Il Teatro Regio di Parma ospita l'annuale appuntamento
filantropico, organizzato dal Comitato Parma col Cuore a favore del
Centro Antiviolenza, con una esecuzione di Rigoletto
in forma di concerto, con la partecipazione del baritono parmense Luca
Salsi, che ha scelto quest'occasione per il suo debutto nel complesso
ruolo verdiano.
Purtroppo non tutta la città risponde positivamente alla chiamata – molti
assenti si dicono sospettosi della reale e totale consegna della beneficienza
ricavata – ed il terzo e quarto ordine di palchi restano vuoti. Tra proteste e
indisposizioni scompaiono anche alcuni nomi dal cartellone, per vederne
misteriosamente comparire di altri.
Luca
Salsi, come già detto più volte, è un eccezionale baritono dalla voce
giovane e fresca, dotato di tecnica solidissima, e sa affrontare le difficili
pagine del buffone in maniera molto intelligente, puntando principalmente sulle
qualità liriche della sua voce, senza mai forzare l'accento drammatico, dando
ampio spazio allo squillo potente e sonoro, all'armonia musicale ed equilibrata,
fraseggiando con disinvoltura ed eleganza, evitando giustamente certe note
d'espressività che sarebbero risultate forzate e troppo marcate. Questa prima
prova del baritono trentaseienne, che già calca con meritato successo i più
grandi palcoscenici del mondo, non è priva di piccolissime imprecisioni e
qualche minima sbavatura, ma lascia chiaramente intendere che col tempo questo
personaggio crescerà e diventerà una realtà internazionale, soprattutto se si
considerano lo studio tecnico, l'approfondimento della parte e l'acume con cui
Luca Salsi affronta sempre ogni ruolo nuovo.
Ji Hye Son, contattata all'ultimo minuto, è una Gilda
– e una sorpresa – piacevolissima. Si sente palesemente che la voce è molto
giovane, ma è estremamente precisa, la tecnica è importante, la linea di canto è
omogenea in tutti i registri, i filati e i pianissimi raffinati e ben emessi.
Riesce addirittura a recuperare, con destrezza e scioltezza, un brutto
inconveniente durante “Caro nome”, quando il direttore esce
completamente di tempo.
Giordano Lucà è certamente dotato di natura di un bel timbro
e ha tutte le potenzialità per crescere, ma la voce è ancora poco sostenuta,
talvolta cade all'indietro, i fiati non sono dei migliori e di conseguenza ne
risente tutto il suo canto. Andrebbe riascoltato dopo un sostanzioso periodo di
studio.
Anna Maria Chiuri è il secondo regalo della serata, poiché
sostituisce una collega assente. Da molto tempo non si sentiva una Maddalena
dalla voce così possente, ombrosa, calda, armoniosa e finalmente l'ascolto della
scena con Sparafucile che conduce all'assassinio di Gilda torna ad
essere uno dei momenti più intensi del melodramma. Complice anche la voce di
Enrico Iori, perfettamente amalgamata a quella di Anna
Maria Chiuri, entrambi dotati di volume ed eccellente proiezione,
necessari durante la tempesta, quando l'orchestra raggiunge le sue massime
dimensioni. Il basso parmense ha fatto di questo ruolo uno dei suoi cavalli di
battaglia e il risultato si sente, soprattutto nel fraseggio del duetto con
Rigoletto. Ottimo il fa grave su “Sparafucil”.
Buone le prove di Alice Quintavalla, relegata nella piccola
e centralissima parte di Giovanna, Alessandro Bianchini,
Riccardo Certi ed Eugenio Masino nei panni di Ceprano,
Marullo e Borsa. Efficace, ma un po' traballante, il Monterone
di Massimiliano Catellani. Conclude il cast Giovanna
Pattera nelle vesta della Contessa di Ceprano e del Paggio.
Andrea Battistoni, sul podio dell'Orchestra del
Teatro Regio di Parma, anche se inizialmente non era previsto e non è
chiara la defezione del collega, è la vera delusione della serata. Dopo
l'eccellente Attila e l'affascinante
Barbiere – anche se pubblico e critica non erano completamente in
accordo – con Rigoletto cade inesorabilmente sulla
superficialità, come se non avesse studiato la partitura. Le note ci sono tutte,
ma oltre a rischiare di buttare fuori il soprano, dirige con pesantezza ed
eccessivo volume, scordando i colori, i cromatismi, i piani, i pianissimi e
l'armonia di certe frasi. Ci si augura che si tratti di un'indisposizione
temporanea e che il talento di cui si parla non sia solo una montatura delle
agenzie.
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