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» Intervista a Luciana Serra: i segreti del belcanto

Gloria Bellini, 02/09/2008

In breve:
Liricamente intervista il celeberrimo soprano Luciana Serra che nei prossimi mesi terrà un corso di canto a Ischia, organizzato da New Opera Ischia.
In questo piacevole colloquio, assolutamente da leggere e da ascoltare, l'artista anticipa ai nostri microfoni i segreti per diventare un buon cantante.
Buona lettura e buon ascolto!!!


Consultando le varie proposte formative messe a disposizione dalle diverse organizzazioni per tutti coloro che desiderano approfondire e perfezionare il proprio percorso di studi in materia di canto lirico, abbiamo trovato particolarmente interessante i corsi organizzati da New Opera Ischia.

Grazie ad un'organizzazione di elevato livello, nella splendida cornice dell'isola di Ischia nei prossimi mesi per molti giovani studenti ci sarà l'occasione di apprendere l'arte del canto da una delle più importanti interpreti della lirica mondiale, il celeberrimo soprano Luciana Serra.

Abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con la signora Serra per antipare qualche consiglio ai nostri giovani appassionati lettori.

(Se non vedi correttamente il player, scarica flash player al seguente link: Flash Player , oppure in alternativa clicca sul seguente link per ascoltare l'intervista, attendendo, però, che il file venga scaricato): Intervista a Luciana Serra (23.5 MB)

1) Signora Serra, dopo la carriera che l'ha vista protagonista sui principali palcoscenici lirici mondiali, lei ha deciso di mettere a disposizione dei giovani la sua esperienza: quali sono i principali consigli che maggiormente si trova ad elargire ai suoi studenti (sia tecnici, sia consigli per chi desidera intraprendere la carriera del cantante)?

  • Prima di tutto consiglio la DISCIPLINA.
    Purtroppo vedo che in questi ultimi tempi la disciplina fa un po' difetto, quindi bisogna darsi una linea di condotta e seguirla in modo razionale e professionale.
  • Bisogna poi mettere in conto tante delusioni, perché spesso i giovani partono carichi di entusiasmo e di fronte ai primi "NO" si scoraggiano e perdono vigore, non dev'essere così: ci vogliono tempo, pazienza e costanza per poter arrivare!
  • È necessaria anche un po' di autocritica spesso i cantanti tendono a scaricare le "colpe" del proprio insuccesso sui pianisti, sull'accompagnamento, su tutto il resto… Ciò non è giusto, se un cantante è preparato queste cose vanno superate e bisogna saper riconoscere di non essere ancora sufficientemente preparati.
    Bisogna giungere in teatro sempre preparati, perché non è bene farsi riprendere per scarsa conoscenza del solfeggio, mal apprendimento della parte…
  • Ci vuole quindi tanta umiltà (che oggi fa molto difetto) e capacità di ascolto dei consigli di chi ha esperienza.
In conclusione, prima studiare e poi cantare: purtroppo oggi prima si canta e poi si studia.
Capita frequentemente di sentire giovani che provano a cantare e poi alle prime difficoltà ricorrono ai ripari e quindi finalmente si mettono a studiare.
Ciò non va bene!
Per cantare bisogna avere la muscolatura allenata e se non c'è una solida tecnica, una resistenza, la voce sfugge.
Certamente la voce è uno strumento naturale, però non basta il piccolo studio di qualche mese, per cantare ci vuole lo studio di anni.
I cantanti sono come atleti che devono allenare la propria muscolatura.

Il soprano Luciana Serra

2) Avendo modo di ascoltare e conoscere molti giovani cantanti, quali sono, secondo lei, le carenze che presentano principalmente coloro che muovono i primi passi e tentano la carriera del cantante lirico?
Si riscontrano soprattutto carenze tecniche: la respirazione è un grande tabù. Sento acuti non sostenuti, acuti "scappati" perché noto che per quanto riguarda la respirazione c'è una grande confusione.
E poi ci sono carenze tecniche dovute al poco allenamento e alla scarsa resistenza.
Avendo lavorato con grandi cantanti posso affermare che ognuno di loro e io stessa cantavamo in voce anche durante le prove.
Nessuno cantava in falsetto o si limitava ad accennare i suoni, come si fa oggi, se non nei casi in cui si doveva ripetere la stessa parte per troppe volte.
In tal modo ci si allenava alla resistenza.
Oggi invece la regola è che si accenna sempre e solo in alcuni casi si canticchia, quindi è chiaro che poi non si abbia la resistenza, perché, come si dice in gergo "non si fa il callo"!
È come se un atleta facesse finta di allenarsi. Abbiamo visto di recente i sacrifici fatti dagli atleti alle olimpiadi durante gli allenamenti per guadagnare qualche decimo di secondo, anche i cantanti devono fare lo stesso, invece preferiscono studiare poco e arrivare presto, sfruttando la naturalezza dello strumento vocale. Invece così facendo non si arriva affatto perché lo strumento si logora e dopo poco manca tutto, pertanto è inutile correre ai ripari, bisogna pensarci prima!
Qualcuno arriva e mi dice "Signora Serra, devo studiare le agilità" e io rispondo "Benissimo, ci vogliono tre anni", perché bisogna pensare a quanto un pianista studia per fare le scale, per fare i virtuosismi, e lo stesso vale per la voce.

3) Che frequenza di studio consiglia? Tutti i giorni?
Ma non necessariamente. Io studiavo tre volte alla settimana, però ho studiato per dieci anni!!!
È la costanza che premia!
Oggi studiano qualche mese e poi si sentono già a posto!
Non può reggere, non è così.
Ritornando al discorso delle carenze tecniche adesso c'è la moda di "mangiarsi" la voce, di ingoiare la voce senza proiettarla, percui i cantanti non superano l'orchestra.
La posizione è bassa, la voce va nel palato e in testa e non è sostenuta dal fiato.
Per la tecnica del belcanto italiano se non c'è la proiezione della voce sostenuta dal fiato diventa difficile farsi sentire e creare una linea di canto.

4) Per contro, quali sono i pregi degli aspiranti artisti di oggi?
Ho avuto la fortuna di insegnare a ragazzi che studiano con molta disciplina e che sono disposti a fare centinaia o anche migliaia di chilometri per venire a studiare da me.
Quindi hanno determinazione e tanta voglia di approfondire, di imparare la tecnica e tutto ciò che serve per cantare, per ascoltare.
I giovani oggi hanno anche grande capacità di comunicare e confrontarsi con gli altri. Non c'è una competizione stupida, ma al contrario c'è molta solidarietà e confronto costruttivo.

5) Qual è la sua opinione in merito all'organizzazione e alla proposta formativa complessiva offerta da New Opera Ischia? E delle opportunità che questi Master offrono ai giovani cantanti?
Ho notato la grande professionalità nei contatti tecnici che ho avuto con l'organizzazione.
È elevata la qualità degli insegnanti e dell'organizzazione.
New Opera Ischia mette a disposizione dei giovani un'offerta formativa di ottimo livello, spetta quindi ai ragazzi cogliere le opportunità che possono scaturire da una simile esperienza.

6) Quali sono le caratteristiche che, a suo modo di vedere, deve avere un buon insegnante di canto?
Prima di tutto un insegnante non deve mai cedere alla tentazione di "creare un altro se stesso".
L'insegnante dovrebbe rapportarsi ad ogni allievo in modo differente, perché ognuno ha un apparato vocale diverso, quindi occorre costruire la tecnica come un abito su misura.
Dovrebbe essere un insegnamento maieutico, perché ogni ragazzo ha la sua personalità e bisogna saper "tirarla fuori", pur nel rigore della musica.
Oggi i giovani tendono ad essere spersonalizzati e a sembrare tutti uguali.
I ragazzi son pieni di teoria fin sopra i capelli, devono invece imparare la pratica di come ci si presenta in palcoscenico, la postura, il portamento, di come ci si muove.
Un buon insegnante deve insegnare quindi una linea di condotta e lo può fare se ha avuto un'esperienza sul campo.
L'insegnante deve poi dedicare un certo tempo alle domande, alle curiosità per evitare che si accumulino dubbi.
Un insegnante deve essere anche un po' psicologo e capire quando deve essere duro e sgridare l'allievo, o quando deve dargli soddisfazione. Deve poi ascoltare e parlare con l'allievo dando risposta attraverso anche esempi concreti alle domande che l'allievo pone per eliminare tutti i possibili dubbi.
Io parlavo e mi confrontavo moltissimo con il mio insegnante che era un baritono.
(Anche qui apro una parentesi: bisogna sfatare il mito che gli uomini debbano studiare con gli uomini e le donne con le donne, perché la tecnica è uguale per tutti. È il modo di applicarla su ciascuno che può variare.) .
Poi l'insegnante deve saper fare molti esempi perché la tecnica è di difficile comprensione, quindi non basta spiegarla in teoria, bisogna dimostrarla con la pratica.

7) Una delle domande ricorrenti che pongono i ragazzi che navigano sul nostro sito è: "come posso fare per emergere"? Lei cosa risponderebbe a questa domanda? Cosa serve ad un giovane cantante per fare carriera oggi?
Bisogna essere più preparati, più pronti degli altri, perché penso che il momento di fortuna passa per tutti, bisogna essere pronti per coglierlo senza paura e con grande determinazione.
Anche la Callas lo diceva.
Sia che si affrontino concorsi sia che si affrontino audizioni in teatro o presso agenzie, bisogna essere preparati, essere pronti perché non tutti i cantanti sono ad un livello adeguato.

Il soprano Luciana Serra

8) Oltre ai consigli tecnici, vocali, interpretativi… cosa spera di poter trasmettere durante il corso ai suoi allievi, quindi cosa "porteranno a casa" i giovani cantanti che frequenteranno il suo corso a Ischia? E quali prospettive ci potranno essere per il loro futuro?
Spero di chiarire i loro dubbi, le loro perplessità, quindi mi auguro che vadano a casa senza quella grande confusione che invece spesso regna sovrana nelle loro menti.
Il grande Rossini diceva, a ragione, che la voce non è tutto. Per cantare servono musicalità, presenza, saper recitare, conoscere quello che si canta.
Ma poi, bisogna riconoscere che ci vuole voce!
Io sento tanti ragazzi che studiano e cantano, ma spesso non c'è il materiale per poter sfondare. Ascolto a volte tante vocine di ragazzi che si illudono un po' e non si rendono conto che in realtà non potranno mai fare carriera perché il loro materiale non è adeguato.

9) Per contro, signora Serra, dall'esperienza che farà con i giovani cantanti di New Opera Ischia lei cosa pensa/spera di "portare a casa"?
L'esperienza non è mai abbastanza. Ogni volta che incontro un ragazzo con i suoi problemi, con le sue confusioni, si arricchisce anche il mio bagaglio di conoscenza che posso poi trasmettere ad altri.
Un grande cardiologo diceva: più aumenta la sfera della conoscenza, più aumenta la superficie dell'ignoranza. Non si finisce mai di studiare e di imparare, quindi, cerco di essere saggia, di adoperare il buon senso e di imparare a mia volta dai dubbi dei miei ragazzi.

 
 
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