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Addio a Giulietta Simionato

Redazione Liricamente, 09/05/2010

In breve:
In questo articolo ricordiamo Giulietta Simionato, celeberrimo mezzosoprano, scomparsa a Roma il 5 maggio 2010. Solo una settimana, e avrebbe festaggiato i cento anni.


GIULIETTA SIMIONATO
Ovvero “Come Cenerentola divenne Regina”

Dalla biografia ufficiale.

Giulietta Simionato Nata a Forlì il 12 maggio 1910 da padre veneto (Mirano) e mamma sarda di Bortigiadas (Sassari), ultima di tre fratelli.
Trascorse l'infanzia in Sardegna poi la famiglia si trasferì a Rovigo ove Giulia frequentò il collegio Delle Suore Bambine ove ricevette lezioni di ricamo, pittura, cucina ed anche di canto e subito mise in mostra le doti artistiche notate dal M. Guido Cremesini che la inserì nel coro che avrebbe animato le funzioni in chiesa. Invitata a prendere lezioni di canto, Giulia si trovò di fronte all'affermazione di sua madre:”Piuttosto che far di mia figlia donna di teatro, l'ammazzo con le mie stesse mani!”.
La signora Simionato venne poi a mancare nel 1925 e non si parlò più di canto fino all'inizio del 1927 quando a Giulietta (come la chiamavano in famiglia) venne chiesto di interpretare una parte in un lavoro in cui si alternava la recitazione al canto. Fu suo padre ad accompagnarla alle prove ove la sentì il baritono Albanese, che stava tenendo delle recite in teatro come “Rigoletto”, che profetizzò “Questa è una voce che, se viene adeguatamente educata, un giorno farà venir giù i teatri per gli applausi”.

Dunque Giulietta venne avviata allo studio del canto e nel 1933 si iscrisse al primo concorso a Firenze che vinse (in commissione: U. Giordano, Solomea Keusceniski; Rosina Storchio, Alessandro Bonci, Tullio Serafin oltre ad altri) assieme ad illustri colleghi tra cui il basso Giulio Neri.
Passarono due anni prima che la Nostra mettesse piede sul palcoscenico di Firenze in un'opera di Pizzetti (Orseolo) e l'anno prima sostenne la parte di Maddalena e quella di Lola presso il Comunale di Treviso; fu un collega Basso a convincerla a stabilirsi a Milano, città dalle molteplici opportunità.
La sua prima tournee a Tunisi fruttò i primi guadagni; poi l'audizione presso la Scala di Milano che la scritturò con un contratto-capestro che la obbligava a studiare tutte le parti da comprimaria e presenziare a tutte le prove; qui si esibì nel 1936 come Maestra delle novizie (in Suor Angelica) e in quella di Giovanna (in Rigoletto). Trascorsero alcune stagioni in cui il lavoro non si rivelò molto gratificante (Flora, Siebel, Beppe, il Piccolo Savoiardo..) ma finalmente nel 1940 Mariano Stabile si battè affinchè la Simionato avesse la parte di Cherubino nelle Nozze di Figaro che sarebbero state rappresentate a Trieste.

Il primo grande successo arrivò nel 1945 con la parte di Dorabella nel Così fan tutte di Mozart offertole dalla collega, regista ed impresaria Marisa Morel che molto la aiutò e guidò agli esordi del grande repertorio affrontato proprio con la sua Compagnia di canto. Nel 1947 Giulietta fu scritturata per cantare a Genova la Mignon di Thomas con cui debuttò, qualche mese dopo, presso la Scala di Milano con grande successo.

Ci piace qui citare alcune frasi riportate dai giornali dell'epoca: “Giulietta Simionato che alla Scala eravamo abituati a vedere nelle ultime file, è adesso nella prima, come è giusto che sia”.
Ed ancora: “Fra i personaggi in scena, la voce più bella mi parve quella di Giulietta Simionato, un'artista abbandonata in una lunga quiescenza (come parte di fianco) e che adesso dovrebbe proprio fare la parte di testa”; infine la frase che il Maestro Serafin le disse in camerino, dopo una recita di Così fan tutte, presso la Scala :”Lei non ha fatto soltanto dei progressi, lei ha fatto dei salti mortali!” e detto questo, le offrì di cantare la Carmen che tuttavia Giulietta rifiutò perché non si sentiva ancora matura per quel ruolo!

Questo incipit per testimoniare la grandezza di una donna minuta ma determinata.
Che il suo percorso di grande professionista e grande cantante, il cui rigore e sicurezza tecnica consentirono di cantare ai massimi livelli per oltre trent'anni, possa essere di esempio ai tanti giovani che trepidanti tentano l'ardua ascesa al Palcoscenico.
 

 
 
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