Primo applauso della serata va alla lodevolissima collaborazione tra
Accademia Militare di Modena e la Fondazione Teatro Comunale di
Modena voluta fortemente dal Direttore Artistico e fine musicista il
Maestro Aldo Sisillo, direttore d'orchestra, compositore e fine
conoscitore di voci. In questa Italia che a fatica si sta sollevando da una
pandemia senza fine, un ottimo segnale di ripresa culturale!
In scena nel magnifico Cortile d'Onore del Palazzo Ducale di Modena,
sede dell'Accademia Militare dell'Esercito Italiano, è andato in scena un
Rigoletto
già visto e recensito al teatro Abbado di Ferrara. E' stato uno spettacolo
onesto con alcuni diamanti tra artisti principali e comprimari, ed altri meno
preziosi, ma sempre ottimi professionisti.
Inizierei a mettere in evidenza le gemme: in primis chi ha sostenuto
brillantemente e con ottimo scavo e ricerca dei colori e del fraseggio, donando
una sua personalissima impronta allo spettacolo per la parte musicale, mi
riferisco al direttore d'orchestra Alessandro D'Agostini. Lo ha validamente e fedelmente seguito l'Orchestra
Filarmonica Italiana, donando all'ascolto un'esecuzione ottima senza
alcuna sbavatura.
Il suono raggiante, sempre a fuoco, con acuti baldanzosi ed ottimamente
emessi e tenuti, la giusta interpretazione di protervia e sicurezza, fanno del
tenore Stefan Pop il vero trionfatore della serata. Manca solo
il phisique du role per decretare un Duca di Mantova di riferimento, ma
chi scrive non ritiene indispensabile tale requisito. L'opera lirica è musica in
scena e a una bella voce che canta assai bene si perdona un fisico non da attore
del cinema.
Daniela Cappiello si riconferma una splendida Gilda,
omogenea e soave in ogni registro, dal medio morbido e sonoro all'acuto ben
dipanato e lanciata alle stelle ai siderali sovracuti, emessi con estrema
facilità e sicurezza. Ottima anche nel lato interpretativo, delinea una
Gilda virginea e soave, ma non certo sottomessa e sotto sotto un po'
ribelle.
Sensuale, con belle gambe in vista ed ottimo registro contraltile la
Maddalena di Antonella Colaianni, che ha dato spessore e
fuoco ad un personaggio chiave nell'opera verdiana.
Nei comprimari notevole la prova del mezzosoprano Barbara Chiriaco',
materna ed ambigua Giovanna, sicura musicalmente e dalla bella voce
oltre che buona attrice.
Tra i preziosi metto anche il Coro Lirico di Modena,
istruito dal M. Stefano Colo', belle voci, ben calibrate tra
loro e con suono unico senza sforature. Ottime tutte le sezioni e disinvolti
anche in scena.
Fuori dalla sezione gemme preziose inserisco ottimi professionisti, ma che
non arrivano a dare peso e carisma ai loro personaggi. Il protagonista,
Devid Cecconi, che con voce brunita, ma non incisiva e tanta
freddezza interpretativa ha donato un Rigoletto sottotono, privo degli
slanci rabbiosi e dei momenti di lirico abbandono che dovrebbero caratterizzare
il personaggio. L'artista, comunque molto ragguardevole musicalmente, non ha
dato spessore e sangue al gobbo buffone.
Sparafucile nella persona del basso Ramaz Chikviladze
aveva il giusto phisique du role (sembrava un po' l'orco Shrek), ma la
voce non risuonava possente ed oscura come il nostro orecchio è abituato a
percepire. Degno di nota comunque il fa grave tenuto a lungo nel duetto con il
protagonista.
Pallido come resa vocale e scenica il Monterone di Felipe
Oliveira, qualche volta anche non molto in sintonia con l'orchestra.
Musicali, ma dignitosi e niente più si sono rivelati il Borsa di
Roberto Carli, il Ceprano di Luca Marcheselli,
la Contessa di Ceprano di Maria Komarova e l'Usciere
di corte di Paolo Marchini. Poco gradito è stato il
Marullo di Marcandrea Mingioni, invece molto carina, nel
suo breve intervento, si è mostrata Matilde Lazzaroni nei panni
del paggio.
La regia di Fabio Sparvoli è tanto “vorrei ma non posso”,
molto banale, potrebbe offrire buoni spunti innovativi, ma sembra non avere il
coraggio di svilupparli. Tetri, anche se di effetto e gradevoli, i costumi di
Alessio Rosati, mentre le scene di Giorgio
Ricchelli sono ben studiate e colpiscono con suggestione, anche grazie
alle luci crude ed efficaci di Vinicio Cheli.
E' stato uno spettacolo gradito e apprezzato dal sempre competente e
abbastanza numeroso pubblico modenese presente.
RIGOLETTO
Opera di Giuseppe Verdi, in tre atti su libretto di
Francesco Maria Piave
ispirato al dramma Le roi s'amuse di Victor Hugo
Il Duca di Mantova Stefan Pop Rigoletto Devid Cecconi Gilda Daniela
Cappiello Sparafucile Ramaz Chikviladze Maddalena Antonella Colaianni
Giovanna Barbara Chiriacò Il Conte di Monterone Fellipe Oliveira Marullo
Marcandrea Mingioni Matteo Borsa Roberto Carli Il Conte di Ceprano Luca
Marcheselli La Contessa di Ceprano Maria Komarova Un usciere di corte
Paolo Marchini Un paggio della Duchessa Matilde Lazzaroni Direttore
Alessandro D'Agostini Regia Fabio Sparvoli Scene Giorgio Ricchelli
Costumi Alessio Rosati Luci Vinicio Cheli Regista assistente Giovanna
Spinelli Orchestra Filarmonica Italiana Coro Lirico di Modena Maestro
del coro Stefano Colò Foto Paolo Guerzoni
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