Simon Boccanegra, opera tanto amata e tanto cara al genio che l'ha
creata, torna sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma con la
partecipazione di un cast di primaria eccezione, nell'allestimento firmato da
Giorgio Gallione per il Teatro Comunale di Bologna nel 2007, poi
messo in scena al Teatro Valli di Reggio Emilia e al Teatro Massimo di
Palermo.
La scenografia semplice ed efficace, disegnata da Guido Fiorato,
contribuisce alla funzionalità del dramma, seppur eccessivamente minimalista in
secondo atto, dove si lascia troppo spazio all'immaginario, spezzando la linea
evocativa, ma ben definita, delle scene precedenti, che poi è fortunatamente
recuperata nel finale.
L'artista genovese è autore anche dei bei costumi dai tessuti cangianti, in
contrapposizione al bianco e al nero degli elementi scenici, ispirati alla moda
del XIV secolo, ma sapientemente ridisegnati con uno stile personale.
Lo spettacolo ripreso da Marina Bianchi sembra avere più carattere e
maggiore funzionalità dell'originale, anche grazie ad un nuovo disegno luci
ideato da Bruno Ciulli.
Purtroppo resta illesa la breve scena del prologo in cui Simone
dovrebbe rendersi conto della morte di Maria all'interno del palazzo dei
Fieschi, rivisitata con la calata di un sipario nero con l'immagine bianca di un
angelo della morte.
Leo Nucci veste i panni del protagonista con estrema perizia, con una
linea di canto sempre omogenea, abile nei chiaroscuri, toccante nei duetti con
Fiesco e Amelia, intenso nel quadro del consiglio, soprattutto nel
finale. La maledizione è pronunciata con impeto ed efficacia, il cui effetto
drammaturgico è ben sostenuto dal bravo Simone Piazzola nel ruolo di
Paolo e dall'emozionante Coro del Teatro Regio, che si prodiga in una
prova magistrale ed entusiasmante, risultando ben amalgamato e particolarmente
preciso.
Tamar Iveri, al secolo Tamar Javakhishvili, vincitrice del
secondo premio al Concorso Internazionale per Voci Verdiane “Città di Busseto”
nel 1998, possiede una voce morbida e pastosa, il cui timbro appare
particolarmente adatto al ruolo di Amelia, delicata nelle pagine liriche,
decisa nei passi drammatici. In “Come in quest'ora bruna” dimostra di possedere
una tecnica importante, soprattutto nel passaggio, anche se non spicca per
intensità emotiva, ma col procedere della vicenda la freddezza iniziale lascia
lentamente il posto ad un'interpretazione maggiormente profonda e avvolgente.
Francesco Meli, al suo debutto in Gabriele Adorno, è la vera
stella della serata.
Già dai primi duetti con Amelia e Fiesco, ma soprattutto nel
recitativo e aria “O inferno! Amelia qui!... Pietoso cielo, rendila” sa
usare la tecnica e l'eleganza del belcanto per arricchire vocalmente il
personaggio verdiano. È chiaro che il tenore genovese è perfettamente
consapevole di tutte le sue azioni tecniche, a supporto delle indubbie doti
naturali nel colore e nello squillo, risultando certamente superbo in taluni
passaggi, come in “Pel cielo!” durante la scena del consiglio e nel
magnifico terzetto di secondo atto “Suo padre sei tu! Perdono, Amelia”,
dove l'intensità drammatica è particolarmente ingentilita da un sapiente uso di
mezzevoci.
Roberto Scandiuzzi è un Fiesco imponente e autorevole, in
possesso di un fraseggio elegante e con una voce dal timbro armonioso e ricca di
colori raffinati, ben impostata tanto nei gravi quanto negli acuti. “Il
lacerato spirito” è resa con massima efficacia, ma il basso trevigiano sa
mostrare le sue qualità vocali soprattutto nel duetto con Gabriele “La
figlia dei Grimaldi… Vieni a me, ti benedico” e nell'ultimo incontro col
doge in terzo atto “Delle faci festanti al barlume”.
Simone Piazzola, venticinquenne, giovane baritono recentemente
finalista alle Voci Verdiane di Busseto, già interprete di alcuni ruoli verdiani
da protagonista, come il Conte di Luna e Germont, sa dare un certo
valore aggiunto alla difficile parte di Paolo Albiani, intrisa di tinte
particolarmente drammatiche.
Lo affianca il bravo Paolo Pecchioli nei panni di Pietro.
Completano il cast Luca Casalin e Olena Kharachko. La guida dell'Orchestra
del Teatro Regio di Parma è affidata ad un estremamente preciso Daniele
Callegari. |