In locandina spicca la scritta Special Edition, ma di
speciale questa rappresentazione rodigina ha solo l'entusiasmo e la gioia ndi
venire a teatro del numeroso pubblico presente.
Chiarendo che La Traviata è di Giuseppe Verdi,
in primis, e non di chi firma la regia, come ormai anche in luoghi più
internazionali si nota.
La regia di Ivan Stefanutti risulta vuota, pomposa e ricca
d'incongruenze. Ci si chiede, per esempio: perché lo sfondo perenne (anche nella
casa di campagna del secondo atto) determinato dallo skyline dei grattacieli di
Manhattan, compresa anche una testa marmorea di uno dei Presidenti Usa della
Monument Valley quando l'azione si svolge chiaramente a Parigi?
Oppure perché l'inutile e fuorviante partecipazione di pur bravissimi ed
eleganti danzatori durante il famoso Brindisi, che costringono coro e cantanti
protagonisti a cantare ai lati, cercando di evitare i grands batmans della
coppia?
E, ciliegina sulla torta, perché quattro orribili bambole o pupazzi che
ricordano la bambola assassina di un noto film horror, al posto dei ballerini o
degli artisti del coro in qualità di zingarelle e matadores?
A mio avviso di queste speciali regie il teatro d'opera non ne ha bisogno.
Ben vengano idee originali, innovative, supportate da un discorso originale e
da una linea di pensiero ben definita, anche cambiando luogo ed epoca, ma non è
questo il caso.
Le scene ed i costumi, oltre alle proiezioni sono sempre
firmati da Stefanutti. Le scene sono, appunto, incongruenti,
anche se in certi casi funzionali e spettacolari (il grandissimo letto bianco
del finale per esempio) mentre i costumi sono veramente belli e preziosi,
soprattutto quelli della protagonista, molto curati nei dettagli come la
raffinatezza dell'abito rosa del primo atto con maniche in piume di struzzo o il
magico mantello nero del terzo atto su un vestito nero di soave eleganza. Ho
solo un appunto ai costumi delle artiste del coro: sono troppo uguali, anche se
di pregevolissima fattura, sarebbe stato meglio una scelta cromatica più varia.
La parte musicale rispecchia un po' l'andamento della parte visiva, con
alcune eccezioni.
Meravigliosa scoperta è il baritono Leo An, coreano, dalla
brunita voce bellissima, condotta sapientemente dall'artista e colorata da un
variegato fraseggio e da grande musicalità. Il personaggio c'è tutto nella sua
rigida e perbenista caratteristica, e ogni respiro ed accento rimane scolpito
nell'anima di chi ascolta. E' un cantante da tenere d'occhio e seguire con vivo
interesse.
La Violetta di Claudia Pavone non è altrettanto
incisiva. La voce è mirabile, cristallina e ben guidata in ogni registro, forse
un po' leggera per la parte. Si intuisce che il giovane soprano ne ha profonda
conoscenza, ma manca l'incisività della primadonna, la grandezza del
personaggio, sublime nella sua statura morale e nel suo sacrificio pieno di
profonda e vera umanità. Anche se durante lo svolgersi dell'azione la cantante
trova momenti ragguardevoli e commoventi, come nei pianissimi di “Dite alla
giovane” o nell'esplosione di voce ben tratteggiata e sostenuta di “Amami
Alfredo” fino a culminare in uno straziante e degno di nota “Gran Dio
morir si giovane”. Delude nel finale della grande Aria e Cabaletta del
primo atto esibendo un mi bemolle incerto e smorzato quasi subito, ma può essere
imputato all'emozione data dalla Prima. Tutto sommato una dignitosa e seria
professionista che porta a casa la parte senza grandi voli pindarici.
Il suo Alfredo, il tenore Raffaele Abete, è un
altrettanto pallido professionista, che sforza negli acuti, pur dotato di bella
e luminosa voce e di buona musicalità. Tratteggia un focoso giovane innamorato
con perizia, ma dal protagonista maschile del capolavoro verdiano vorremmo di
più: più attenzione al fraseggio, più cavata unica e morbida della frase
verdiana e più appoggio sul fiato.
Corrette e niente più l'Annina di Michela Bregantin
(ah quei tacchi troppo rumorosi in certi momenti, ma non è certo colpa
dell'artista) e la Flora di Andreina Drago, comunque
dotate di buona musicalità ed avvenenza scenica.
Sono risultati buono il Gastone di Emanuele Giannino,
elegante e musicalissimo il Marchese di Francesco Toso,
ben sonoro e presente il Barone Duphol di William Corrò,
misurato e ben emesso il Dottor Grenvil di Michele Zanchi,
bella voce e grande scioltezza scenica nel Giuseppe di Roberto
Capovilla, ottimo professionista Giovanni Bertoldi (Commissionario)
e domestico di gran lusso Giuseppe Nicodemo.
Pregevole la lettura musicale del direttore d'orchestra Francesco
Rosa, che ha respirato e quasi cantato con gli artisti che guidava in
scena, curando con sapiente ricerca del fraseggio e del discorso musicale ogni
singola nota della partitura verdiana, trovando anche sonorità nuove e magiche,
non sempre supportato e seguito da un'Orchestra Regionale Filarmonia
Veneta, che qualche volta ha arrancato o non ha creato un suono unico,
come dal Coro Lirico Veneto (pur diretto da una grande maestro,
Giuliano Fracasso) decimato nelle sue fila ed artisticamente
l'ombra del buonissimo coro ascoltato anni fa sempre nel teatro Sociale. Voci
deboli, impacciati in scena, nelle Zingarelle si è notato anche uno scollamento
tra coro ed orchestra.
E' stato uno spettacolo dignitoso e non certamente da special edition,
tuttavia premiato da applausi che hanno giustamente raggiunto l'apice
all'apparire del Baritono, da parte del bel pubblico rodigino accorso entusiasta
e numeroso.
LA TRAVIATA SPECIAL EDITION Libretto di Francesco Maria Piave Musica
di Giuseppe Verdi
Personaggi e interpreti
Violetta Valery Claudia
Pavone Alfredo Germont Raffaele Abete (12.11) Gianluca Terranova (14.11)
Giorgio Germont Leo An Annina Michela Bregantin Flora Andreina Drago
Gastone Emanuele Giannino Marchese D'Obigny Francesco Toso Barone Douphol
William Corrò Dottor Grenvil Michele Zanchi Giuseppe Roberto Capovilla
Commissionario Giovanni Bertoldi Domestico Giuseppe Nicodemo
Maestro concertatore e direttore d'orchestra Francesco Rosa Regia, scene,
costumi e proiezioni Ivan Stefanutti Assistente alla regia e alle scene
Filippo Tadolini Assistente ai costumi Stefano Nicolao Orchestra Regionale
Filarmonia Veneta Coro Lirico Veneto Maestro del coro Giuliano Fracasso
Compagnia di danza Fabula Saltica Coreografia Claudio Ronda
Con il
sostegno di Fondazione Banca del Monte
Nuova produzione
Allestimento del Laboratorio di scenografia del Teatro Sociale di Rovigo
Coproduzione del Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Comunale di Treviso, Comune
di Padova, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro del Giglio di Lucca
|