Delicato e meraviglioso spettacolo, pari al cielo terso e cristallino che
adornava ieri la bella città ducale di Modena in questa
insolita estate tardiva di tardo ottobre: in scena al Teatro
Pavarotti-Freni c'è l'opera pucciniana che prende il cuore e tocca
l'anima anche del più cinico spettatore, “Madama Butterfly” nel
garbato e rispettoso allestimento di Stefano Monti, regista che
ha saputo infondere nello spettacolo ulteriore poesia e dare ancora più forza
emotiva alla bellezza della musica immortale.
Le scene come i bellissimi costumi appropriati sono a firma
sempre di Stefano Monti. Una grande casa giapponese domina
il palcoscenico, con le sue pareti scorrevoli. Sullo sfondo si affacciano
proiezioni che sottolineano il momento deputato nello scorrere del dramma. Pochi
e lievi movimenti dei personaggi nipponici, ben dosati e calibrati sugli
atteggiamenti più franchi e dinamici degli americani in scena, contribuiscono a
rendere suggestiva e unica la produzione modenese. Le luci di
Eva Bruno sono deliziose e ben dosate.
Incastonata in questo gioiello visivo, domina, per bellezza di voce, sapienza
tecnica ed emissione, sapiente uso di dizione, fraseggio e colori della propria
voce, il soprano Daniela Schillaci, una Cio-cio-san
direi perfetta, anche nel suo fisico minuto, ma tenace al pari del suo
personaggio definito “lieve figura da paravento”, ma pervasa da una
volontà d'acciaio e da una grande forza morale. La sua interpretazione raggiunge
il livello più alto l'aria struggente “Un bel dì vedremo”, delineato
con sapienti pennellate di colore e ricerca cromatica nelle frasi, e continua
nell'accorato “Sai cos'ebbe core” per strappare lacrime e brividi
autentici agli spettatori nel disperato e temibile finale “Tu, tu piccolo
Iddio”.
Al suo fianco c'è Diego Cavazzin, un tenore che merita le
ribalte più importanti, con la sua maschia e sicura voce, con i suoi acuti
luminosi pari a sciabolate, e con la sua passionalità trasfusa nel porgere la
bella vocalità. E' buona l'interpretazione del superficiale americano, che alla
fine si accorge di aver compiuto un grave sbaglio imperdonabile. Sono risultati
molto importante e ben eseguito “Addio fiorito asil” ed incisivo “Fuggo
ah son vil!”
Nozomi Kato ha interpretato Suzuki ed è apparsa
incisiva e importante, anche nei suoi silenzi e gesti leggeri, con una bella
voce di mezzosoprano, misurata ed elegante.
Il baritono Sergio Vitale è uno Sharpless
nobile, rassicurante ed importante, ampiamente provvisto di bronzea e sicura
voce.
Saverio Pugliese rende il difficile ruolo di Goro
con ottima maestria vocale, condita da splendida musicalità, apparendo magnifico
anche sul piano scenico, con mosse e piccoli gesti molto aderenti al
personaggio.
Il basso Cristian Saitta ha una voce bella, profonda e ben emessa, è uno
zio Bonzo che sembra uscito dalla pop art o da Nashville, con al parrucca
stile figlio dei fiori (unico appunto alla regia, per mia esperienza sul posto i
bonzi giapponesi sono rasati!), come è molto bravo e scenicamente simpatico il
principe di Yamadori di Chao Liu.
Molto garbata e bella nel suo personaggio, corretta e musicale è la Kate
di Francesca Mercuriali.
Trovo ottima la scelta di proporre i validissimi artisti del coro nelle parti
minori che hanno saputo valorizzare ciascun ruolo, che di solito invece passa
inosservato: Nicola Zagni è uno spassosissimo zio Yakusidè
(che per un po' prende la scena !), Marcandrea Mingioni è il
Commissario imperiale, Matteo Monni è l'Ufficiale
del registro, Barbara Chiriacò è La zia,
Maria Komarova è La cugina, Silvia Tiraferri
è La madre.
Il Coro Lirico di Modena, guidato dal M. Stefano
Colò, ha ben eseguito con un suono unico la sua parte, regalando un
etereo e perlaceo Coro muto, giustamente premiato da tanti applausi.
La direzione del M. Aldo Sisillo è buona, fluida e ben
calibrata nella ricerca dei colori e ha saputo dare un'impronta personale ed
elegante all'opera, ben seguito da un'ottima Orchestra Filarmonica
Italiana.
Alla fine, lo spettacolo è stato premiato da moltissime ed entusiastiche
ovazioni, con punte al calor bianco per Daniela Schillaci.
Continua, con mia grande soddisfazione, la serie di belle produzioni
operistiche nei nostri teatri italiani, segno che la nostra lirica sta bene e ha
al suo attivo tante frecce ancora da scagliare per far sognare il suo pubblico.
LA LOCANDINA MADAMA BUTTERFLY Opera in tre atti su
libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica Musica di Giacomo Puccini
Madama Butterfly Daniela Schillaci B.F.Pinkerton Diego Cavazzin Suzuki
Nozomi Kato Sharpless Sergio Vitale Goro Saverio Pugliese Lo zio Bonzo
Cristian Saitta Il Principe Yamadori Chao Liu Kate Pinkerton Francesca
Mercuriali Lo zio Yakusidè Nicola Zagni Il comissario imperiale Marcandrea
Mingioni L'ufficiale del registro Matteo Monni La zia Barbara Chiriacò
La cugina Maria Komarova La madre Silvia Tagliaferri Lo Spirito Monique
Arnaud
Direttore Aldo Sisillo Regia, scene e costumi Stefano Monti
Assistente alla regia Tony Contartese Luci Eva Bruno
Orchestra
Filarmonica Italiana Coro lirico di Modena Maestro del Coro Stefano Colò
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