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» Recensione del recital di Leo Nucci al Teatro Regio di Parma a chiusura del Festival Verdi 2011

William Fratti, 23/11/2011

In breve:
Parma, 28.10.2011 - Il Festival Verdi 2011 si conclude al Teatro Regio di Parma con un recital di Leo Nucci dal titolo "La parola scenica".


Un emozionante recital dell'intramontabile Leo Nucci, nel giorno del suo quarantesimo anniversario di nozze, conclude il Festival Verdi 2011 al Teatro Regio di Parma gremito di tanti appassionati. La parola scenica è il titolo di questa serata e fa riferimento a Verdi stesso: "Non so s'io mi spiego dicendo parola scenica; ma io intendo dire la parola che colpisce e rende netta ed evidente la situazione… So bene ch'ella mi dirà: E il verso, la rima, la strofa… Non so che dire: ma io quando l'azione lo domanda, abbandonerei subito ritmo, rima, strofa, farei versi sciolti per poter dire chiaro e netto tutto quello che l'azione esige […]. Per parole sceniche intendo quelle che scolpiscono una situazione od un carattere, le quali sono sempre anche potentissime sul pubblico. So bene che talvolta è difficile darle forma eletta e poetica. Ma… (perdonate la bestemmia) tanto il poeta che il maestro devono avere il talento e il coraggio di non fare né poesia né musica".

Leo Nucci, oggi, è l'interprete verdiano che più si addice ad un simile contesto, esperto fraseggiatore, cantante espressivo, maestro nel porre gli accenti e nell'usare i chiaroscuri. La prima parte del concerto è quasi interamente dedicata ad alcune delle romanze scritte in gioventù dal compositore bussetano; la più tarda è la Preghiera del poeta musicata al tempo di Un ballo in maschera; ed è un vero piacere udire questi pezzi così poco rappresentati. Il celebre baritono conclude con la gran scena ed aria da Ernani Gran Dio! Costor sui sepolcrali marmi strappando al pubblico parmigiano il primo interminabile applauso.

La seconda parte del concerto è interamente dedicata all'opera: Mal per me che m'affidai dalla versione del 1847 di Macbeth, In braccio alle dovizie da I vespri siciliani, Credo in un Dio crudel che m'ha creato da Otello, È sogno? O realtà da Falstaff. Leo Nucci dimostra chiaramente di essere in perfetta forma e di avere molto da insegnare alle giovani generazioni.

Lo spettacolo si conclude infine con una serie di bis: Di Provenza il mar, il suol da La traviata, eseguita con eccellenti fiati e raffinatissimi piani, Eri tu da Un ballo in maschera, al cui termine giunge una voce dalla sala: "Leo sei come il vino", Cortigiani, vil razza dannata da Rigoletto.

La serata è davvero emozionante, Leo Nucci è intenso e toccante. Lo accompagnano gli eccezionali Paolo Marcarini al pianoforte, autore degli arrangiamenti eseguiti sui temi de La seduzione, Aida, Otello e Falstaff, Anna Loro all'arpa e Massimo Repellini al violoncello.
Tra gli applausi finali, prima di tornare dietro le quinte, Leo Nucci dichiara: "W Verdi!"

 
 
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