La bella e signorile città di Padova ha visto nella suggestiva corniuce di
Piazza Eremitani, accanto al sommo capolavoro dell'arte visiva che è la Cappella
degli Scrovegni con il suo sogno pittorico degli affreschi di Giotto,
l'esecuzione di un altro gioiello dell'arte italiana musicale, il
Rigoletto verdiano: opera immortale, eterna denuncia contro la
discriminazione e la sofferenza provocate dalla disabilità, così ben espressa
dal Maestro bussetano.
La rappresentazione ha trovato in Simone Piazzola, baritono
di chiara fama ed umanissimo protagonista, la ragione di essere in uno
spettacolo altrimenti pallido e claudicante, va detto subito. Ma l'artista
veronese ha dato anima artistica vibrante, voce dall'ampia sicurezza tecnica
(memorabile quel Sol acuto tenuto alla fine di “Pari siamo” che ha
fatto letteralmente tremare la piazza) e dal brunito ed intenso colore, scavo
raffinato del personaggio in ogni accento e respiro, confermandosi un eccelso
protagonista della scena ed un sensibilissimo interprete. L'attore è molto
presente e colpisce nel profondo, strazianti i suoi singhiozzi reali sul corpo
di Gilda nel finale.
Gilda, interpretata da Yulia Merkudinova,
purtroppo, è incolore e senza spessore, dalla voce aggraziata e
tecnicamente ben emessa, ma senza alcun fremito e spessore interpretativo. Le
note ci sono tutte, le agilità, soprattutto nell'Aria "Caro nome",
lasciano a desiderare rivelando incertezze e spesso negli assiemi viene mangiata
dagli altri interpreti. E' un ruolo da rivedere e da rendere più personale ed
autentico da questa giovane artista che ci riserviamo di risentire in altre
occasioni.
Ha la giusta protervia e sicumera Marco Ciaponi, Duca di
Mantova, in possesso della giusta figura scenica e dotato di acuti luminosi
e ben proiettati, ma anche di un vibrato insistente e non governato in pieno.
Mirabile è il sovracuto alla fine della cabaletta "Possente amor mi chiama"
e spavaldo e ben eseguito "La Donna è mobile", l'interprete (potrebbe
essere però una scelta registica) qualche volta è sopra le righe e con gesti
troppo volgari e popolari che mal si adattano a un Duca, libertino si e
menefreghista, ma comunque sempre educato nella raffinatissima corte
rinascimentale di Mantova.
Il sicario Sparafucile ha l'elegante figura e voce di un
musicalissimo Grigory Shkarupa, dalla voce bronzea che ha
colpito nel cavernoso e tenuto all'infinito fa grave nel duetto con il
protagonista.
Bella la voce e la presenza della sorella Maddalena, interpretata
dal mezzosoprano Nadezhda Karyazina, sensuale e volitiva,
incisiva e dotata di volume, colore molto pertinente. Nel quartetto e nel
terzetto finalmente si è apprezzata e ascoltata in toto la sua parte, spesso
assorbita dagli altri interpreti.
Nicolò Ceriani ha reso il suo Monterone sanguigno,
forte ed incisivo, con voce presente e personale interpretazione.
La Giovanna di Alice Marini ha dato momenti non
gradevoli anche se dotata di voce importante e musicalità notevole.
Inesistenti e poco funzionali sono risultati Alex Martini (Marullo)
e Carlos Natale (Borsa) mentre Emil Abdullaiev
(Ceprano) è stato più interessante come qualità di voce.
Carina è risultata Andreina Drago nella breve parte della
Contessa di Ceprano, voce musicale e presenza discreta.
Il direttore d'orchestra Nicola Simoni ha dato una lettura
particolare della partitura verdiana, privilegiando il taglio belcantista e non
mettendo in risalto il fuoco e la forza che pervade il discorso musicale,
staccando a volte tempi velocissimi e rallentando improvvisamente. E' stato
seguito a fatica da un'Orchestra di Padova e del Veneto
apertamente imbarazzata ed in affanno, diversamente del solito e dal suono
opaco.
Il Coro Lirico Veneto, dotato di belle voci e sicuro
professionismo, ha sofferto nella bellezza e conformità di suono dalla mancanza
di un maestro del coro, da quello che si vede nel programma dove non è citato,
oltre alla mancanza evidenti di prove e spazio. Ci sono state alcune sforature
evidenti nella sezione dei tenori e i due cori importanti, soprattutto “Zitti
zitti”, erano eseguiti tutti in un forte generico.
Inesistente e imbarazzante è apparsa la regia di Giuseppe Emiliani
che si è limitato a far entrare ed uscire gli artisti, mentre i
costumi a firma di Stefano Nicolao sono molto belli e di
pregevole fattura. Le scene videoproiettate di Federico Cautero
sono apparse in gran parte suggestive, funzionali e pulite.
E' uno spettacolo che, con qualche accorgimento e cura in più, poteva
rivelarsi buono, una scommessa perduta e non riuscita. La dotta e colta città di
Padova merita di meglio.
Rigoletto Opera in tre atti libretto di Francesco Maria Piave musica
di Giuseppe Verdi Personaggi e interpreti
RIGOLETTO Simone Piazzola
IL DUCA DI MANTOVA Marco Ciaponi GILDA Yulia Merkudinova SPARAFUCILE
Grigory Shkarupa MADDALENA Nadezhda Karyazina GIOVANNA Alice Marini
MONTERONE Nicolò Ceriani MARULLO Alex Martini MATTEO BORSA Carlos Natale
IL CONTE DI CEPRANO Abdullaiev Emil LA CONTESSA DI CEPRANO Andreina Drago
Coro Lirico Veneto ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO maestro concertatore e
direttore d'orchestra: Nicola Simoni costumi Stefano Nicolao scenografia:
Federico Cautero per 4Dodo Regia: Giuseppe Emiliani Foto: Claudio Salmaso
Nuovo allestimento in coproduzione con Bassano Opera Festival, Teatro Mario del
Monaco di Treviso, Teatro Sociale di Rovigo.
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