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Artisti: liberi professionisti o dipendenti? Questo è il problema!

Redazione Liricamente, 28/02/2012

In breve:
La difficile scelta dei musicisti delle Fondazioni Liriche - In base a quanto stabilito dalla legge n. 100, del 29 giugno 2010 e ripresa dall circolare del 19 gennaio 2012 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, nelle more della sottoscrizione del Contratto collettivo nazionale di lavoro, sono vietate tutte le prestazioni di lavoro autonomo rese dal personale dipendente delle fondazioni lirico-sinfoniche.


Il 19 gennaio scorso, il capogabinetto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Salvatore Nastasi, ha emanato una dura circolare ai sovrintendenti delle 14 fondazioni lirico-sinfoniche italiane richiamandoli all'osservanza dell'art. 3 della legge n. 100, del 29 giugno 2010, che afferma: “Il personale dipendente delle fondazioni lirico-sinfoniche, previa autorizzazione del sovrintendente, può svolgere attività di lavoro autonomo per prestazioni di alto valore artistico e professionale, nei limiti, definiti anche in termini di impegno orario percentuale in relazione a quello dovuto per il rapporto di lavoro con la fondazione di appartenenza, e con le modalità previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro… sempre che ciò non pregiudichi le esigenze produttive della fondazione. Nelle more della sottoscrizione del Contratto collettivo nazionale di lavoro, sono vietate tutte le prestazioni di lavoro autonomo rese da tale personale, a decorrere dal 1º gennaio 2012”.

Orchestra Non essendo stato sottoscritto un contratto nazionale che potesse derogare alle more, è evidente che i dipendenti di un teatro finanziato dallo Stato non possono più svolgere la libera professione.
La volontà del legislatore era quella di “migliorare la critica situazione economica delle fondazioni lirico sinfoniche italiane” punendo chi abusa della sicurezza del proprio posto di lavoro.

C'è però una deroga a tale divieto, scritta appositamente per il Teatro alla Scala e l'omonima Filarmonica.Si precisa che il divieto ispirato al generale principio della esclusività del rapporto di lavoro, tollera bensì l'eccezione delle prestazioni di lavoro autonomo rese dai dipendenti a favore del corpo artistico del proprio teatro… I vantaggi economici per la Fondazione, necessari, devono assumere infatti veste di apposita obbligazione giuridica formalizzata nell'atto di convenzione fra Teatro e corpo artistico autonomo”. Dunque viene salvata l'attività della Filarmonica della Scala, riconosciuta come emanazione diretta del Teatro, attraverso apposita convenzione fra le due entità.

E tutti gli altri solisti italiani?

Devono scegliere: o il posto fisso o la libera professione.

Se non vogliono cancellare i loro impegni, anche con complessi prestigiosi, dovranno rinunciare al posto fisso. Se invece non rinunceranno al posto fisso è probabile che saranno sostituito da solisti stranieri dando ancora più potere alle agenzie artistiche internazionali che già governano la maggior parte dei cartelloni internazionali.

Orchestra Nemmeno Muti si salva, dato che è ‘direttore onorario a vita' dell'Opera di Roma, quindi, in teoria, non potrà più dirigere né a Chicago nè la sua ‘Cherubini', né qualunque altra orchestra…

Se anche l'intento legislativo era punire coloro che, con la sicurezza del posto fisso, abusavano della loro posizione, svolgendo secondi-terzi lavori e costringendo poi le Fondazioni ad assumere sostituti, il rischio è che si cada nel paradosso che possa portare ad una limitazione della libertà di espressione.

Ci auguriamo che non sia così perché i sacrifici e l'impegno che distinguono un artista da un musicista è giusto che vengano riconosciuti.

Se effettivamente sono artisti di bravura riconosciuta non avranno certo problema a scegliere la libera professione.

Se, pur bravi, decidono di rimanere nell'orchestra stabile con la sicurezza dello stipendio e del posto fisso, dovranno impegnarsi per dar lustro alle Fondazioni presso cui lavoro che, se gestite correttamente, sapranno anche valorizzarli maggiormente e concedere, in modo ponderato, gli adeguati permessi artistici.

Nella gestione di ogni attività dovrebbero sempre esserci buon senso e onestà!

 
 
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