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» L'esperienza del cantante lirico parte dal palcoscenico

Redazione Liricamente, 10/11/2008

In breve:

Oggi vogliamo ragionare in termini molto concreti e, preso atto del fatto che l'esperienza un giovane cantante deve farsela "sul campo", anzi "sul palco", abbiamo fatto un'intervista al Maestro Roberto Gianola, direttore d'orchestra che in Italia prepara e dirige l'orchestra della Provincia di Lecco, composta prevalentemente da giovani elementi che offre la possibilità ai giovani artisti di farsi esperienze importanti.


La carriera del cantante lirico e del musicista in generale è molto difficile e complessa, perchè gli studi scolastici non bastano per la formazione di un artista.
Ciò che contribuisce a creare la professionalità è l'esperienza, è la cosiddetta "gavetta" che ognuno deve sperimentare per poter costruire quel "bagaglio" che gli consente di diventare un vero professionista.
Sicuramente sarebbe buono che queste opportunità formative "pratiche" fossero fornite già durante il percorso di studi che si sta seguendo (presso i conservatori, le accademie, i corsi, le masterclass...), ma non possiamo illuderci... e in questo articolo non si vuole assolutamente ragionare su come dovrebbero essere impostati i programmi... o quant'altro.

Oggi vogliamo ragionare in termini molto concreti e, preso atto del fatto che l'esperienza un giovane cantante deve farsela "sul campo", anzi "sul palco", abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con un giovane direttore d'orchestra, un maestro che ha fatto di questa "missione formativa" la propria professione, mettendo a disposizione le proprie competenze per creare spettacoli che siano contemporaneamente momenti di spettacolo elevato e occasioni formative per chi le realizza.

Abbiamo fatto un'intervista al Maestro Roberto Gianola, direttore d'orchestra che in Italia prepara e dirige l'orchestra della Provincia di Lecco, composta prevalentemente da giovani elementi che offre la possibilità ai giovani artisti di farsi esperienze importanti.

(Se non vedi correttamente il player, scarica flash player al seguente link: Flash Player , oppure in alternativa clicca sul seguente link per ascoltare l'intervista, attendendo, però, che il file venga scaricato): Intervista a Roberto Gianola (17 MB)

1) Abbiamo avuto occasione di assistere ad alcuni spettacoli da lei diretti, sappiamo che prepara e dirige l'orchestra della Provincia di Lecco, che è per lo più composta da giovani elementi che vengono da?

L'orchestra è della provincia di Lecco, però i musicisti sono quasi tutti del milanese.

2) Quanto deve provare un'orchestra?
Per poter eseguire un'opera un'orchestra dovrebbe provare molto: ci dovrebbero essere prima le prove con l'orchestra d'archi, poi con tutta l'orchestra, poi una italiana, l'antigenerale, la generale e finalmente le recite. Purtroppo nella situazione in cui ci troviamo oggi, le orchestre come la nostra non possono fare troppe prove perchè i budget sono molto ridotti.

3) Come si entra a far parte della vostra orchestra?
Per ora il nostro organico è abbastanza stabile, però facciamo anche delle audizioni quando è necessario, perchè abbiamo una stagione sinfonica nella nostra città e due stagioni liriche nel milanese, quindi è sempre meglio avere più elementi a disposizione.

4) A proposito di repertorio, quali sono i titoli più richiesti?
Generalmente i titoli più richiesti sono quelli "di repertorio": La Traviata, Il barbiere di Siviglia, Rigoletto, Trovatore, Nabucco, La Bohème, Madama Butterfly che sono poi quelli più richiesti e con i quali "si riempiono i teatri".
Per quanto riguarda il sinfonico abbiamo in cartellone parecchie sinfonie di Schubert, di Beethoven con parecchi ospiti solisti internazionali.
Anche se il pubblico predilige l'opera, speriamo comunque che ci segua anche nella stagione sinfonica.

5) Oltre a Lecco in quali altre province portate il vostro lavoro?
Qualche anno fa siamo andati a Pescara, in Svizzera, in Francia, in Germania. Da un paio d'anni lavoriamo soprattutto in Lombardia.

6) Quali sono le opere più complesse da allestire?
In genere le opere sono molto complesse... perchè la nostra organizzazione si occupa di tutto: regia, scene, costumi, trucco, scelta e preparazione del cast dei cantanti.

7) Come vengono reclutati i cantanti?
Regolarmente facciamo delle audizioni, generalmente a Milano in cui si cerca di trovare le voci giuste per le opere.

8) In che modo selezionate i cantanti? Che caratteristiche bisogna avere per essere selezionati?
Purtroppo l'audizione è sempre troppo breve. Non basta avere "la bella voce" e "cantare bene", bisogna sapersi muovere con disinvoltura sul palco.
Abbiamo bisogno di gente preparata con una discreta sicurezza, che sappia gestire bene un'opera sul palcoscenico, anche con poche prove.

Il direttore Roberto Gianola 9) In media quante prove effettuate?
Può darsi anche solo tre prove... Anche se è un problema tipico delle "piccole realtà italiane", infatti all'estero o anche in Italia nei grandi teatri si possono fare tutte le prove che servono, perchè non hanno budget limitati come noi!

10) Le voci più difficili da reperire?
Sicuramente non i soprani!!! Ne abbiamo molti e di ottima qualità. Mancano le voci maschili e soprattutto i tenori.

11) Perchè mancano i tenori?
E' una vocalità che oggi come oggi è scarsa perchè quei pochi che hanno la voce sono subito accaparrati dai grandi teatri.

12) Se qualche Comune dovesse chiedervi di allestire un'opera (con budget limitato) voi quale titolo proporreste?
Si cerca sempre di capire che tipo di budget può essere messo a disposizione, perchè anche con poco di più la qualità degli spettacoli è decisamente migliore.
Se i finanziamenti sono pochi, noi proponiamo le opere che abbiamo pronte maggiormente quali Traviata o Il barbiere di Siviglia e possiamo fare dei buoni spettacoli con poche prove.

13) Che consigli ha da elargire ai giovani cantanti che si preparano alla carriera del cantante lirico?
Consiglio di studiare molto per essere sempre pronti e di variare il proprio repertorio, perchè l'occasione giusta può arrivare all'improvviso che potrebbe cambiare la vita. Bisogna studiare, sperare e crederci che prima o poi si riesce ad emergere.

14) Dato che va all'estero a dirigere produzioni operistiche, che differenze riscontra rispetto all'Italia?
Sicuramente la preparazione musicale non si differenzia molto dalla nostra orchestra, perchè i nostri giovani sono molto preparati e con le giuste prove potrebbero fare dei buoni spettacoli. Purtroppo, però, la condizione che ci viene imposta di "poche prove" non aiuta a potenziare le nostre competenze. Lo scorso mese, invece, sono stato negli Stati Uniti diciassette giorni a fare Madama Butterfly avendo la possibilità di fare quattro o cinque prove solo con i cantanti, il regista e il pianoforte, cinque giorni di prove solo con orchestra, l'antigenerale, la generale e poi sono partite le recite. Purtroppo in Italia, non c'è questa possibilità perchè mancano i fondi.
All'estero poi le orchestre sono stabili e ciò significa che tutti i giorni provano insieme e crescono musicalmente, noi purtroppo possiamo lavorare solo alcuni giorni al mese e nemmeno sempre insieme e non consecutivi. Il lavoro diventa quindi molto più complesso.
In Italia abbiamo bisogno di continuità e speriamo che qualcuno faccia qualcosa e che aiuti anche i piccoli teatri, non solo le grandi fondazioni.
Ci sono tantissimi musicisti che fanno fatica a fare il proprio lavoro e che sono costretti anche a cambiarlo perchè non garantisce un reddito.

15) E dall'estero come ci vedono?
Beh, l'Italia è apprezzata ancora come la patria dell'opera, ma in Italia non si sta facendo nulla per conservare e tutelare questo importante riconoscimento. Speriamo di poter ritornare a essere come prima, perchè con la cultura sicuramente tutta la popolazione può migliorare e i problemi che vediamo oggi potrebbero essere cancellati.

Il direttore Roberto Gianola 16) Anche a livello sociale?
Sicuramente, la musica a livello sociale potrebbe avere un grande potere. Dobbiamo riportare i giovani, e il pubblico a teatro, ad ascoltare i concerti, ad ascoltare musica.
Devono ritornare a leggere e a studiare musica. Nelle scuole dobbiamo insegnare già dalle elementari a studiare musica, non solo il flauto dolce, ma a conoscere la realtà dell'orchestra.

17) A proposito, com'è l'ambiente orchestrale?
Io lo trovo un ambiente bellissimo, familiare: quando si lavora molto bisogna tenere il gruppo compatto percui stare in orchestra è come stare in "famiglia".

18) Quindi con tutti i problemi quindi che hanno le famiglie, circa la necessità di andare d'accordo e di vivere in armonia???
I musicisti di oggi sono persone molto intelligenti: sanno quando è il momento di scherzare e quando bisogna stare seri. La disciplina è un elemento su cui si deve lavorare molto.
Sia quando le condizioni consentono di lavorare bene sia quando le condizioni sono meno favorevoli, vedo che ogni singolo musicista non si focalizza solo sul lavoro che sta facendo, ma si cerca nel complesso di portare avanti lo spettacolo nel migliore dei modi per amore delle musica.

www.robertogianola.com

 
 
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