In breve: Da oltre 65 anni calpesta i palcoscenici lirici più celebri al mondo: a circa 88 anni, nel 2011, ha cantato Gianni Schicchi di G. Puccini al Carlo Felice di Genova.
Rolando Panerai è un grande baritono, ma soprattutto è un grande uomo e un vero professionista del canto, con molta umiltà è un grande esempio per tutti i giovani che vogliono intraprendere la carriera del cantante lirico.
Prossimamente presiederà la giuria della seconda edizione del Concorso L.Illica che si terrà a Castell'Arquato, in provincia di Piacenza alla fine del mese di luglio.
on molta gentilezza, disponibilità e un'irresistibile simpatia, tipica dei toscani, ha fatto una piacevole chiacchierata ai microfoni di Liricamente.
Da oltre 65 anni calpesta i palcoscenici lirici più celebri al mondo: a circa
88 anni, nel 2011, ha cantato Gianni Schicchi di G. Puccini al
Carlo Felice di Genova. Rolando Panerai è
un grande baritono, ma soprattutto è un grande uomo e un vero professionista del
canto, con molta umiltà è un grande esempio per tutti i giovani che vogliono
intraprendere la carriera del cantante lirico.
Prossimamente presiederà la giuria della seconda edizione del
Concorso L.Illica che si terrà a Castell'Arquato, in provincia di
Piacenza alla fine del mese di luglio.
Con molta gentilezza, disponibilità e un'irresistibile simpatia, tipica dei
toscani, ha fatto una piacevole chiacchierata ai microfoni di Liricamente. Gli
abbiamo chiesto qual è il suo Elisir di Lunga Carriera..., quindi direttamente
dalla splendida voce del baritono Rolando Panerai potrete
ascoltare i segreti che l'hanno portato dal debutto "in casa" a Campi Bisenzio
(FI), sua città natale, ai teatri di tutto il mondo.
(Se non vedi correttamente il player, scarica flash player al seguente link:
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sul seguente link per ascoltare l'intervista, attendendo, però, che il file venga scaricato):
Intervista a Rolando Panerai
(36 MB)
Gentilissimo maestro. La ringrazio innanzitutto a nome della
nostra organizzazione e di tutti i lettori di Liricamente per la disponibilità a
realizzare questa intervista. Di solito inizio le interviste ai grandi
cantanti chiedendo di raccontarmi dei loro studi e dei loro esordi, ma con lei
devo proprio fare un'eccezione, perché a nessuno altro ho potuto fare la domanda
che segue: 1) Come ha fatto, a 87 anni, a cantare ancora in teatro Gianni
Schicchi? Qual è il segreto del suo Elisir di lunga carriera?
L'anno scorso erano quasi 88 anni... Mi è piaciuto molto il progetto di
Genova. Mi hanno chiamato per curare il progetto musicale e la regia di
Gianni Schicchi (G. Puccini) e Il Campanello (G. Donizetti).
Abbiamo audizionato oltre 450 ragazzi provenienti da tutto il mondo. Ascoltando
questi giovani, sono ringiovanito e mi è venuta voglia di cantare Gianni
Schicchi e quindi poi mi è stato proposto il ruolo ed ho accettato. Di ciascuna
opera è stata fatta una doppia compagnia. Tempo fa sentii una frase curiosa
dello scrittore Giuseppe Prezzolini, morto a oltre cent'anni,
che mi è piaciuta davvero molto e che ho decsio di adottare anche per me: a chi
gli chiedeva: "ma come si fa ad oltre cent'anni...." lui rispose: "bisogna
sapersi scegliere i genitori!" e naturamente questo vale anche per me!
E' inutile parlare di alimentazione, stile di vita... se non ci sono nel DNA
certi geni, non si campa. C'è chi si consuma prima e chi si consuma più tardi.
Io sono uno che si consuma più tardi, tutto qua!
... secondo me la sta facendo troppo facile. Ho delle fonti
attendibili che mi dicono: "prova a fare una passeggiata con lui, resti sfiatata
dopo 5 minuti"! Si, è vero della passeggiata, ma ora inizia a
mancarmi la forza nelle gambe, perchè sono quasi vicino ai 90 anni. Ora regge il
fiato, ma fisicamente faccio fatica, poi con l'incidente che ho avuto qualche
mese fa in cui mi sono rotto l'omero e il metacarpo, sono mesi che faccio una
vita sedentaria. La voce non ne risente, ma il fisico si.
Ma vocalizza anche ora tutti i giorni? No,
purtroppo no, ed è un danno per la voce. Ma ora che andrò a Castell'Arquato per
questa esperienza dovrò rimettermi in linea con la voce.
Ci dicono che lei per la conservazione della voce ha un approccio
salutista-olistico... Che dieta mantiene? Bisogna mangiare di
tutto, ma poco!
2) Tornando indietro nel tempo, quand'era un giovane studente.
Com'è iniziato lo studio della lirica e com'è avvenuto il suo debutto?
E' avvenuto un po' per caso. Noi in famiglia eravamo tre fratelli. Con il
tesseramento, nel periodo di guerra, si mangiava poco (era salutista perchè ci
si manteneva in forma, ma si aveva spesso fame!). Io andavo a cercare nei
negozi, tra i conoscenti, a chi ci allungava un po' di pane in più o dal
macellaio. La figlia del macellaio, una certa Norma (il nome dice tutto...,
lei poi che si chiama Bellini lo può capire ancor meglio!!!), le dicevo, con
questa Norma, ebbi un litigio non so per quale motivo. Noi campigiani (di Campi
Bisenzio) siamo dei vocioni: quando parliamo sembra sempre che litighiamo,
quando poi litighiamo, non le dico... Questa ragazza, che era una cantante
dilettante, mi disse: "senti che voce che hai, domani ti porto dalla mia
maestra". Da lì ho scoperto la mia voce. L'audizione con la sua maestra
non è stata positiva, però poi siamo andati dal maestro Frazzi (di origini
parmense, proveniente da una famiglia di musicisti) che è stato il mio unico
maestro di canto.
3) Quand'è che si è sentito "pronto", che ha capito di aver
acquisito una tecnica di canto? Cantare è un po' come andare in
bicicletta: fintanto che si è sorretti da qualcuno che le regge il sellino perchè si
tentenna di qua di là non si può andare da solo. Quando invece si avverte di aver
raggiunto il giusto equilibrio, si può iniziare a pedalare da soli. Vorrei però
dire che, prendendo una frase di un cantante del passato che disse: "Per
cantare ci vogliono due vite: una per studiare e una per cantare". Anche i
grandi cantanti del passato con le loro voci straordinarie (Caruso, Titta Ruffo,
Battistini), il pensiero era sempre "studiare, studiare, studiare". Di studiare
non si finisce mai. E' difficile dire "a trent'anni sono capace di cantare".
Ci sono voci che magari maturano prima, ma i problemi si presentano sempre,
quindi bisogna studiare sempre. Forse oggi i ragazzi non riescono a
sopportare questa cosa e vogliono cantare tutto subito.
4) Lei ha circa 150 opere in repertorio. Ha cantato autori di
ogni genere, perchè quando era alla Piccola Scala ha studiato anche Monteverdi,
Handel... e poi Prokovief, Hindemith... Tra tutti gli autori e i personaggi che ha
interpretato, ce n'è qualcuno che preferisce? Ma certamente.
Tutte le cose moderne e antiche che ho cantato fanno parte di un repertorio che
è sicuramente interessante, però nei miei primi trent'anni di carriera ho dato
spazio molto a Rossini ne Il barbiere di Siviglia, a Donizetti ne L'Elisir d'amore, Così fan
tutte di Mozart (ho amato molto Mozart), Puccini con La Bohème. Poi, nei secondi
trent'anni della mia carriera, ho mantenuto certe opere, ma ho cambiato i personaggi: ad esempio da giovane ho cantato Ford nel
Falstaff (personaggio difficile) e poi invecchiando ho preferito fare Falstaff, oppure nel
Così fan tutte, anzichè che cantare il giovane ufficiale, ho fatto Don Alfonso,
il vecchio filosofo, per dare una credibilità al personaggio. Nell'Elisir
d'amore, anzichè fare Belcore, preferivo fare Dulcamara. Oppure nel Don
Pasquale, facevo appunto Don Pasquale anzichè il Dottor Malatesta.
Questi cambiamenti di ruoli sono stati interessanti ed erano adeguati alla
mia età! Amo molto poi Gianni Schicchi, perchè ho conosciuto l'autore del
libretto, Giovacchino Forzano, che veniva ad insegnare alla scuola di avviamento
al teatro lirico del Maggio Musicale Fiorentino dove ho studiato io. Lo Schicchi
per me è rimasto il sogno della vita. Il primo amore non si
scorda mai... proprio così!
5) Mi ha parlato dei suoi primi trent'anni di carriera e dei suoi
secondi trent'anni. E negli ultimi trent'anni di carriera cosa canterà? A parte
gli scherzi, è bello parlare con lei perchè ci può raccontare uno spaccato di
storia della lirica molto ampio. Era meglio l'epoca in cui comandavano i
cantanti, l'epoca in cui comandavano i direttori d'orchestra o l'epoca attuale
dei registi? L'epoca migliore è quella in cui queste tre figure si
incontrano e lavorano in modo intelligente, dando ognuno il meglio. Io non
assolvo tutti i registi, perchè le regie che travisano completamente non
piacciono. Non era giusto quando i cantanti con il loro virtuosismo
distruggevano le opere. Il direttore d'orchestra è ancora il padrone
assoluto dell'opera, perchè il regista è ammesso in teatro con le proprie idee,
però c'è un controllo dei dirigenti del teatro. Io amo le regie
musicali, come ad esempio la Lucia di Lammermoor che facemmo alla
Scala, diretta da Von Karaian che portammo un po' in tutto il mondo. Sono regie
aderenti alla musica, regie che scaturiscono dal pentagramma, dalle note
musicali. Quando gli autori hanno scritto, nella loro idea c'era già una
regia dentro la musica, quindi non bisogna inventarsi nulla.
6) Oltre a cantare, ora insegna anche ai ragazzi.
Io in realtà non ho mai voluto insegnare canto, perchè è una responsabilità
troppo grossa. La masterclass è una cosa diversa, perchè ci sono degli allievi
che hanno già studiato e hanno già una preparazione. Mi limito solamente a dare
alcuni suggerimenti, facendo esempi, che possono essere sia tecnici sia vocali
sia interpretativi, ma non impongo mai nulla. Non credo che la mia sia "la
tecnica di canto assoluta", pertanto non impongo il mio metodo di canto. Posso
dire, però, che nonostante la mia età, la mia voce non balla ancora.
Con i ragazzi mi preme dialogare molto, come facevo io con il mio maestro, il
mio unico maestro. Auguro a tutti di avere un unico maestro, anche se ciò non
significa che non si debba apprendere anche dagli altri sia quelli che cantano
meglio sia quelli che cantano peggio. Perchè anche da chi canta male si può
imparare: "io così non lo farò mai"!
7) Quali sono i valori
che insegna e che deve avere un cantante? L'invidia distrugge i
cantanti. Insegno sempre a non invidiare mai nessuno. Bisogna essere noi stessi
e avere forza e pazienza. Appena uno canta due note pretende di voler
andare alla Scala. Bisogna vivere in maniera onesta. Se si vive
disonestamente, poi va tutto a discapito proprio. E' vero che ci sono
intrallazzatori che vivono disonestamente alle spalle di quelli onesti, però io
preferisco sempre quelli che si comportano onestamente.
8) Ha qualche aneddoto simpatico della sua carriera da
raccontarci? Io ho cantato con moltissimi colleghi con
caratteri molto diversi l'uno dall'altro. Potrei parlare dei vecchi
colleghi: Del Monaco, Di Stefano, la Callas, Ghiaurov, la Sciutti, Luis Alva,
Bruscantini... della gente con cui ogni
giorno di lavoro è un aneddoto da raccontare. Racconto quello del mio debutto,
che fu anche un insegnamento. Cantai Lucia di Lammermoor qui a Campi
Bisenzio. Era una sorta di "spedizione punitiva", perchè con sole due prove si
andava in scena. Per me era la prima esperienza della messa in scena di un'opera: fino ad allora
avevo fatto solo concerti. Con i concerti si provavano le arie la sera
prima, poi ci si dava appuntamento la sera successiva all'ora del concerto.
Io, la sera dell'opera, mi sono presentato alle 9, all'ora dell'opera, come facevo in occasione dei concerti. Non le
dico gli improperi che ho ricevuto dal direttore d'orchestra e dai colleghi, perchè non ero ancora né vestito, né
truccato e l'opera doveva iniziare! Da quest'episodio, agli appuntamenti
delle prove sono sempre arrivato cinque, dieci minuti prima.
9) Quali sono il principale pregio e il peggior difetto di
Rolando Panerai? Di pregi non ne vedo nemmeno uno. Forse il
pregio maggiore l'amore per la famiglia. Di difetti ne ho tanti, non
saprei proprio quale scegliere. Tutti i miei difetti fanno parte della mia
personalità. Rolando Panerai è un difetto! Se mi guardo allo specchio mi vedo
pieno di difetti.
Beh, però se sta a guardarseli e rimirarseli allo specchio,
significa che le piacciono! Si, si, è vero, non ne rinnego
nemmeno uno!
A parte gli scherzi, grazie per questa bella chiacchierata. Ora
che l'ho conosciuta un po' meglio glieli dico io i suoi pregi: lei è sicuramente
una persona umile e onesta e sono sicura che anche i nostri lettori
condivideranno le mie impressioni.
Nella vita non c'è soltanto il canto: c'è la vita! E bisogna viverla in modo
decentemente!
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