IFIGENIA IN TAURIDE di Gluck – Opéra Parigi
Iphigénie en Tauridedi
Cristoph Willibald Gluck
Libretto di Nicolas François Guillard
Regia di Krzystof Warlikowki
Direttore d'orchestra Ivor
Bolton
Scene Malgorzata
Szczesniak
Personaggi- Ifigenia: Mireille Delunsch
Diana: Salomè Haller
Oreste: Stéphane Degout
Pilade:Yann Beuron
Thoas:Franck Ferrari
Freiburger Barockorchester
Coro Accentus
Genere: tragedia lirica in Quattro atti
Durata: 140 minuti
Opéra di Parigi
Dal 25 maggio all'8 giugno
Un'opera nel complesso
più che apprezzabile, in particolare di grande fattura è stata la prestazione
della Friburger Barockorchester diretta in maniera impeccabile dal direttore
inglese Ivor Bolton. Molto particolare la regia del polacco Krzystof
Warlikowski, che ha riproposto uno spettacolo che due stagioni fa era stato
accolto da contestazioni a scena aperta sullo stesso palcoscenico parigino.
Stavolta il pubblico dell'Opéra è sembrato più "abituato"
alle particolarezze registiche di Warlikowki, tributando alla fine dello spettacolo
applausi convinti, favoriti sicuramente dalla prestazione impeccabile
dell'orchestra barocca di Friburgo diretta da Ivor Bolton, il quale ha ricreato
le stupende atmosfere fiammeggianti e drammatiche di quest'opera settecentesca.
L'Opéra è sicuramente il palcoscenico più adatto per la rappresentazione di
Ifigenia in Tauride, che vide il proprio battesimo proprio a Parigi il 18
maggio 1779: essa è considerata il punto di arrivo del cosiddetto "teatro
riformato" di Gluck.
Il compositore tedesco cercò di rivisitare in chiave
moderna la tragedia omonima di Euripide. Ancora più modernità è stata portata
da Warlikowski: la sua Ifigenia è ambientata in un ospizio e due anni dopo la
sua regia in questo stesso palcoscenico, non è riuscita a convincere per quanto
riguarda la sua pertinenza, con una proposta completamente lontana dal libretto
originale. Qui Ifigenia appare sdoppiata, rappresentata con il suo aspetto
originale di giovane sacerdotessa segnata dalla sua terribile storia familiare,
e nella veste di una donna imborghesita che vive i suoi ultimi giorni in un
ospizio.
Le scena, molto semplice, con grandi letti e una fila di lavandini (una
sorta di marchio di fabbrica di Warlikowski, che li aveva già riprodotti nelle
sue regie di Parsifal e il Caso Makropulos), si divide in due proprio per
rappresentare questi due mondi. Bisogna però sottolineare che se non si riesce
ad afferrare che si deve considerare la tragica storia familiare di Ifigenia
come il frutto dei deliri senili della vecchia donna, è difficile per lo
spettatore relazionare questa produzione con l'opera di Gluck.
Per fortuna in
alcuni casi si possono chiudere gli occhi e ci si può lasciare trascinare dalla
musica intensa di Gluck e dalle voci dei protagonisti. L'orchestra barocca di
Friburgo propone con efficacia la drammaticità dell'opera riportandoci indietro
ai tempi di Euripide, in particolare nel primo atto, nel coro delle
sacerdotesse di Diana, all'inizio dell'opera, e nella danza degli Sciti nel
quale il vigore del dettato ritmico e la strumentazione ‘esotica' (piatti,
triangolo, tamburo) servono all'illustrazione musicale della barbarie.
Molto
bravi i protagonisti, in particolare il basso Stéphane Degout, il quale
raccoglieva la pesante eredità di Marc Minkovski: il suo Oreste è impeccabile,
in particolare nella famosa "aria del sonno" La calme rentre dans mon coeur, in cui riesce a dipingere con
efficacia la voce sorda e minacciosa dei rimorsi. Stesso discorso vale per Mireille Delunsch, una Ifigenia davvero drammatica, che riusciva a plasmare la
voce alle mutevoli esigenze del suo personaggio: supplichevole e trasognata ne
l primo atto, oltre che travolta dagli eventi, i suoi acuti rendevano bene la
disperazione e lo scoramento. Yann Beuron possedeva quei toni caldi che si
addicono a Pilade e una grande espansione melodica che ben dipingevano
l'eroismo del suo personaggio.
Infine merita un commento anche la prestazione
del baritono Franck Ferrari nel ruolo di Thoas, che notoriamente ha una voce di
basso: i sinistri presentimenti e il nero terrore che contraddistinguono questo
personaggio erano delineati efficacemente da Ferrari attraverso una voce
pulsante e dal ritmo puntato. Alla fine applausi per tutti, anche per
Warlikoswki, che alla prima era stato accolto da fischi e disapprovazioni.
Simone Ricci |