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» Recensione opera Idomeneo di W.A. Mozart al Teatro Comunale di Bologna

Gianmarco Caselli, 25/02/2010

In breve:
Bologna, 21/02/2010 - Buona la prima per l'Idomeneo di Mozart che il 21 febbraio scorso ha debuttato al Comunale di Bologna.


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Buona la prima per l'Idomeneo di Mozart che il 21 febbraio scorso ha debuttato al Comunale di Bologna.

L'allestimento dell'opera, già sperimentato al Regio di Torino (con altro cast), trattandosi di una coproduzione fra i due teatri, rimane segnato dalla regia di Davide Livermore: una messa in scena di alto livello per un'opera che si pone come spartiacque nella carriera di Mozart portando in sé i segni premonitori delle opere successive più celebri.

Angel Blancas Gulin in Elettra nell'Idomeneo di W. A. Mozart al Teatro Comunale di Bologna E proprio Elettra, in questo allestimento, può essere visto come il personaggio chiave, l'unica in grado di agitare le acque calme in cui vorrebbero muoversi gli altri personaggi immersi in una sorta di gigantesco acquario.

Le pareti sono infatti tutte con disegni di bolle di acqua, ma si tratta di una realtà generata dalla complessità del personaggio di Idomeneo.

Livermore rende ancor più chiaro il significato della scena e l'identificazione fra Idomeneo e Nettuno fin dall'Ouverture: il re di Creta è di fronte a un acquario come un sacerdote davanti a un altare e vi getta quei pochi elementi che troveremo poi sulla scena. E' quindi l'uomo in senso lato che crea la religione, è egli la religione stessa, è il limite di se stesso e degli altri.

La scelta di rappresentare l'opera in questa sorta di acquario pone il tutto in uno spazio senza tempo, vasto e confinato allo stesso tempo; del resto si tratta di un mito valido per tutte le epoche e come tale viene trattato, per quanto vengano inseriti anche elementi come una macchina anni '50.

Foto di scena nell'Idomeneo di W. A. Mozart al Teatro Comunale di Bologna Importante la scelta dei costumi che, mentre per alcuni personaggi resta classica, per altri è molto più moderna come il cappotto di plastica trasparente di Arbace in stile Blade Runner.

Una modernità che non disturba ma anzi avvicina un mito classico ai nostri tempi senza pericolosi stravolgimenti.

Affascinanti certe trovate sceniche come quella del naufragio e le video proiezioni. Tuttavia alcune contestazioni, ma anche calorosi applausi, alla fine della rappresentazione arrivano proprio a Livermore e a Elettra, l'altro personaggio che emerge: rappresentata come una donna “rifatta”, mangia uomini, vestita di rosso fuoco, è colei che, dominata dalla passione, rischia di stravolgere gli equilibri, mandare all'aria i buoni sentimenti e le convenzioni, distruggere la sfera di cristallo in cui si muovono gli altri personaggi.

Francesco Meli nell'Idomeneo di W. A. Mozart al Teatro Comunale di Bologna Emblematico il momento in cui, agitata da un furore incontenibile, durante l'aria “Tutte nel cor vi sento”, incendia con una sigaretta il letto di Ilia.

Un personaggio contraddittorio: da una parte è la falsità basata sull'apparenza dell'uomo contemporaneo, dall'altra un essere agitato da sentimenti passionali molto meno cerebrali, più “veri” e in grado di portare novità capaci di sovvertire l'ordine immutabile, il destino. Se si pensa che, mentre scriveva l'Idomeneo, Mozart guardava già al futuro auspicando la propria libertà da Salisburgo e la possibilità di mettere in atto tecniche compositive che avrebbero rivoluzionato la musica, Elettra assume una valenza ancora più carica di significato e ben interpretata da Angelas Blancas Gulin capace di catturare magneticamente la scena in ogni momento.

Buono anche il resto del cast sotto la bacchetta di Michele Mariotti che ha diretto l'Orchestra e il Coro del Comunale di Bologna. Francesco Meli (Idomeneo) è apparso un po' legato inizialmente ma ha conquistato il pubblico a partire da “Fuor dal mar”. Applausi anche per Enea Scala (Arbace) e Giuseppina Bridelli che, con ottima pulizia e slancio vocale, ha indossato con destrezza i panni di un Idamante ancora sbarazzino e agitato da sentimenti contrastanti. Barbara Bargnesi (Ilia) ha dimostrato professionalità nel sottolineare le sfumature vocali e interpretative di un personaggio delicato e riflessivo.

 

 
 
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