Recensione di Corrado Ambiveri
Una serata speciale, fresca e col pubblico delle grandi occasioni quella che
a Nibbiano ha visto in scena, nello spiazzo antistante la piscina comunale, la
celeberrima opera di Giuseppe Verdi “Rigoletto” allestita come anche gli
altri anni da un dinamicissimo Luigi Frattola, noto tenore valtidonese
che quest'anno ha deciso di riservare per sè solo il ruolo di direttore
artistico, per quanto riguarda la mini-stagione lirica estiva che già da alcuni
anni anima le vallate piacentine.
“Rigoletto”, dicevamo. Semplificando molto, e con un pizzico di
ironia, potremmo sintetizzarne la trama in questo modo: Gilda è la figlia
segreta, bella e un po' oca, del deforme ma furbo Rigoletto, giullare del
duca di Mantova. Il duca è un galletto insaziabile e seduce Gilda
travestito da studente. Rigoletto si vendica assoldando Sparafucile,
un killer col destino nel nome, che però finisce con l'uccidere
involontariamente Gilda, che fa di tutto perchè la storia finisca così.
Il duca rimane impunito.
”Rigoletto” è sempre stata terreno di scontro tra wagneriani e verdiani. I
primi accusano quest'opera in particolare (e tutta la “trilogia popolare” in
generale) di rozzezza, grossolanità e infantilismo culturale. L'accusa di
convenzionalismo e banalità viene naturalmente contrapposta alla complessa e
innovativa ispirazione wagneriana. Per Verdi salì invece sul ring
nientemeno che Igor Stravinski, che scrisse: “C'è più genuina sostanza
e innovazione ne “La donna è mobile” che nella retorica e nelle “vociferazioni”
della Tetralogìa”.
Il cast internazionale presente mercoledì sera sul palcoscenico di Nibbiano
non ha affatto deluso: il baritono messicano Oscar Garrido ha adempiuto
correttamente il suo compito nel ruolo del protagonista, così come gli squilli
del tenore Luca Bodini hanno meritato applausi, in special modo dopo la
celebre aria “La donna è mobile” ed il quartetto del terzo atto. Austero
ed estremamente corretto, come si addice ad un sicario che si rispetti, lo
Sparafucile del basso coreano Tae Jeong Hwang. Su tutti è però
brillata la stella adamantina di Gabriela Istoc, perfetta sotto ogni
aspetto: la soave voce capace di delicate sfumature come di squilli intemerati,
la presenza fisica che si attagliava più che adeguatamente al ruolo della
virginale Gilda, l'arte scenica estremamente appropriata e che ha saputo
cogliere in ogni dettaglio il carattere del personaggio. Forse, questa recita di
Nibbiano potrebbe rappresentare per la giovane soprano rumena l'inizio di una
luminosa carriera.
Tra coloro a cui erano assegnate le parti di contorno, il più in forma ci è
sembrato il baritono Graziano Dallavalle, che nei panni di Monterone
ha trovato modo anche questa volta di far udire la sua tonante voce in ogni
angolo dell'ampia arena, anche quando l'orchestra suonava “a tutta”.
Sensuale e disinvolta la mezzosoprano zaratina Maritza Kolega nella
parte di Maddalena, sorella un po' “birichina” di Sparafucile.
Puntuali e positive le prestazioni di Claudio Giovani (Borsa),
Andrea Kim (Marullo), Andrea Belconte (Ceprano) e
Laura Messina (Giovanna e Contessa di Ceprano).
Ottima la direzione dell' orchestra SinfoLario da parte del maestro
Roberto Gianola, così come sempre a buon livello è stata la prestazione del
coro del Teatro Municipale di Piacenza istruito da Corrado Casati.
In queste operazioni a basso costo non è il caso di sottilizzare sulla
scenografia, ridotta al minimo indispensabile, mentre torniamo a ripetere che i
cantanti potrebbero fare un piccolissimo sforzo personale in più per quanto
riguarda i costumi. Ad ogni buon conto, il numero degli spettatori era stimabile
dalle mille alle millecinquecento unità, segno che la passione per la lirica non
è ancora morta.
Un incentivo a presenziare allo spettacolo era comunque anche rappresentato
dalla totale gratuità dell'ingresso, dovuta al concreto aiuto dato alla
manifestazione da diversi sponsor che ci sembra doveroso nominare: Banca BCC,
ditta Allied International, Impresa Gabanelli di Opera (MI), Thema Inox di
Borgonovo V.T., INA Assitalia di Castelsangiovanni, ditta Buroni e Rossi di
Piacenza, ditta CPM di Stradella (PV), Tecnosaldo Pavese di Arena Po (PV),
Civardi di Gragnano, le ditte Poplast e TGR Torneria di Castelsangiovanni,
nonchè la Copra PC, la Confindustria di Piacenza e le aziende vitivinicole
Castello di Luzzano e Ferri di Seminò.
Prezioso il supporto organizzativo del Comune di Nibbiano e delle
associazioni La Valtidone e Curte Neblani.
Leggi
anche la recensione dell'opera Rigoletto di Giuseppe Verdi firmata da Fabio Bianchi, giornalista di Libertà, quotidiano di Piacenza. |