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» Recensione opera Idomeneo di W. A. Mozart al Teatro di Reggio Emilia

William Fratti, 06/04/2010

In breve:
Reggio Emilia, 26/03/2010 - La Stagione Lirica 2009-2010 del Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia prosegue con Idomeneo, opera sperimentale del compositore salisburghese, ricca di splendide pagine liriche e altrettanto meravigliose atmosfere tragiche, che già presagisce la genialità della trilogia dapontiana, la drammaticità di alcuni passaggi del Flauto Magico e le tinte melodiche dell'ultimo capolavoro, La Clemenza di Tito.


Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart al Teatro di Reggio EmiliaLa Stagione Lirica 2009-2010 del Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia prosegue con Idomeneo, opera sperimentale del compositore salisburghese, ricca di splendide pagine liriche e altrettanto meravigliose atmosfere tragiche, che già presagisce la genialità della trilogia dapontiana, la drammaticità di alcuni passaggi del Flauto Magico e le tinte melodiche dell'ultimo capolavoro, La Clemenza di Tito.

Michele Mariotti, delicato e raffinato, alla guida dell'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, sa dipingere con perizia i caratteri e i sentimenti umani di cui è intrisa la partitura, dirigendo gli interpreti e i complessi artistici verso cambiamenti di colore e variazioni nelle dinamiche, in modo da evidenziare l'eterogeneità delle situazioni e rispettare la musicalità mozartiana. Al termine del secondo atto il direttore urbinate si spinge lentamente verso il tragico finale, prima con il magnifico terzetto tra Idomeneo, Idamante ed Elettra, poi con la terribile scena della tempesta e l'apparizione del mostro, che sembra anticipare di oltre un secolo l'uragano dell'Otello di Verdi.

Jason Collins veste con disinvoltura i panni del re cretese, convincente nell'interpretazione ed in possesso di una vocalità adeguata, anche se talvolta macchiata da un leggero accento anglosassone. Il tenore americano è apprezzato per la sua intensità soprattutto nella bellissima e temibile aria “Fuor del mar ho un mare in seno”, oltreche nel celebre quartetto “Cieli! Che vedo?... Andrò ramingo e solo… Soffrir più non si può” sapientemente accostato dai giovani de La Scuola dell'Opera Italiana di Bologna.

Giuseppina Bridelli è un Idamante giustamente maschile nell'esibizione, musicalmente gradevole e ben preparata, seppur non in possesso di una voce particolarmente scura e dal timbro mezzosopranile.

Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart al Teatro di Reggio Emilia È affiancata dalla Ilia di Barbara Bargnesi, elegante e lirica nella linea di canto, ulteriormente ingentilita da pianissimi misurati e correttamente impostati, anche se non spicca per brillantezza ed espressività.

Valentina Corradetti si cala nel ruolo di Elettra con impeto e sicurezza, eseguendo i passaggi drammatici con particolare vigore, soprattutto nella violenta sortita “Oh smania! Oh furie!... D'Oreste, d'Aiace”. Forse l'intonazione non è perfetta e certi punti non sono del tutto puliti, ma la vocalità piena e rotonda, unita ad un colore imponente, permettono di perdonare le mancanze tecniche, con l'augurio che siano colmate al più presto.

Enea Scala è un Arbace discreto nell'interpretazione e abile nelle agilità di “Se colà ne' fati è scritto”. Concludono il cast Paolo Cauteruccio nei panni del Gran Sacerdote di Nettuno e la Voce di Sandro Pucci.

L'allestimento del Teatro Regio di Torino e del Teatro Comunale di Bologna, coprodotto con il Teatro Valli di Reggio Emilia, il Teatro Comunale di Modena, il Teatro Comunale di Ferrara e il Teatro Alighieri di Ravenna, è firmato da Davide Livermore, che sceglie di scostarsi da un'ambientazione realistica per rappresentare il dramma senza tempo e senza spazio, giocando soltanto su alcuni simboli.

Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart al Teatro di Reggio EmiliaCosì appaiono l'occhio e la mano di Dio e del mostro marino, ma che al tempo stesso appartengono a Idomeneo e al suo sé interiore; il talamo di Ilia e Idamante bramato da Elettra; l'automobile che dovrebbe portare Elettra e Idamante ad Argo; il faro che guida Idamante nella lotta contro la divinità; il mare, elemento scenico principe, come se l'intera vicenda si svolgesse negli abissi (dell'animo).

Il lavoro toccante ed evocativo del regista torinese è avallato dal bell'impianto scenografico di Santi Centineo, dall'interessante disegno luci di Andrea Anfossi e dai costumi di Giusi Giustino, utili allo scopo, ma non particolarmente attraenti.
Molto buona la prova del coro diretto da Paolo Vero, soprattutto nella cavatina “Accogli, o re del mar, i nostri voti”.  

 
 
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