Lo spettacolo riproduce tutto ciò che ci si aspetta da Tosca grazie a un'ambientazione rassicurante, poiché corrispondente all'immaginario comune strettamente legato alla vicenda narrata. Per il primo atto, Francesco Zito concepisce una vertiginosa prospettiva della cupola di Sant'Andrea della Valle sullo sfondo, la ricca cappella Attavanti sulla destra, il ponteggio con il dipinto di Cavaradossi a sinistra; panche per la preghiera e altare preceduto da gradini. Si prosegue con la sala di Palazzo Farnese, imponente nel perfetto stile neoclassico, con tavoli, sculture e un'elegante chaise longue, per poi concludere sulla tetra piattaforma di Castel S. Angelo, il cui parapetto (dove campeggia lo stemma papale), è delimitato da una cancellata intervallata da colonne. Allo stesso modo i costumi, dello stesso Zito, restano fedeli all'epoca: spiccano gli abiti di Tosca, dall'arioso vestito verde acqua a quello elegante rosso fuoco. Unica nota di libera interpretazione è l'irruzione, alla fine del Te Deum, di giovani rivoluzionari: lanciano volantini rossi e tentano di aggredire i prelati presenti, ma vengono subito fermati dagli uomini di Scarpia. Le luci di Gianni Paolo Mirenda accompagnano con realismo l'andamento degli eventi.
Sul podio dell'Orchestra del Maggio, il sempre immenso Zubin Metha guida con tempi ampi un trio di protagonisti centrato, ma non eccezionale: Adina Nitescu è una Floria dalla voce solida, un po' imprigionata in una gestualità vecchio stampo; Marco Berti (Cavaradossi) raggiunge vigore sugli alti con qualche incertezza nei passaggi tonali; Giovanni Meoni è puntuale e convincente, sebbene il ruolo di Scarpia richieda maggior potenza e incisività vocale. Buona la prova del Coro del Maggio (diretto da Piero Monti) e de I Ragazzi Cantori di Firenze (Associazione Musicale Francesco Landini), guidati da Marisol Carballo.
La messinscena scorre in maniera godibilissima, nella totale esaltazione delle atmosfere pucciniane, nel coerente svolgimento di quel complesso magma di pulsioni, lungi dall'esser sempre positive, da cui nessuno dei protagonisti è immune. Nella sua prorompente bellezza, l'allestimento risulterebbe in qualche modo scontato per quella parte di pubblico più sensibile all'innesto di costanti novità interpretative; vale la pena, in questo caso, ricordare l'originale collocazione di questa Tosca nella felice rassegna Recondita Armonia 2008 (purtroppo interrotta quest'anno dopo il fortunato seguito del 2009): gli spettacoli "leggibili" erano funzionali alla divulgazione a un pubblico più ampio possibile, grazie anche a una campagna pubblicitaria accattivante e a prezzi contenuti.
Per quanto riguarda la lirica, l'appuntamento con il Maggio Musicale Fiorentino è ormai per il 2011: a fronte della sempre più seria crisi in cui versano i teatri italiani, ci attende un anno ricco di variegati appuntamenti con titoli, allestimenti e protagonisti importanti. Di certo da non perdere.
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