Trionfo per l'esibizione di Maria Luigia Borsi e il Duo Baldo al Teatro del Giglio di Lucca l'11 settembre scorso in occasione degli eventi per la riapertura della casa natale di Giacomo Puccini. La Borsi arricchisce la propria vocalità con nuove sfumature e nuove sonorità, passando in modo quasi naturale da momenti in cui la voce è mirabilmente eterea e cristallina ad altri in cui la la forza drammatica si manifesta con nitidezza e pulizia esemplari: un'interprete vera, lontana dai cliché a cui ci hanno abituati troppi cantanti.
La Borsi e il Duo Baldo, costituito da Brad Repp al violino e
Aldo Gentileschi al pianoforte, ha proposto al teatro gremito un originale concerto costituito da fantasie su quattro opere pucciniane: La Rondine, La Bohème, La Fanciulla del West e Madama Butterfly. Un programma tutt'altro che scontato, molto al di là della semplice riproposizione di arie conosciute: il Duo Baldo ha infatti sapientemente arrangiato i brani delle varie opere, con la revisione di
Bruno Canino. Repp e Gentileschi, il quale ha suonato sul pianoforte Steinway & Sons di Puccini appena restaurato, hanno mostrato affiatamento e grande competenza, caratterizzando i vari passi con colori sempre cangianti e mai banali, con freschezza e grande abilità tecnica sempre inserita in un contesto comunicativo di alto livello. Ospite particolare,
Rick Hutton, che con impareggiabile ironia ha intervallato la musica tramite una serie di letture “pucciniane”.
In tutto ciò si deve assolutamente fare un accenno allo staff del Teatro del Giglio che, nonostante gli ultimi anni durante i quali è stato quasi permanentemente in agitazione come è successo in tanti altri ambienti lavorativi non solo culturali in Italia, ha dimostrato spirito di gruppo e professionalità. Una professionalità sprecata, evidentemente, poco compresa nel suo vero potenziale dai vari signori della politica.
La Borsi, dopo il concerto, ha rilasciato un'intervista per noi.
- Come nasce l'idea di questo spettacolo?
L'idea di questo spettacolo nasce circa quattro anni fa con l'intento, nel 2008, di onorare il 150º anniversario della nascita di Puccini; ma la matrice principale, anche se sembra banale dirlo, è l'amore, l'ammirazione per la sua Arte. Il mio entusiasmo, l'adorazione che ho avuto per Puccini da quando avevo tre anni, sono stati così travolgenti che sono riuscita a convertire due bravi musicisti all'opera: Brad Repp, violinista di origine statunitense dalla vulcanica e straordinaria personalità incline al raffinato repertorio cameristico e Aldo Gentileschi, pianista compositore pratese, valido e umile musicista, apparentemente mite ma ribelle ai capricci dei cantanti. Ed è così che ci siamo messi all'opera. Le Fantasie sono il frutto di un lavoro di squadra, dove ognuno ha apportato idee ed esperienza.
- Il programma iniziava con "La Rondine", l'opera pucciniana che, a mio avviso, è la più sottovalutata e che invece per te è molto importante. Per quale motivo credi che non sia stata ancora recepita appieno?
(sorridendo) Sarà forse perché Magda non muore? Penso che non sia stata recepita appieno in parte perché subisce il successo delle altre opere e inevitabilmente è messa in ombra; inoltre è un 'opera non semplice da mettere in scena. Il primo atto è complesso, se non è ben pensato, leggero e credibile finisce per annoiare. Personalmente trovo "La Rondine" un'opera non scontata, attuale, apparentemente leggera ma di un'intensità dirompente.
-Recentemente al Petruzzelli di Bari hai interpretato Madama Butterfly con tua figlia.
E' stato un caso in realtà, non era programmato ma è accaduto. E' stata un'esperienza travolgente, unica, irripetibile. Grazie ad Ambra, alla sua sensibilità, alla sua spontaneità, sono riuscita a calarmi ancora di più in questo ruolo che adoro e a capire più a fondo il personaggio ed il significato delle parole che canto. Ambra era molto coinvolta perché non solo conosce molto bene l'opera, avendo visto non so quante prove e recite a Copenhagen, ma da buona toscana, la ama. Non dimenticherò mai la sua espressione nell'ultimo atto quando le dico.." Va. Gioca, gioca..." Ambra mi guardava persa, sarebbe voluta rimanere, se ne andava con le lacrime agli occhi, si voltava insicura e mi obbligava a sorriderle per rassicurarla e farla uscire di scena. Ho sempre pensato che se fossi stata solo disperata mia figlia non mi avrebbe mai lasciato sola. "Tu, tu piccolo Iddio" per me è un momento grandioso dell'opera ma è anche molto difficile trovare il giusto cocktail di emozioni per renderla credibile. Forse grazie ad Ambra mi sono avvicinata all'idea che ho in testa.
- Che tipo di studio hai fatto su "Madama Butterfly"?
Per prima cosa ho cercato di cantare questo ruolo con la mia voce. Come interprete ho studiato e cercato di rispettare le minuziose annotazioni che sono indicate sullo spartito senza essere condizionata dalle altre interpretazioni. Non è una facile impresa, visto la bella e grandiosa tradizione che abbiamo alle spalle. Ma è l'unico modo per cercare di dire qualcosa di nuovo e soprattutto di autentico. Trovo molto affascinante che lo studio non finisca mai, si ha sempre qualcosa da imparare, per esempio la strumentazione mi ha insegnato molto sul colore di voce da adottare in certe frasi.
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