(Clicca sulle immagini per allargarle - Foto tratte dal sito del Teatro Regio di Parma)
Lo spettacolo firmato da Stefano Vizioli nel 1995, con scene di Francesco Calcagnini, costumi di Annemarie Heinreich e luci di Franco Marri.
L'allestimento è vistosamente datato, ma è costruito con tale precisione di movimenti e tale naturalezza nelle gestualità da attirare l'attenzione solo sui personaggi e potrebbe davvero essere rappresentato su un palcoscenico vuoto, nella scatola nera, e ciò mostra in tutto e per tutto la bravura del regista e la sua abilità nel compiere il proprio mestiere. Inoltre molte idee arricchiscono la vicenda, come la partecipazione alla serenata di Almaviva per Rosina di alcuni professori d'orchestra in costume, saliti dalla buca sul palcoscenico per mezzo di una scala a pioli; la partecipazione in scena del Maestro al cembalo Simone Savina e di Dmitry Korchak al pianoforte di Savina nella prosecuzione della lezione di canto di Almaviva e Rosina.
Alla prova generale di mercoledì 13 aprile, la direzione di Andrea Battistoni, giovane talentuoso già noto al pubblico parmigiano per la coinvolgente esecuzione di Attila al Teatro Verdi di Busseto durante il Festival 2010, è molto precisa e accurata, toccante durante la sinfonia, più maestosa che briosa, molto personale e di notevole interesse.
La mano del Maestro veronese è ben salda, il polso è sicuro, il gesto è chiaro e mantiene un buon equilibrio tra buca e palcoscenico, perdendo mai di vista i solisti, che hanno sempre gli occhi puntati su di lui.
Luca Salsi è un Figaro giovane e frizzante e mostra tutta la brillantezza e lo squillo di cui gode la sua vocalità. Forse non possiede tutte le sfumature e gli accenti di uno specialista del repertorio rossiniano, ma sa eseguire il ruolo con la dovuta professionalità che sempre lo contraddistingue. I numerosi acuti sono limpidi e ben saldi, la voce è giustamente mantenuta in punta e l'interpretazione è briosa e vivace. Il pubblico conterraneo lo accoglie con meritato calore, sia dopo la famosissima cavatina d'ingresso, sia al termine della rappresentazione.
Ketevan Kemoklidze veste i panni di una Rosina piccante, tanto "dolce, amorosa" quanto "vipera". La voce del giovane mezzosoprano georgiano è piacevolmente brunita, pur godendo di acuti facili e ben saldi. Talvolta sembra ingrossare le note gravi, ma presumibilmente si tratta di una peculiarità nella sua impostazione, più che di un'imprecisione. In effetti la tecnica di canto della Kemoklidze è un po' particolare, anche sulle agilità e i piani, ma si nota chiaramente che è consapevole di ciò che fa. La dizione è pressoché perfetta, come se fosse di madrelingua italiana.
Dmitry Korchak, annunciato indisposto, è un Almaviva estremamente corretto e generoso nella voce e nell'interpretazione, nei cromatismi e nell'uso dei colori, ed esegue anche la lunga e difficile aria finale "Cessa di più resistere" spesso tagliata da molti suoi colleghi, ricavandone lunghi e meritati consensi. Il fraseggio espressivo, le raffinate mezze voci, gli acuti aggraziati e la presenza scenica arricchiscono ulteriormente il suo personaggio.
Bruno Praticò è un Don Bartolo davvero spassoso e divertente e porta in scena certamente una delle migliori interpretazioni di questo ruolo rossiniano. Molte sono le gag esilaranti e numerosi gli interventi dialettali che caratterizzano localmente il personaggio. Purtroppo la voce non è più quella di un tempo, soprattutto nell'intonazione e nell'appoggio, ma la simpatia e le abilità di attore fanno perdonare certe mancanze nella vocalità.
Giovanni Furlanetto veste i panni di un Don Basilio piacevolmente insolito, più ingenuo abbindolato che furbo imbroglione. Il basso buffo porta in scena un personaggio davvero divertente e una vocalità spiccatamente belcantista, con tutta l'eleganza che ne consegue.
Natalia Roman, nel ruolo di Berta, porta sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma tutta la sua simpatia, amalgamandosi perfettamente al divertente contesto ed è accolta molto calorosamente dal pubblico, più per l'interpretazione che per il canto, che non è sempre perfetto. Purtroppo gli acuti non sono molto puliti e ciò è molto evidente tanto durante l'aria "Il vecchiotto cerca moglie", in cui manca anche il tipico vibrato rossiniano, quanto nei concertati di secondo atto.
Completano il cast Vittorio Prato e lo spassoso Noris Borgogelli nelle vesta di un assonnatissimo Ambrogio.
I solisti sono accompagnati come sempre dall'eccellente Coro del Teatro Regio di Parma diretto da Martino Faggiani.
|