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» Recensione dell'opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni al Teatro alla Scala di Milano

Silvia Cosentino, 05/03/2011

In breve:
Milano, 05/02/2011 - Al Teatro alla Scala dal 16 gennaio al 5 febbraio e' andata in scena Pagliacci e Cavalleria Rusticana, opere proposte dal regista Mario Martone con un cast stellare.


(Clicca sulle immagini per allargarle - Foto tratte dal sito del Teatro alla Scala di Milano)

Recensione Opera Pagliacci e Cavalleria Rusticana alla Scala di Milano

Dal 16 gennaio al 5 febbraio al Teatro Alla Scala è andata in scena la nuova produzione di Pagliacci e Cavalleria Rusticana: proposte insieme come da quella tradizione che ne riconosce i comuni aspetti veristi, le due opere sono firmate dal regista Mario Martone e vantano un cast stellare, tra cui Luciana D'Intino, José Cura e Salvatore Licitra.


L'allestimento di questi due capolavori, certamente affini nella realistica veemenza con cui vengono trattate le passioni umane, ma altresì parecchio diversi per quanto riguarda gli schemi compositivi, ha nell'interazione con il pubblico e nell'abbattimento della quarta parete uno dei nodi principali. Il raggio di azione dei cantanti è infatti ampliato grazie a due pedane che, dalla fine del proscenio, corrono ai lati della buca investendo la sala: i personaggi vi si muovono con disinvoltura, a volte spuntando addirittura dai palchetti di barcaccia o da una porta di platea. Se l'espediente è ormai cosa già vista e inflazionata nell'ambito della prosa, lo stesso non si può dire per la lirica: come se ce ne fosse stato bisogno per questi due soggetti già naturalmente coinvolgenti, l'espediente contribuisce ulteriormente a catapultare lo spettatore ora in Calabria, ora in Sicilia, a sentir pulsare ancor più intensamente le devastanti tensioni vissute dai protagonisti.

Recensione Opera Pagliacci e Cavalleria Rusticana alla Scala di Milano

Sergio Tramonti ambienta Pagliacci in una grigia periferia dai sapori anni '70-'80: lo sfondo e la parte destra del palco sono occupati dallo svincolo di un ponte stradale, i cui piloni sono ricoperti di manifesti stappati; la compagnia di Canio si presenta con una roulotte, macchine d'epoca, camiocini più o meno malmessi e un gruppo di acrobati. Il teatrino della finzione nella finzione nella parte finale è rappresentato semplicemente da un tavolo con sedie posizionate di profilo al centro del palco, con il coro-pubblico disposto sulla sinistra tra proscenio e pedana, di spalle ai palchetti. Ribaltata la canonica posizione "frontale", il dinamico intreccio di relazioni tra cantanti-maschere, pubblico in scena e pubblico in sala crea un complesso insieme di emozioni in cui è quasi impossibile demarcare il confine tra verità e finzione.

Se l'operazione svolta in Pagliacci mira quindi a una rappresentazione realistica e coinvolgente, si rivela di tutt'altro genere quella svolta in Cavalleria Rusticana: a fronte di un'opera in cui musica e parole concorrono a tracciare un preciso insieme di suggestioni fatto di canzoni popolari, suoni e odori della natura, l'allestimento mantiene una decisa e non facile impronta minimalista. Domina un'atmosfera tetra, evidenziata dalla scena spoglia, fatta solo di fondale e quinte, e dai costumi scuri: la chiesa è suggerita da sedie (su cui il coro si posiziona porgendo le spalle al pubblico), da un grande crocifisso e da un semplice altare; non c'è particolare distinzione tra interni ed esterni, se non per la presenza di panche e tavoli, unici elementi a supporto dei cantanti.
Recensione Opera Pagliacci e Cavalleria Rusticana alla Scala di Milano Di particolare forza le scene di dialogo a due, in cui i personaggi si stagliano come fantasmi arrivati da chissà dove, illuminati da fasci di luce trasversale provenienti da varie direzioni. Una lettura, quindi, totalmente svincolata da un'ambientazione reale, che lascia spazio alla musica e al canto senza offrire all'occhio quella corrispondenza di immagini a cui si è abituati: scelta tutt'altro che immediata, forse apprezzabile in pieno solo a una seconda visione e, in ogni caso, difficile da assimilare a seguito dell'importante impatto visivo offerto in Pagliacci.

Cast prestigioso per entrambe le opere: nel capolavoro di Leoncavallo spicca l'istrionico José Cura (Canio), con quel canto particolarissimo nei respiri e nell'andamento melodico; il tenore argentino è, come sempre disinvolto in scena, rapido nei movimenti che coinvolgono tanto il palco quanto la platea e a proprio agio nell'interazione con il pubblico. Commovente l'interpretazione di Ambrogio Maestri, un enorme Tonio dal timbro possente e sicuro; colpisce la forza vocale della bella Kristine Opolais, nel ruolo di una vigorosa Nedda. Completano validamente il cast Mario Cassi (Silvio) e Celso Albelo (Peppe/Arlecchino).

Recensione Opera Pagliacci e Cavalleria Rusticana alla Scala di Milano

Cavalleria Rusticana vede invece brillare la maestria di Luciana D'Intino, che con la voce dà splendida espressione alla passionale dignità di Santuzza; da segnalare il sicuro timbro di Yonghoon Lee nei panni di Turiddu, nonché le intense performance di Ivan Inverardi (Alfio), Elena Zilio (Mamma Lucia) e Giuseppina Piunti (Lola). Sul podio Daniel Harding, giovane direttore britannico che conduce con sicurezza la pressoché perfetta esecuzione dell'orchestra.

Una serata impegnativa e intensa, in cui non mancano sia input immediati sia spunti di riflessione da portare a casa, in grado di aprire nuovi interessanti spiragli su questi grandi capolavori: si apprezza ciò che a un primo impatto accarezza l'occhio, ma anche (e forse ancor più) ciò che, pur spiazzando sul momento, rimane impresso nel tempo come possibilità interpretativa valida sebbene inaspettata.

PAGLIACCI (Ruggero Leoncavallo) – CAVALLERIA RUSTICANA (Pietro Mascagni)

DIRETTORE: Daniel Harding
REGIA: Mario Martone
SCENE: Sergio Tramonti
COSTUMI: Ursula Patzak
LUCI: Pasquale Mari

CREDITS FOTO: Amisano e Brescia, Teatro Alla Scala
CAST PAGLIACCI NELLE FOTO:
Ambrogio Maestri (Tonio)
Oksana Dyka (Nedda)
Mario Cassi (Silvio)
José Cura (Canio)

CAST CAVALLERIA RUSTICANA NELLE FOTO:
Elena Zilio (Mamma Lucia)
Claudio Sgura (Alfio)
Luciana D'Intino (Santuzza)
Salvatore Licitra (Turiddu)
 

 
 
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