Un'esecuzione che rispetta dall'inizio alla fine la composta dignità ed
eleganza del popolo giapponese e dona una grande emozione: questo è il
sunto delle impressioni suscitate dalla "Madama Butterfly" di Puccini
che ha inaugurato la Stagione Lirica del Teatro Comunale "Claudio
Abbado" di Ferrara.
Il velo in proscenio dona la suggestiva visione di una nave che avanza verso
la platea, per poi aprirsi e rivelare una scena nuda, essenziale. A una prima
impressione appare un po' bruttina con pannelli grigi incombenti, ma questi
diventano schermi, a seconda del momento scenico, per proiettare magiche
e sapienti immagini (video designer Mario Spinaci
ed illustrazioni di Riccardo Cecchetti) della
bandiera americana, dei delicatissimi fiori di ciliegio o altre suggestive
raffigurazioni, valorizzate dalle sapienti luci di Ludovico
Gobbi.
La scenografia porta la firma di Benito Leonori. Raffinati e
aderenti allo stile dell'epoca e del luogo sono i costumi di
Patricia Toffolutti. La regia di Matteo Mazzoni è ampiamente
rispettosa del dramma e dell'ambientazione, puntando molto sul rigore e la
delicatezza di gesti ed intenti del popolo del Sol Levante, in contrasto con
l'atteggiamento caciarone e informale, prettamente yankee dei personaggi
americani in primis Pinkerton, sbruffone e sopra le righe e il console
Sharpless più composto come diplomatico, ma che non disdegna di bere
whiskey dalla stessa fiaschetta del luogotenente di marina.
Su tutti brilla la magnifica, stilizzata e composta grazia di acciaio della
protagonista, che esprime con un solo lieve cenno del capo o delle mani il suo
immenso dolore interno e la sua feroce ostinatezza, in pieno aderente al diktat
del giovane valido regista.
E' quindi una Cio-Cio-San che cattura anima e cuore quella offerta
da Silvia Pantani, dotata di una bellissima, morbida e calda
voce di soprano lirico, dai colori perlacei, uniforme in ogni registro dai gravi
bruniti ai folgoranti acuti, a volte sommersa dall'orchestra che suona molto
forte, ma è assoluta protagonista e padrona della parte. E' un'ottima
interprete: solo con l'emozione nella voce e con qualche gesto misurato e mai
eccessivo, fa venire il "groppo in gola" agli spettatori.
Troppo sforzato e senza eccessiva cura nel fraseggio, anche se munito di una
bella e chiara voce maschia, è il tenore Francesco Fortes. Non
sembra dominare bene la tenuta vocale e l'intonazione. Rende comunque molto bene
il pentimento tardivo e finale, anche se il suo “Addio fiorito asil”
non è indeminticabile e i suoi “Butterfly” finali arrivano a disturbare
l'atmosfera di dolente poesia della piccola gheisha morente cullata con amore
dalla sua serva Suzuki.
Non risulta particolarmente incisivo l'apporto dello Sharpless di
Italo Proferisce che ha una voce brunita, ma non estesa e vanta
comunque una buona musicalità sostenuta da una presenza scenica raffinata.
Molto curata, di un bel colore bronzeo è la resa vocale del mezzosoprano
Ilaria Ribezzi, una Suzuki scenicamente importante e
commovente, in pieno accordo di suono e sinergia vocale con la protagonista
nelle scene d'insieme. Il duetto dei fiori è stato reso dalle due artiste un
piccolo capolavoro.
Ottimi sono anche la resa musicale nella non facile parte di Goro
del tenore Claudio Zazzaro, la potenza vocale del basso
Andrea Tabili, uno zio Bonzo davvero minaccioso ed
importante, la raffinata compostezza di Yamadori dalla bella e musicale
voce di Dielli Hoxha (anche commissario imperiale).
Puntuali ed efficaci sono risultati la Kate Pinkerton di
Margherita Hibel e l'Ufficiale del registro di Andrea
Cutrini.
Finalmente abbiamo apprezzato un Coro dalla grande professionalità a Ferrara
(ma quando potremo ascoltare come ai tempi gloriosi di Abbado un coro composto
per la maggior parte dai tanti professionisti cantanti ferraresi che non
mancano?). Il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”,
diretto dal Maestro Davide Dellisanti, offre una ottima prova
musicale, compatto ed uniforme nel colore, arrivando all'eccellenza in tre
momenti eponimi per il Coro nell'opera del genio toscano, quali il crescendo del
primo atto nel concertato “Bello è così”, o nel dolcissimo brindisi “Oh
Kami Oh Kami” intonato, con una delicatezza suggestiva, per arrivare al
commovente coro a bocca chiusa eseguito con una perfetta intonazione e una
sapiente ricerca dei vari livelli di piano e pianissimo costellato dal Si
bemolle finale dei soprani, a dir poco, lunare.
L'Orchestra Città di Ferrara suona bene, da elogiare il
primo violino Antonio Aiello, ammirato anche in altre
occasioni come maestro concertatore e direttore, che qui in alcuni momenti fa
vibrare di emozione con bellissimo suono il suo violino, ma purtroppo, non
sostenuta dal direttore d'orchestra David Crescenzi, che a
volte pretende un suono con troppo slancio che copre le voci in scena. Non c'è
molta ricerca di colori, la tavolozza ricchissima pucciniana non è rispettata,
anche se l'opera comunque giunge in porto... è il caso di dirlo.
Il numeroso pubblico presente ha regalato applausi calorosi con punte di
entusiasmo all'apparire in courtins calls di Suzuki e soprattutto della
protagonista Madama Butterfly.
GIACOMO PUCCINI MADAMA BUTTERFLY tragedia giapponese
in tre atti di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa (da John L. Long e David Belasco) musica di
Giacomo Puccini
personaggi e interpreti
Madama Butterfly
(Cio-Cio-San), Silvia Pantani F. Pinkerton, Francesco Fortes Suzuki,
servente di Cio Cio-san, Ilaria Ribezzi Sharpless, Italo Proferisce Goro,
nakodo Claudio Zazzaro Lo zio Bonzo, Andrea Tabili Il Principe Yamadori,
Il commissario imperiale Dielli Hoxha Kate Pinkerton, Margherita Hibel Lo
zio Yakusidé, Luca Giorgini L'ufficiale del registro, Andrea Cutrini La
zia, Eleonora Nota La cugina, Yue Wu La madre, So Hyun Lee Dolore
Andrea Bussotto figuranti Christiane Hunger, Elena Petroliti, Guido
Merendoni, Luca Pieroni, Nicola Marconi, Pietro Pierdicca, Yassin Barri, Simone
Mandolini
regia Matteo Mazzoni
Orchestra Città di Ferrara
direttore David Crescenzi
Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”
Maestro del Coro Davide Dellisanti
scene Benito Leonori luci
Ludovico Gobbi costumi Patricia Toffolutti illustrazioni Riccardo
Cecchetti assistente alle scene Elisabetta Salvatori allestimento
Romanian National Opera di Cluj-Napoca produzione Fondazione Pergolesi
Spontini in coproduzione con Teatro Comunale di Treviso, Fondazione Teatro
Comunale di Ferrara Foto di scena: Stefano Binci / Fondazione Pergolesi
Spontini
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