Adriana
Lecouvreur, capolavoro del compositore calabrese
Francesco Cilea, è
andata in scena lo scorso 28 novembre 2009 al
Teatro Girolamo Magnani di
Fidenza in un nuovo allestimento del
Gruppo Promozione Musicale Tullio
Marchetti in coproduzione con l'
Associazione Arte Scenica di Reggio
Emilia e in collaborazione con l'
Amministrazione Municipale di Fidenza.
È doveroso sottolineare lo sforzo compiuto dal gruppo degli appassionati
fidentini, che da un ventennio si prodigano nel portare in scena i titoli più
amati, facendo affidamento soltanto sull'interesse per l'arte, la cultura e il
comune amore per l'opera lirica.
 Lo spettacolo è firmato dal regista Riccardo Canessa, più volte invitato
a Fidenza e già autore di numerosi allestimenti di successo. L'epoca trasposta
ai primi anni della Televisione Italiana rende la vicenda più interessante, più
vicina anche a fatti ed accadimenti di attualità, come a testimoniare che il
passare dei tempi non modifica l'animo umano, ad affermare che la solitudine del
successo di allora è la stessa di oggi.
 La gestualità dei personaggi è ben studiata e i magnifici costumi di
Artemio Cabassi, di classe, pregevole gusto ed oltremodo ricercati,
contribuiscono considerevolmente alla buona resa della serata, che
sfortunatamente non è stata replicata a causa dei problemi economici che
attanagliano i teatri, anche laddove i sacrifici riescono comunque a portare dei
buoni risultati.
Paola Sanguinetti, al suo debutto nel ruolo della celebre attrice,
emoziona e commuove il pubblico presente in sala con un'interpretazione delicata
e raffinata, mai abbandonata ad inutili eccessi, né troppo misurata, dove la sua
voce particolarmente morbida appare ideale per questo repertorio. “Io son
l'umile ancella” è accolta con numerosi applausi, ma è soprattutto durante
il duetto con la Principessa – dove le due interpreti si mostrano in completa
antitesi l'una nei confronti dell'altra – che il soprano parmigiano mostra
straordinaria eleganza. Tinte più drammatiche contraddistinguono il finale di
terzo atto “Giusto cielo! Che feci in tal giorno?”, mentre l'atto
conclusivo dell'opera è cesellato di finezze da “Poveri fiori”, ricca di
toccanti filati naturali, a “Scostatevi, profani!” quando Adriana
si spegne lentamente come “una bianca colomba stanca”.
Anna
Maria Chiuri, già più volte interprete della Principessa di Bouillon,
sortisce con un'incredibile intensità in “Acerba voluttà”, combattuta da
un'infinita mescolanza di sentimenti ed emozioni. Il timbro brunito, una buona
tecnica del passaggio, l'ampia estensione e una notevole potenza vocale le
permettono di eseguire eccellentemente la difficile aria, accolta con largo
consenso dal pubblico. La buona resa del personaggio, prima intimorita dalla
paura di essere abbandonata da un amante mai posseduto, poi gelosa, infine
ingannatrice, sleale e crudele, è sostenuta da una linea vocale sempre omogenea,
con buon utilizzo dei chiaroscuri. Quando Adriana chiede in bontà di
ritirarsi, è la Principessa a posarle inaspettatamente lo scialle sulle
spalle.
Domingo Stasi purtroppo non sembra adeguato per il ruolo di
Maurizio di
Sassonia, mancando dei colori tipici del tenore lirico e della robustezza
prevista nelle pagine più eroiche, mentre Marzio Giossi dimostra di essere un
Michonnet con notevole squillo, fin da “Michonnet, su! Michonnet, giù!”, per poi
commuovere in “Eccoci soli alfin!” ed incantare nell'aria “Ecco il monologo”,
con un fraseggio particolarmente elegante ed espressivo. La sua presenza
rassicurante sulla scena accanto ad Adriana per tutta la vicenda,
malauguratamente non impedisce il compimento del dramma e l'amata attrice muore
tra le sue braccia.
Il giovane Oreste Cosimo sa farsi notare nel ruolo dell'Abate e mostra notevoli
qualità musicali degne di particolare interesse, soprattutto durante il duetto
con la Principessa “Eh, via! Così non va”.
Completano il cast
Luca Gallo nei
panni del Principe di Bouillon, Cristina Melis e Paola Rovellini quali
M.lles
Dangeville e Jouvenot, Marco Bernabei e Giovanni Maria Palmia quali
Quinault e
Poisson.
Stefano Giaroli dirige con polso l'Orchestra Giuseppe Verdi di Parma, mentre
Emiliano Esposito è il Maestro del Coro Cantieri d'Arte di Reggio Emilia.
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