COMMOVENTE NABUCCO NELLA SHOAH IN ARENA VENERDI 13 AGOSTO-ARENA DI VERONA
Commuove, affascina, prende e fa pensare anche agli indegni paragoni che
stanno sbandierando alcuni esagitati fautori di un movimento contro i vaccini in
questo periodo difficile, il Nabucco andato in scena per la 98*
stagione lirica dell'anfiteatro veronese. Si torna a fare musica, a fare arte in
maniera egregia, pur tra mille difficoltà.
L'allestimento non porta la firma di un regista, ma è molto incisivo, ben
studiato e curato e colpisce al cuore. E' ambientato nella cruda epoca della
Shoah e tutto in scena parla con rispetto e partecipata sofferenza della
tragedia immane ed unica nel suo genere che ha segnato il secolo scorso ed ha
duramente colpito il popolo ebraico. E si notano nella Sinfonia soprattutto e
poi durante l'opera le immagini concesse dal Museo nazionale dell'Ebraismo
Italiano e della Shoah ( Meis) di Ferrara che ha preziosamente collaborato con
la Fondazione.
Già dal primo atto, pur con qualche minima incongruenza nel rappresentare i
gesti rituali (uno per tutti quella che affligge ogni allestimento del Nabucco,
fanno inginocchiare le persone per pregare quando nella religione ebraica non è
assolutamente contemplato l'inginocchiamento…) si rappresenta un rastrellamento
in un ghetto e la successiva deportazione. Per poi culminare nel magnifico
Va pensiero del coro areniano eseguito in un lager tra fili spinati
e prigionieri a testa rasata che a malapena stanno in piedi.
In scena, oltre ai protagonisti vocali, le comparse mentre il vero
protagonista dell'opera, il Coro è disposto sul lato sinistro per chi guarda il
palcoscenico sui gradoni. Purtroppo per disposizioni antiCovid non si può godere
della partecipazione scenica molto incisiva e determinante del Coro
della Fondazione Arena di Verona, guidato dal Maestro Vito
Lombardi, ma la compagine corale si fa sentire eccome. Canta con
intenso, unico colore, con belle voci, e soprattutto, nonostante il caldo, le
tante prove e recite della stagione, il restare immobili per tutta la durata
dell'opera, canta con il cuore e con grande capacità di esprimere colori e
nuances richieste da quel massimo esperto dell'opera in questione qual è il
direttore Daniel Oren.
Il maestro israeliano del capolavoro verdiano ama ogni pagina, ogni battuta
ed ogni inciso e lo si avverte con vivo risalto. Fulmineo nei momenti di furore,
da il meglio nei momenti di preghiera (l'introduzione all'aria di Zaccaria
“Vieni o Levita “ è magica!) o di abbandono lirico, ben seguito da un'Orchestra
della Fondazione Arena Di Verona dal suono compatto, senza alcuna
sbavatura ed in stato di grazia. A tratti, ma forse anche per la posizione di
chi ascolta si avverte un lieve scollamento tra coro ed orchestra.
Vera leonessa ed Abigaille di riferimento una Anna Pirozzi
strepitosa. Morbida emissione, eterea e perlacea nei pianissimi della
sua Aria, ferina e siderale negli acuti estremi e buona attrice in scena
l'artista sa colorare di vive emozioni la sua parte di cui festeggia la
centesima recita in questi giorni.
Pallido a confronto il Nabucco di George Petain,
che canta molto bene e con proprietà, ma non ha il carattere del focoso re
guerriero che dovrebbe far tremare già alla sua prima, proterva frase “Di
Dio che parli?”. Il cantante eccelle per morbidezza e fluidità nelle parti
liriche e di abbandono emotivo, ma certo questo non basta a determinare una
buona riuscita.
Come non eccelle il suo antagonista vittorioso, lo Zaccaria di
Rafal Siwek. L'artista esegue bene la parte non facile, ma
manca la zampata del grande protagonista morale, della grande personalità
religiosa che sa spingere alla speranza un popolo emotivamente e fisicamente
distrutto.
Misurata ed elegante, ma non memorabile la Fenena di
Geraldine Chauvet che assolve al suo ruolo con buona musicalità.
Ottimo lo squillo del tenore Riccardo Rados, un Ismaele
sicuro e svettante .
Abdallo è Carlo Bosi, un comprimario di lusso e
sicura garanzia come lo è la tenera e delicata Anna di Elena Borin che ricama
con ottima musicalità il prezioso finale dell'opera. Corretto e musicale il
Gran Sacerdote di Belo di Nicolò Ceriani.
Un colpo mal cuore e molto belle le scenografie in video digital D-Wok ed
appropriati i costumi . Uno spettacolo che resta nel cuore.
NABUCCO Direttore d'orchestra Daniel Oren
Maestro del Coro Vito Lombardi Direttore allestimenti scenici Michele Olcese
NUOVO ALLESTIMENTO DELLA
FONDAZIONE ARENA DI VERONA Orchestra, Coro e Tecnici dell'Arena di Verona
Foto ENNEVI
NABUCCO George Petean
ISMAELE Riccardo Rados
ZACCARIA Rafał Siwek
ABIGAILLE Anna Pirozzi
FENENA
Géraldine Chauvet
IL GRAN SACERDOTE DI BELO Nicolò Ceriani
ABDALLO Carlo Bosi
ANNA Elena Borin
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