E'stato uno dei più grandi Radames degli anni 70 e 80. Eccellente
interprete verdiano, Gianfranco Cecchele ha rappresentato in corda da
tenore, la scuola “delmonachiana” con umiltà e successo, elementi che tutt'oggi,
a carriera finita, gli stimano gli allievi di canto che quotidianamente a
bizzeffe affluiscono a casa sua per consigli e giudizi tecnici.
Il settantenne tenore veneto, infatti, vanta qualcosa come circa 500 recite di
Aida, 25 dell'Otello “verdiano” e tantissime altre dei principali
ruoli da tenore drammatico e lirico spinto. Senza un minimo di esitazione, ecco
come questo mese ha riassunto la sua straordinaria carriera ai nostri microfoni!
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COSA NE E' RIMASTO DEL SUO LONTANO SOGNO DI FARE IL PUGILE?
Beh, la box era la mia grande ambizione di quando ero ragazzo. Purtroppo ma per
motivi di esigenze economiche dovetti abbandonare tale ambizione e guadagnarmi
da vivere in altro modo. Tutt'oggi seguo ancora gli incontri da appassionato ed
oltre alla box io sono generalmente un grande sportivo; mi piacciono un po' tutti
gli sport.
- COSA LE RICORDA LA CANZONE GRANADA?
È stata la prima canzone che ho cantato con Torna. Allora imitavo Claudio Villa
che negli anni sessanta era uno dei cantanti di voce spinta più in voga.
- IL 28 LUGLIO DEL 1964, MENTRE LEI ERA IN PLATEA AD ASCOLTARE UN'AIDA, IL
MAESTRO VITALE IMPROVVISAMENTE LE SE AVVICINO' E LE CHIESE SE POTEVA CONTINUARE
LEI A CANTARE L'OPERA IN QUANTO IL TENORE FERRARO ERA RIMASTO AFONO. COSA
RICORDA DI QUELL'ESPERIENZA?
Fu una singolare esperienza perché tale mi aprì delle porte che fino ad
allora non erano del tutto aperte. Entrai nel terzo atto in uno dei momenti più
difficili di questa complicata opera verdiana. Da allora è iniziata una lunga
carriera con il maestro Angelini che si è protratta per decenni.
- QUALE E' STATO IL MOMENTO PIU' BELLO DELLA SUA CARRIERA?
Beh, diciamo che ho avuto delle grandi soddisfazioni come cantare a fianco della
Callas in una Norma a Parigi nel '65. E poi anche il debutto con
Otello che è la
mia opera preferita, è stato per me un grande traguardo che mi ha dato tante
soddisfazioni.
- NEI PRIMI 5 ANNI DI CARRIERA, LEI HA CANTATO QUALCOSA COME 241 RECITE
CIRCA. QUAL E' IL SEGRETO PER SOSTENERE UN SIMILE ANDAMENTO LAVORATIVO E QUALI
SONO GLI INCONVENIENTI CHE ESSO COMPORTA?
Diciamo che io sono un allievo della scuola di Mario del Monaco e per quanto
se ne dicesse in giro, sulla mia voce essa ha funzionato. Bisogna però sempre
stare attenti a cosa e a come si canta per non inciampare incidenti vocali.
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NEL '70 E' ARRIVATO INASPETTATAMENTE UNO STOP NELLA SUA CARRIERA ARTISTICA A
CAUSA DI UNA TONSILLITE CRONICA. COME RICORDA DI AVER VISSUTO QUEL PERIODO?
Malissimo. Per me il canto non era solo una fonte di guadagno. Per me il canto
era la vita e l'assenza di voce mi faceva sentire senza vita. Al Bellini di
Catania, a causa della tonsillite cronica che mi prese, dovetti interrompere le
prove della fanciulla del west perché non ce la facevo a continuare. Decisi così
di farmi operare e farmi asportare le tonsille. Ripresi a cantare dopo nove mesi
di convalescenza.
- LEI E' RIUSCITO A RAGGIUNGERE ANCHE LA VETTA PIU' AMBITA DEL TENORE
DRAMMATICO E CIOE' QUELLA DI CANTARE OTELLO. COSA VUOL DIRE CANTARE OTELLO E
QUAL E' IL PUNTO PIU'DIFFICILE DI QUEST'OPERA?
Per cantare Otello occorre un particolare tipo di voce da tenore baritonale. Il
primo atto passa, è il secondo atto che non passa mai perché è tutto declamato.
Anche terzo e quarto presentano una incisività di accenti che assorbono molta
voce. Non è da tutti cantare quest'opera.
- QUAL E' L'OPERA PREFERITA DI GIANFRANCO CECCHELE?
Le mie opere preferite sono l'Otello, Manon Lescaut e Turandot
- SE OGGI UNO STUDENTE DI CANTO LE CHIEDESSE ”COSA VUOL DIRE LAVORARE NEL
MONDO DELL'OPERA” LEI COSA GLI RISPONDEREBBE E COSA GLI CONSIGLIEREBBE?
…..di cambiare mestiere!!! Scherzo. Beh, senza dubbio, rispetto ai miei tempi oggi
giorno è difficilissimo succedere come artisti lirici per via dei troppi talenti
e delle troppe raccomandazioni. Ad ogni modo se si ha un talento bisogna
coltivarlo e proporlo senza arrendersi, anche se questo è un lavoro che richiede
non solo una bella voce ma anche un certo carisma.
- DURANTE UNA CARRIERA, QUALI SONO IN GENERE I PRO E I CONTRO DI UN ARTISTA
LIRICO?
I pro sono le soddisfazioni che si hanno nel superare certe difficoltà, i
guadagni e la celebrità. I contro sono le enormi
spese che anche oggi incidono anche del 50% su un catchet e il continuo
girovagare per i teatri che richiede sempre una buona salute.
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DUE PAROLE SULLE NUOVE VOCI EMERGENTI E SULL'ATTUALE STATO IN CUI RIVERSA
IL MONDO DELL'OPERA.
Voci lirico spinte nono ne sento quasi più. Le nuove generazioni di cantanti
lirici sono quasi tutte voci liriche o lirico-leggere, ma voci come la mia,
quella di Corelli, Del Monaco, non esistono più.
- DOPO 40 ANNI DI CARRIERA, COSA CANTA OGGI GIANFRANCO CECCHELE?
Oggi Gianfranco Cecchele non canta più. L'ultima opera che ho cantato è stata
I
pagliacci nel 2006 dopo di che mi sono fermato per via di problemi al cuore.
L'anno scorso mi sono operato e ora fortunatamente sto bene, ma oltre a qualche
recital, non posso permettermi di cantare più l'opera perché richiede un enorme
sforzo fisico specialmente nelle prove che possono protrarsi anche per 8 ore al
giorno.
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