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Magnifico Tenore: Vita di Giuseppe Lugo.

Niccolò Adami, 25/08/2010

In breve:
In occasione del trentesimo anniversario della scomparsa del tenore Giuseppe Lugo, l'Associazione Crea di Custoza presenta in prima nazionale lo spettacolo Magnifico Tenore: Vita di Giuseppe Lugo, uno spettacolo scritto e diretto da Carlo Saletti.


In occasione del trentesimo anniversario della scomparsa del tenore Giuseppe Lugo (Rosolotti di Sona, 18 Giugno 1899 – Milano, 18 settembre 1980) l’Associazione Crea di Custoza presenta, lunedì 6 settembre ore 20.30 in Piazza XXIV Maggio, la prima nazionale di MAGNIFICO TENORE: Vita di Giuseppe Lugo, uno spettacolo scritto e diretto da Carlo Saletti.

Lo Spettacolo, inserito nel calendario “Sensi Unici 2010” dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Sommacampagna e di “Provincia in Festival”, vuole ripercorrere la vita di Lugo raccontandone il suo straordinario svolgimento: da emigrato in Belgio sino ai fasti dei debutti nei principali teatri europei, dalla tumultuosa stagione votata al cinema sino al buen retiro sulle colline di Custoza, località nella quale ha risieduto nell’ultima parte della sua vita.
Farà da fondale allo spettacolo la facciata della Chiesa parrocchiale di Custoza, mentre sulla sua bianca scalinata in pietra agiranno due attori, una ballerina e cinque cantanti (il tenore Salvatore Damino e gli allievi dell’Accademia di formazione artistica Kairòs: Carlotta Belletto, soprano; Silvia Vassallo e Alice Marini, mezzosoprani; Alberto Sparadotto, baritono) accompagnati al piano dal maestro David Jackson, per evocare la carriera del tenore che negli anni trenta cantò nei maggiori teatri europei entusiasmando le platee con la sua voce.
Saranno messi in scena brani tratti da Werther di Jules Massenet, Il Trovatore e Rigoletto di Giuseppe Verdi.
Allo spettacolo teatrale parteciperanno anche il Coro San Pietro in Vinculis e il Gruppo Campanario di Custoza.


Interpreti:

Il narratore: Mimmo dè Tullio

Giuseppe Lugo: Otello Bellamoli

L’ultima ballerina: Sonia Paltrinieri

Il tenore: Salvatore Damino

Il soprano: Carlotta Bellotto

Il mezzosoprano: Silvia Vassallo

L’altro mezzosoprano: Alice Marini

Il Baritono: Alberto Sparadotto

Coro San Pietro in Vinculis di Custoza
diretto dal Maestro Miguel Angel Musumano

Gruppo campanario di Custoza
diretto dal Maestro Igino Ranzato

Costumi: Lorena Marin

Movimenti coreografici: Sonia Paltrinieri

Ideazione scenica e regia: Carlo Saletti

Maestro accompagnatore: David Jackson

 

Note di regia

Un uomo anziano – ha da poco compiuto ottantuno anni – muore nel sonno. Ha vissuto vicende straordinarie.
Ha cantato nei maggiori teatri di mezzo mondo e ha entusiasmato le platee con la sua voce meravigliosa. La vita lo ha destinato a incantare.
È il giorno del suo funerale. La cerimonia funebre sta per concludersi e gli amici sono pronti per accompagnarlo al camposanto. Tuttavia, prima che l’uomo divenga ombra, gli è dato di compiere un ultimo atto: avrà qualche istante ancora per raccontare la sua vita. Il tempo che gli è concesso è limitato e dovrà scegliere cosa dire. Naturalmente, l’uomo prova il desiderio di tornare indietro negli anni – non è della vecchiaia che vuole parlare, non degli ultimi tormenti, ma di un tempo piuttosto lontano.
I ricordi prendono corpo. Il ragazzino tredicenne, che aiutava il padre nel suo commercio ambulante, è divenuto un tenore scritturato dai principali teatri d’Europa. Poiché il mestiere di chi sta in scena – che reciti o che canti poco fa differenza – permette l’innegabile privilegio di evocare storie e suscitare emozioni, l’uomo, raccontando, incontra alcuni dei personaggi che ha interpretato nella sua carriera di cantante d’opera. Così, irrompe una compagnia di cantanti girovaghi che aiuterà l’uomo a mettere in scena, su quel precario palcoscenico, alcuni brani del suo antico repertorio.
La scenografia è naturale: una chiesa di campagna dalla facciata spoglia. Una semplice gradinata conduce al portale d’ingresso. Davanti alla gradinata, un praticabile ricoperto di erba. Sulla sua destra, una sorta di pontile. Nient’altro. Poche decine di metri più in là, c’è un cimitero. È dove si trovano, oggi, le spoglie di Giuseppe Lugo.

Nota biografica

Giuseppe Lugo nasce a Rosolotti di Sona, in provincia di Verona, il 18 giugno 1899, da Pietro Lugo ed Elvira Magalini, che morirà nel 1903, in seguito al parto del nono figlio.
Inizialmente segue il padre, che al lavoro nei campi alterna il commercio ambulante, manifestando precocemente l’attrazione per il canto. Non ancora quattordicenne, nell’estate del 1913 è tra gli spettatori che applaudono il celebre tenore Giovanni Zenatello in Arena. Tre anni dopo, si trasferisce a Milano in cerca di fortuna, trovando impiego come bigliettaio sui tram della metropoli. Nel frattempo, l’Italia ha dichiarato guerra all’Austria. Lugo viene richiamato e combatte sul Piave e sull’altipiano di Asiago. Terminata la guerra, viene assegnato alla mensa militare di Bologna, prima di essere congedato.
Dopo un breve periodo passato a servizio, come maggiordomo, di una ex cantante d’opera, nel 1923 decide di emigrare in Belgio, dove troverà lavoro prima in una segheria e poi in una fornace.

L’incontro con il musicista Léon Gaudier, che dirige la corale locale di Charleroi e di cui Lugo sposerà, nei primi anni trenta la figlia Suzanne, permette il primo contatto del giovane veronese con l’ambiente musicale.
Rientrato in Italia, è nuovamente a Milano dove trova impiego prima come usciere e poi come aiutante di un tappezziere. Prende lezioni di canto dal maestro Raffaele Tenaglia. La perdita del lavoro, lo costringe a ritornare in Belgio, dove ancora ha amici. Poco più che trentenne, Lugo ha finalmente la sua grande opportunità. La vittoria a un concorso di canto gli permette di farsi sentire in una delle maggiori istituzioni musicali francesi. L’audizione gli porta un contratto triennale all’Opéra Comique di Parigi, dove interpreterà il suo primo ruolo da protagonista in Tosca, per cantare poi in La Boheme, Les Pêcheurs de perles (I pescatori di perle), Rigoletto, Madame Butterfly, Faust, Werther e Manon. È l’avvio di una carriera ricca di successi, per quanto abbastanza breve: Lugo canterà, infatti, continuativamente per dodici anni, dal 1931 al 1942, in alcuni dei principali teatri musicali europei, convincendo la critica e gli appassionati per la pienezza delle sue doti di tenore lirico. Nel 1936, si stabilisce a Milano, e avrà così modo di farsi apprezzare anche dal pubblico italiano, proponendo i titoli del repertorio precedente, a cui si aggiungono La fanciulla del West, Mefistefole e Turandot.
Nei primi anni quaranta, Lugo è impegnato anche nel cinema: comparirà, infatti, quale protagonista in quattro pellicole, girate tra il 1939 e il 1943, secondo la moda del periodo di ricorrere a star dell’ambiente operistico. Con il protrarsi della guerra, l’attività teatrale si interrompe. Lugo e la famiglia – nel frattempo sono nate due figlie e un figlio – trovano riparo nella casa paterna di Rosolotti. La fine delle ostilità, tuttavia, non corrisponde alla piena ripresa della sua attività canora. Le serate e i concerti sono sempre più rari. Il grande tenore si ritira dalle scene nel gennaio del 1950, dopo aver cantato, al teatro Alfieri di Asti, per l’ultima volta nel ruolo che più ha interpretato, quello di Mario Cavaradossi. Lascia la residenza milanese, per trasferirsi a Custoza, piccola frazione di Sommacampagna (Verona), in prossimità del paese natale, dove ha acquistato una villa e dei campi e dove trascorrerà gli anni successivi. Nel 1960, adatta l’abitazione a ristorante – inizialmente doveva chiamarsi Locanda Cavaradossi –, che gestirà in prima persona sino al 1969.

Lugo muore a Milano, il 18 settembre 1980. Nel 1994, la sue spoglie sono state traslate nel cimitero di Custoza.

 

Informazioni

Stefano Adami - 349 3070366
Maurizio Cassano - 335 1632228

 
 
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