Applausi per “La Traviata” andata in scena al Comunale di Bologna: Anna Maria Dell'Oste regge il difficile confronto con Mariella Devia, interprete doc di Violetta, con la quale si è alternata nel ruolo della protagonista durante le varie repliche.
La Dell'Oste, dopo un primo atto non proprio impeccabile, si riscatta ampiamente nel seguito dell'opera dando il meglio di sé nei passi più introspettivi durante i quali mette in mostra un timbro caldo e coinvolgente. Fernando Portari, nei panni di Alfredo Germont, entra a pieno nel personaggio soprattutto quando incalzato da Stefano Antonucci.
Antonucci, interpete di Giorgio Germont, si dimostra il vero mattatore dell'allestimento. Il timbro caldo, avvolgente e sonoro, viene modulato sapientemente da Antonucci: ma, cosa forse ancor più importante, si cala nel personaggio a livello attoriale. Giorgio Germont appare quale deve essere, e trascina con sé gli altri personaggi non solo musicalmente, ma anche psicologicamente.
Di rilievo anche la regia di Alfonso Antoniazzi con scene di Paolo Giacchero e costumi di Claudia Pernigotti. Forse non è azzardato partire dal secondo quadro del secondo atto con il bravissimo coro in maschera che ricorda l'orgia di “Eyes wide shut”: da questo quadro possiamo dare una chiave di lettura generale della regia individuando richiami ad “Arancia meccanica” nel primo atto, “Barry Lyndon” nel primo quadro del secondo atto, e “2001 Odissea nello spazio”.
Il secondo quadro del secondo atto, con Violetta separata spazialmente dal resto dei personaggi, già sottolinea l'isolamento totale della protagonista. L'ultimo atto ancor di più: Violetta canta mentre la sua controfigura, il suo doppio (un doppio, appunto, come in "2001 Odissea nello spazio"), è morente a terra. In realtà già dall'inizio dell'atto questa trovata fa risaltare ancora di più non solo l'isolamento di Violetta, ma il suo essere già morta, mentre le pareti in prospettiva sottolineano lo scorrere implacabile del tempo. Ma Violetta rimane ferma nella corsa del tempo.
Buona prova anche per i ruoli "minori" fra i quali Giuseppina Bridelli nei panni di Flora, continua a spiccare facendosi notare anche come presenza scenica: Lucia Michelazzo (Annina), Francesco Brito (Gastone), Mattia Campetti (Barone Douphol), Davide Bartolucci (Marchese d'Obigny), Masahi Mori (Dottor Grenvil), Luca Visani (Giuseppe), Sandro Pucci (il commissionario), Marco Danieli (domestico di Flora). Il coro del Comunale di Bologna (Maestro del coro, Paolo Vero), ha sfoggiato un'ottima versatilità nell'affrontare i vari piani sonori trovando una sintonia perfetta con i cantanti e con l'Orchestra del Comunale diretta da Michele Mariotti.
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