Successo per il ritorno al Teatro Comunale di Bologna de L'Italiana in Algeri di Gioachino Rossini in un allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli convincente sotto tutti i punti di vista. Le repliche si sono chiuse tuttavia in una giornata drammatica: il 19 maggio scorso l'ultima messa in scena è stata aperta da un rispettoso minuto di silenzio per ricordare le vittime dell'attentato di Brindisi. Come se non bastasse, la notte stessa si è verificato il terremoto nel quale noi stessi siamo rimasti coinvolti ma che per fortuna, almeno a Bologna, non ha generato danni.
Tornando all'opera, merito della riuscita dell'allestimento è anche della regia e dei costumi di Francesco Esposito: la regia è fedele al testo, curata nel dettaglio senza far precipitare l'opera in ridicole farse con facili cadute di stile che riducono i personaggi a macchiette a cui purtroppo siamo abituati ad assistere. I cantanti sono perfettamente istruiti attorialmente anche se emergono talvolta delle scenette che richiamano ora Totò, ora Stanlio e Ollio; si tratta comunque di episodi isolati che non danneggiano l'impianto generale.
Il Maestro Paolo Olmi per la prima volta al Comunale a dirigere l'Orchestra e il Coro del Teatro Comunaledi Bologna, dimostra una simile attenzione a contenere le sonorità, a tenerle avvolte in una timbrica calda, a non farle degenerare in un'atmosfera trionfalistica e clamorosa: tutto è tenuto sotto controllo in una perfetta armonia con i cantanti e con un ottimo coro (Maestro del Coro è Lorenzo Fratini) che sembra divertirsi un mondo a interagire con i personaggi nelle varie situazioni.
Per quanto riguarda i cantanti, il ruolo di Mustafà viene coperto da Michele Pertugi: una timbrica piena ma morbida rende la sua prova ottima sotto tutti i punti di vista e del resto è considerato uno dei maggiori interpreti rossiniani; Marianna Pizzolato, anch'essa interprete rossiniana di punta, nei panni di Isabella è un piacere da vedere e da ascoltare: l'interpretazione vocale, di pari passo con quella attoriale, riesce a conferire al personaggio le caratteristiche di sensualità, di furbizia e di malizia che le competono. Nella "Per lui che adoro" la Pizzolato dà il meglio di sé colorando magistralmente con delicatezza gli attacchi delle frasi musicali e le sfumature diverse del testo.
Buona la scelta di Enrico Iviglia per Lindoro, un ruolo da tenore acuto che già di per sé è naturalmente comico: Iviglia non carica ulteriormente il personaggio e con una vocalità agile e brillante regala una buonissima interpretazione ricca di energia. Anna Maria Sarra (Elvira) dà l'impressione di contenersi troppo: la prova è buona ma forse potrebbe osare di più. Giuseppina Bridelli (Zulma) mostra ancora una volta di sapersi calare pienamente nei personaggi che le vengono proposti adattando la timbrica di una vocalità fresca e avvolgente alle varie situazioni.
Buone prove anche per Clemente Antonio Paliotti (Haly) e Paolo Bordogna (Taddeo) il quale, ospite ormai fisso del Rossini Opera Festival di Pesaro, si muove con evidente disinvoltura e abilità nella macchina rossiniana. |