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» Recensione dell'opera lirica La donna del lago di Gioachino Rossini al Teatro La Scala

William Fratti, 22/11/2011

In breve:
Milano, 02.11.2011 - Il Teatro alla Scala di Milano conclude la Stagione Lirica 2010-2011 all'insegna del belcanto, con un nuovo allestimento de La donna del lago di Gioachino Rossini, in coproduzione con Opéra National de Paris e Royal Opera House di Londra, firmato da Lluís Pasqual.


Il Teatro alla Scala di Milano conclude la Stagione Lirica 2010-2011 all'insegna del belcanto, con un nuovo allestimento de La donna del lago di Gioachino Rossini, in coproduzione con Opéra National de Paris e Royal Opera House di Londra, firmato da Lluís Pasqual.

Recensione opera lirica La donna del lago di Gioachino Rossini al Teatro La Scala di Milano Le scene di Ezio Frigerio sono imponenti, splendidamente costruite e riproducono molto fedelmente un ipotetico teatro neoclassico; come pure incantevoli sono i costumi di Franca Squarciapino che, partendo dall'epoca originale in cui è ambientata la vicenda, si tingono di un effetto onirico sorprendente. A tale magnificenza si aggiungono le affascinanti e suggestive luci di Marco Filibeck, che sanno creare momenti davvero piacevoli.

Purtroppo a tanta bellezza corrisponde altrettanta noia: l'idea del teatro nel teatro e dell'utilizzo del coro alla greca è fin troppo inflazionata e in un'opera in cui i fatti sono molti, ma effettivamente nulla accade in scena, poiché arie e duetti non sono altro che racconti di sentimenti o di episodi già accaduti, una simile rappresentazione diventa monotona e assolutamente inefficace.

Recensione opera lirica La donna del lago di Gioachino Rossini al Teatro La Scala di Milano La guida dell'Orchestra del Teatro alla Scala è affidata a Roberto Abbado, che dispiega le lunghe pagine dello spartito con disinvoltura e fluidità. Il direttore milanese è abile e preciso, ma la sua mano tende a romanticizzare la partitura; ciò forse rende più facile l'ascolto ad un pubblico moderno, ma viene meno quella che dovrebbe essere l'intenzione rossiniana. Ciò detto, l'effetto è comunque molto piacevole e di altissimo livello.

Joyce DiDonato è un'Elena strabiliante, dotata di tecnica eccezionale, davvero impareggiabile. Ogni nota è perfettamente al suo posto, gli acuti sono saldissimi e limpidissimi, i gravi ben appoggiati e proiettati, le agilità naturalissime si amalgamano con estrema scioltezza in una linea di canto davvero omogenea, impreziosita di un fraseggio raffinato e di un'incredibile capacità nell'uso dei chiaroscuri. Il rondò finale “Tanti affetti… Fra il padre, e fra l'amante” è una vera e propria lezione di canto e lascia l'intero teatro a bocca aperta.

La affianca un altrettanto meraviglioso Juan Diego Florez nel ruolo di Giacomo. Tenore rossiniano per eccellenza, l'artista peruviano si mostra in perfetta forma, elegante, quasi idilliaco nel primo lungo duetto con Elena, assolutamente unico in “Oh fiamma soave”, tecnicamente perfetto oltre che decisamente espressivo nell'interpretazione, nel fraseggio e nei cromatismi. Ineccepibili le colorature e i luminosissimi acuti.

Recensione opera lirica La donna del lago di Gioachino Rossini al Teatro La Scala di Milano Daniela Barcellona è indiscutibilmente una cantante di prima classe e sa dispiegare il repertorio del compositore pesarese con attenta precisione e chiara intenzione. I suoi ruoli en-travesti sono sempre perfetti e nella parte di Malcom non fa altro che avallare questa ipotesi, che ormai è una certezza. La cavatina d'ingresso “Mura felici… Elena! Oh tu, che chiamo!” è un ottimo esempio di tecnica ed espressione rossiniana, e la seconda aria “Ah si pera… Fato crudele” una bellissima prova di fraseggio nel cantabile e di virtuosismo nella cabaletta.

John Osborne è Rodrigo e, con la sua bella voce brillante, è il giusto completamento di un quartetto davvero sorprendente. Le sue mezze voci, le filature e i piani sono affascinanti e raffinati, buona la tenuta dei fiati. Peccato che nel primo recitativo una nota grave sulla prima frase, nella ripetizione di “miei prodi” e un acuto preso male rovinino tanta perfezione, ma si tratta chiaramente di casi isolati e non è possibile mettere in discussione né la vocalità né la tecnica di questo tenore, soprattutto tenendo in considerazione la micidialità di questa cavatina. Nel drammatico terzetto di secondo atto, intenso ed emozionante, i tre interpreti sono un'impeccabile dimostrazione di apice tecnico e nei quasi venti minuti di musica che compongono questa pagina, rappresentano la quintessenza dell'interpretazione del pesarese.

Recensione opera lirica La donna del lago di Gioachino Rossini al Teatro La Scala di Milano Simon Orfila, nei panni di Douglas, si prodiga in un'esecuzione più che corretta, ma non mirabolante come il resto dei protagonisti. La differenza si nota soprattutto nell'esecuzione della regola rossiniana.

Buona la prova di José Maria Lo Monaco nelle vesta di Albina, soprattutto nel concertato del finale primo. Completano il cast Jaeheui Kwon e Jihan Shin nei panni di Serano e Bertram.
Eccelso il Coro del Teatro alla Scala guidato da Bruno Casoni.

 
 
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