Cofee Cultural Club è lieta di presentare una produzione della compagnia Teatresca: "LE SCONFITTE, libretto e musiche di Claudio Gay".
Il 20 febbraio 2011 ore 21.00 presso Teatro lirico
di Magenta sarà in scena l'opera con la regia Claudio Gay,
scenografia di Tommaso Osnaghi.
"Le sconfitte" è un'opera lirica che racconta la storia delle quattro donne sconfitte durante la guerra di Troia: Ecuba moglie di Priamo, Andromaca moglie di Ettore, Cassandra di Priamo e Elena. Le quattro donne narrano la loro sorte conseguente alla sconfitta di Troia, le loro paure e la loro vita futura.
Alla fine dovranno separarsi e abbandonare per sempre la loro casa ognuna andando per sua strada.
NOTE DI REGIA:
"Perché mi sono messo a scrivere un'opera a 20 anni?
Intanto perché sono già in ritardo di otto anni su Mozart. Il fatto è che ho sempre amato la sintesi di musica e teatro del melodramma, e sto constatando che oggi le due strade divergono. Da un lato, la musica contemporanea in Europa vive per un pubblico di nicchia, che si suppone colto e preparato. Nessuno canterebbe Stockhausen all'osteria, come accadeva per Verdi e poi per Puccini.
Dall'altro, anche il teatro persegue accanitamente la sperimentazione, ambientando in location sempre più strampalate il teatro del 700.
Non ho la presunzione di considerarmi erede di una tradizione, ma”tradere” significa tramandare,e penso che tutti noi abbiamo nei cromosomi un po'di teatro d'opera.
E perché un soggetto impegnativo come Euripide?
Perché penso che la mia generazione, quando si esprime, dovrebbe guardare un po' più in là del suo ombelico. Guardare, per strada o in métro, gli occhi di tante donne sconfitte dalla guerra, donne che non vivono certo “tre metri sopra il cielo”.
Perché penso che nella tragedia greca ci sia già tutto quello che il teatro diventerà in seguito: Euripide scriveva la musica per le sue opere, ed era attaccato dalla critica come compositore d'avanguardia, troppo trasgressivo. “Le sconfitte” però, non è musicalmente trasgressiva; a mio avviso scrivendo un'”opera” non si possono ignorare i giganti dell'800, quando si intende usare il loro lessico. Sono però anche affascinato dalla musica minimalista americana, Philip Glass in particolare,che ha una sorprendente affinità col Barocco.
Una volta ideato un progetto, si pone il problema di realizzarlo.
C'è una sorta di rassegnazione a lasciar lievitare in modo assurdo i costi della produzione lirica, e questo scoraggia i teatri (e i giovani compositori) dal proporre lavori nuovi che invece potrebbero essere realizzati low cost senza che la qualità professionale ne risenta.
Una straordinaria équipe di colleghi, miei compagni di studio, ha creduto in questa produzione, ed ha offerto la sua collaborazione seriamente e con generosità.
Le scene e i costumi, costati globalmente come un solo cuscino ricamato di Zeffirelli,sono stati realizzati da Tommaso Osnaghi, laureato a Brera, scenografo concettuale ma disposto all'avventura."
Claudio Gay |