzo posto sul podio dei vincitori con "Ah, la paterna mano" da Macbeth.

Segue il soprano italiano Francesca Dotto che si esibisce con la difficile "Mercè, dilette amiche" da I vespri siciliani. La cantante mostra una vocalità davvero interessante, ma ancora troppo acerba per un'aria del genere, dove risulta essere non limpidissima e con degli acuti non troppo puliti.

Karina Flores porta la massacrante, soprattutto nel recitativo, "Anch'io dischiuso un giorno" da Nabucco, ma la voce è molto opaca, più d'una sono le stonature e verso la fine dell'aria i centri restano svuotati. Inaspettatamente riceve molti consensi da parte del pubblico.

Jessica Rose Owen Cambio si presenta con "Addio del Passato" da La traviata, eseguita molto bene, dall'intensa lettura della lettera, ai bei piani di cui è intrisa l'aria, esibendosi con una voce morbida e rotonda, ricca di colori e di accenti.

Conclude la rosa dei finalisti Monica Zanettin con "Come in quest'ora bruna" da Simon Boccanegra, ma la sua voce leggermente opaca non soddisfa, oltre ad inciampare nella cadenza.

Il Concerto termina con l'esecuzione della sinfonia di Luisa Miller e molti sono gli applausi meritati per Fabrizio Cassi – eccellente accompagnatore, che sa sempre mettere i cantanti in primo piano – e l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna, la cui presenza a Busseto ricorda i lustri di una decina di anni fa, in cui esisteva una vera stagione d'opera, invernale ed estiva.

Al termine del Concerto intervengono in palcoscenico alcuni ospiti d'eccellenza: prima i cantanti Marco Berti e Ambrogio Maestri; poi il Direttore Generale della Fondazione Festival Pucciniano Franco Moretti, che annuncia il futuro connubio tra il Concorso Internazionale Voci Verdiane Città di Busseto e il Giacomo Puccini International Competition.

Infine Leo Nucci sale sul palcoscenico per annunciare i vincitori, ma prima desidera esprimere la sua gioia per avere svolto così serenamente questo difficile compito per la prima volta nella sua vita. Inoltre dichiara di avere accettato di tornare il prossimo anno, ma con la condizione di suddividere le fasi eliminatorie e semifinali in due tempi a distanza di circa due mesi. Dopo avere assegnato terzo e secondo posto, il celebre baritono rivela il vincitore del primo premio specificando che si tratta di un voto all'unanimità: il tenore JungHoonKim.

Purtroppo molti del pubblico non sono d'accordo con la scelta insindacabile della giuria ma Leo Nucci spiega che quella della voce verdiana è una fantasia. In effetti lo stesso Giuseppe Verdi più di una volta dichiarò di non avere mai pensato ad un particolare timbro di voce, bensì ad interpreti che potessero dare vita ai suoi personaggi.

Nella storia di questo Concorso, molti cantanti stranieri che hanno raggiunto il podio si sono poi fatti un nome importante nel panorama lirico internazionale. Giorgio Cebrian, PaataBurchuladze, Vladimir Cernov, Mariana Pentcheva, Tamar Iveri, Hui He, solo per citarne alcuni.
La speranza è che questo succeda anche ai vincitori di questa importante Cinquantesima Edizione.

 
 
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