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Intervista a Mariella Devia e Roberto Gianola

Redazione Liricamente, 21/09/2011

In breve:
Dopo molte interviste a nomi illustri della lirica del passato, proponiamo in quest'occasione un'intervista doppia a professionisti della lirica di oggi: da una parte l'illustre Mariella Devia, una pietra miliare del canto lirico mondiale, dall'altra Roberto Gianola, un giovane direttore d'orchestra ad inizio carriera che condividono entrambe la passione e la professione artistica.
Tra una domanda personale ed una professionale cerchiamo di capire quali sono i valori, le esperienze e le impressioni di importanti artisti del momento che stanno lasciando la loro indelebile impronta nella storia dell'opera lirica.


Signora Devia, da parte di tutto il team di Liricamente, la ringraziamo molto per la gradita disponibilità a voler rispondere ad alcune nostre domande.
Poterla intervistare è un sogno che si avvela, perché siamo tutti suoi grandi estimatori.

Ringraziamo il maestro Roberto Gianola, giovane direttore d'orchestra che l'ha diretta lo scorso mese di maggio in Corea in una splendida produzione di Traviata e che si è fatto portavoce della nostra richiesta di poter fare l'intervista.

Se ce lo concedete, ci piacerebbe farvi un'intervista-doppia: vi faremo le stesse domande e vorremmo sentire le vostre risposte.
Da una parte Mariella Devia, una pietra miliare del canto lirico mondiale, dall'altra Roberto Gianola, un giovane direttore ad inizio carriera che condividono entrambe la passione e la professione dell'opera lirica.

1) A QUANTI ANNI HA INIZIATO A STUDIARE CANTO/MUSICA?
Mariella Devia sopranoMARIELLA DEVIA - SOPRANO

A sedici anni, al Conservatorio di Milano, poi ho seguito la mia insegnante, Iolanda Magnoni, al S. Cecilia, dove mi sono diplomata.
Roberto Gianola - Direttore d'orchestraROBERTO GIANOLA -  DIRETTORE D'ORCHESTRA

Ho iniziato all'età di 5 anni con l'aiuto di mio padre che mi ha passato l'amore per questa professione e i primi cenni di musica.
2) QUALI SONO LE CARATTERISTICHE CHE DEVE AVERE UN BUONE CANTANTE / DIRETTORE D'ORCHESTRA?
La voce, prima di tutto, anche se da sola – ovviamente – non basta. Ci vuole passione e, come in tutte le professioni, si devono rispettare delle regole: studio continuo e perseveranza. Inoltre si deve avere la capacità di saper scegliere il repertorio e di non avventurarsi in ruoli che non corrispondono alla propria vocalità. Il Direttore d'orchestra deve essere sicuramente una figura carismatica ; deve sapere e trasmettere quello che vuole . Deve essere severo ma allo stesso tempo fare capire di essere vicino ai cantanti e musicisti che si trova davanti.
3) IN QUALE OPERA HA DEBUTTATO?
Lucia di Lammermoor, un ruolo che mi ha seguito per tanti anni e in tanti teatri. Ho dato l'addio a questo ruolo soltanto perché sentivo che non avrei potuto aggiungere altro alla mia interpretazione. Ho debuttato con LE NOZZE DI FIGARO di Mozart nel 2001
4) QUALI SONO I SUOI AUTORI PREFERITI?
Mozart, Rossini, Donizetti, Bellini, proprio quelli che ho cantato di più. Sicuramente Verdi ma ho diretto molto anche Rossini, Mozart e Puccini.
5) TRA LE OPERE CHE HA DIRETTO, QUALE PREFERISCE?
Le potrà sembrare strano, ma non ho una "eroina" nella quale mi identifico particolarmente: ogni volta che canto cerco di essere il personaggio che interpreto; quindi le risponderei: "tutte". Ogni volta che dirigo Traviata mi sento bene. E' un'opera che ho diretto moltissime volte con emozioni sempre crescenti. Ma in generale, sono innamorato dell'opera lirica e sono entusiasta ogni volta che inizio una nuova produzione.
6) COSA SIGNIFICA BELCANTO?
Bel canto vuol dire esprimersi attraverso la vocalità e ciò richiede controllo, tecnica, un certo tipo di fraseggio e abbellimenti mai legati al caso ma all'espressività. E' forse l'espressione vocale in cui maggiormente la voce viene trattata come uno strumento e quindi esige non soltanto una tecnica inflessibile, ma la padronanza nell'emissione: legato, morbidezza, agilità, flessibilità, brillantezza, rotondità, etc. Esiste, ovviamente, un repertorio belcantistico, ma lo stile del belcanto è tale da poter estendersi fino al repertorio del tardo Ottocento, proprio per la grande attenzione alla tecnica. E' il cantante, poi, a scegliere il proprio repertorio e a capire quando la scrittura musicale collima o meno con le proprie potenzialità. L'Italia è famosa nel mondo per essere il paese del "Bel Canto" anche se in questo momento la realtà è molto diversa. Con bel canto, in parole semplici, si intende la capacità di un cantante di far vivere con la propria voce un personaggio e di far emozionare chi lo sta ascoltando. La mia esperienza in Corea e la fortuna di avere diretto il Soprano Mariella Devia mi ha fatto capire ancora di più cosa significa Bel Canto. Ogni suono, ogni suo movimento era il Bel Canto e basterebbe ascoltare un po' più spesso la sua voce per capire il significato più profondo di questa espressione.
7) IN CHE MODO SI STUDIA UNO SPARTITO/UNA PARTITURA?
Lo studio dello spartito per me è uno studio legato alla filologia. Lo spartito è un testo molto chiaro e si deve leggere così come è scritto; infatti ho sempre preferito le interpretazioni "integrali" dei singoli ruoli. Di volta in volta mi documento sul personaggio che andrò a interpretare e, naturalmente, sull'epoca in cui si svolge la storia. Leggo le biografie, i romanzi da cui sono tratte le vicende, cerco di conoscere la persona con la quale mi dovrò confrontare e il mondo che la circondava. Inutile dire che il libretto, la parola, la frase, la pausa, i segni di interpunzione sono importanti quanto quelli dello spartito. Studiare una partitura significa per il Direttore prepararsi a rispondere a qualsiasi domanda gli venga posta dagli artisti . Se si parte da questo presupposto, si arriverà veramente a fare propria una partitura.
Il Direttore d'orchestra ha l'obbligo di sapere quello che sta facendo . Lo studio deve essere totale. Battuta per battuta , nota per nota.
8) IN CHE MODO SI STUDIA TRAVIATA?
Direi proprio nello stesso modo delle altre opere, con la differenza che Traviata la conoscono tutti e questo, in un certo senso, ne amplifica la complessità. Ci sono altre opere, musicalmente anche più gravose, che non hanno la stessa aspettativa da parte del pubblico. Traviata è un opera tra le più conosciute al mondo ed è difficile studiarla senza essere condizionati da altre interpretazioni. Tuttavia, ogni volta che dirigo Traviata con una nuova compagnia, devo studiarla con loro in modo sempre diverso ed è questo il bello del nostro lavoro. L'opera è la stessa ma ogni volta qualcosa cambia. Devi ascoltare la vocalità del solista, discutere e trovare un compromesso.
9) COSA MANCA AI GIOVANI CANTANTI / GIOVANI DIRETTORI?
Mariella Devia in abiti di scenaSinceramente non saprei cosa rispondere. La mia professione non mi lascia molto tempo per andare a teatro come ascoltatrice. Ho avuto l'occasione di cantare con giovani usciti da Accademie di Perfezionamento, che interpretavano ruoli di comprimari, e l'ho fatto con piacere. Sicuramente ai giovani cantanti manca la pazienza di crescere. La professione del cantante è estremamente delicata. Viviamo in un brutto momento e capisco che tutti hanno bisogno di lavorare ma è anche vero che negli ultimi anni ho conosciuto molti colleghi che, per la necessità di vivere, si sono compromessi la voce cantando un repertorio non appropriato alle proprie qualità vocali.
Per quanto riguarda i direttori voglio dire che oggi i giovani Direttori di qualità faticano ad emergere nei nostri Teatri.
Peccato perché in Italia ci sono ancora grandi talenti e grandi musicisti che rimangono nascosti.
10) COSA PROVA PRIMA DI SALIRE SUL PALCOSCENICO?
Paura, come tutti credo!!Mariella Devia nel ruolo di Maria Stuarda di Donizetti
Quello che si prova un attimo prima è un misto di emozione e adrenalina. Vivo per questa sensazione che mi carica al massimo in ogni occasione. Non manca anche un po' di preoccupazione che cerco di "controllare" tutte le volte. Però quando salgo sul podio, tutto questo si scarica e inizia la musica.
11) L'OPERA LIRICA E' APPREZZATA PIU' IN ITALIA O ALL'ESTERO?
Sicuramente all'estero. Basta guardare il pubblico: fuori d'Italia è per lo più composto da giovani che frequentano i teatri lirici con grande assiduità. L'attenzione alla lirica all'estero è crescente, da noi i teatri sono quasi sempre in crisi, la programmazione è difficoltosa, lo situazione finanziaria generale non aiuta certamente il diffondersi della musica lirica. Sembra un paradosso, ma proprio noi che abbiamo inventato l'opera sembriamo estranei alla sua promozione. I nostri conservatorii sono frequentati da molti stranieri, la stessa lingua italiana è conosciuta nel mondo attraverso i libretti d'opera. Quanto spazio, per esempio, dedica la televisone alla lirica? E a che ora, se non nel cuore della notte? Basterebbe fare un confronto, anche su questo, con gli altri paesi europei Purtroppo l'opera lirica è più apprezzata all'estero anche se all'estero siamo sempre la nazione che ha fatto nascere l'opera.
Roberto Gianola - Direttore d'orchestra
12) E' PIU' FACILE FARE CARRIERA IN ITALIA O ALL'ESTERO?
Mariella Devia - sopranoVeramente non mi sono mai posta il problema, forse perché ho considerato più la "professione" che la "carriera". La mia professione mi ha portato all'estero come in Italia. Parlando del mio caso personale devo dire che per me, attualmente, è stato più facile far carriera all'estero . In questi ultimi 4 anni ho diretto in Usa, Russia, Francia, Austria, Messico, Brasile, Venezuela, Turchia, Rep. Ceca, Spagna, Portogallo, Ungheria, Egitto in orchestre e teatri stabili che regolarmente mi invitano tutti gli anni. In Italia devi avere una grande agenzia alle spalle altrimenti diventa difficile proporsi nei nostri teatri. Certo, cambierei ora con 4 anni di direzioni in Italia…
13) COSA PROPONE PER PORTARE PIU' PERSONE ALL'OPERA?
Introdurre l'insegnamento della musica fin dalle scuole elementari potrebbe essere di grande aiuto ai giovani. Non soltanto per diventare buoni ascoltatori, ma per confrontarsi con una disciplina, che al pari della letteratura e delle arti visive in senso lato – compresi quindi il cinema, la fotografia, i video – consente di inserire nella nostra quotidianità l'espressione artistica. La pubblicità in Italia per l'opera lirica deve cambiare. L'opera Lirica deve rientrare nell'abitudine degli italiani di ascoltare buona musica.
14) QUAL ERA IL SUO SOGNO DA BAMBINA/O?
Naturalmente fare la cantante lirica! Sapevo fare solo due cose da bambino: suonare e giocare a calcio. Alla fine ho realizzato uno dei miei due sogni. Mi sembra una grande fortuna già questo.
15) QUAL E' IL SUO PEGGIOR DIFETTO?
Sono una persona molto introversa. Le dirò che io non lo considero un difetto, ma qualche volta il mio essere "chiusa" viene scambiato per insofferenza o altro e questo mi dispiace. Anche se lo nascondo bene, sono molto permaloso.
16) E IL SUO MIGLIOR PREGIO?
Non dovei dirlo io! Sono esigente nei confronti di me stessa e, come avrà capito, abbastanza schiva. Direi che un mio pregio è l'essere affidabile. La calma e la tranquillità anche in momenti critici.

Ringraziano Mariella Devia e Roberto Gianola per la cortesia dimostrata, lasciamo ai nostri lettori con due video: il primo relativo all'opera La Traviata realizzata a Seul in cui Mariella Devia è una splendida Violetta diretta da Roberto Gianola e il secondo è un video amatoriale di una storica rappresentazione dell'opera Maria Stuarda di Gaetano Donizetti al Teatro Luciano Pavarotti di Modena.



 
 
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