In una serata specialissima per l'Italia calcistica, e non solo, il
Teatro Comunale Abbado di Ferrara propone una gemma rara ed
inestimabile quale questo concerto con grandissimi miti della lirica e del podio
assieme a due giovani promesse. E' uno spettacolo al calor bianco, non solo per
il 35 gradi esterni (e nota molto gradevole e particolare che fa comprendere
quanto la direzione artistica del teatro tenga al suo pubblico ventagli ed acqua
offerti al pubblico all'entrata), ma per il valore artistico degli esecutori.
Inizia il concerto salendo sul podio il maestro Giampaolo Maria
Bisanti, che non solo esegue la musica durante il concerto, ma la vive
e respira in ogni gesto, in ogni pausa, assaporandola assieme al pubblico, e
quasi respirandola con i cantanti in scena. Apre il concerto con la rara
Sinfonia dall”Oberto conte di San Bonifacio” prima opera del
cigno bussetano, già percorsa da fremiti sanguigni e future immortali melodìe.
L'Orchestra Città di Ferrara segue il Direttore Bisanti con piena aderenza e
perfetta musicalità, in pieno accordo con lui e con suono luminoso e sicuro.
Peccato quando si avverte qualche leggerissima scollatura nella sezione dei
primi violini, riscontrata anche nel successivo Preludio dal terzo atto di
Traviata.
Entra in sala il primo leone della serata, il grande basso Michele
Pertusi che da par suo incanta il pubblico con uno spettacolare e
vivissimo “Infelice e tuo credevi” da Ernani. Di
questo cantante parmigiano oltre alla bella, intensa e brunita voce, non
smetterò mai di ammirare la grande capacità di giocare con nobiltà nel fraseggio
e nello scolpire ogni sillaba con il suo giusto colore. Di grande effetto anche
il successivo “Il lacerato spirto” dal Simone Boccanegra.
E' poi il turno della giovane promessa Dave Monaco, tenore
lirico leggero, gradevole voce, un po' affettato come atteggiamento, ma con
acuti sicuri, ben proiettati, interpretazione personale e non standard, dà il
giusto colore ed interpretazione alle due arie del Rigoletto “Ella
mi fu rapita” e l'applauditissima “La donna è mobile” con il si
finale lanciato per tutto il teatro, tale da entusiasmare gli ascoltatori. E'
una giovane, raggiante voce di cui sentiremo parlare.
E' così anche quella del soprano Yulia Merkudinova, già
ascoltata e recensita nell'Adalgisa poche settimane fa nello stesso
teatro. Qui ha proposto la grande aria di Violetta dalla Traviata “E'
strano”. La voce è tecnicamente perfetta, non ha un suono o un respiro
fuori posto, lo stile è aderente allo scritto verdiano con acuti splendidi e
sovracuti audaci e perfetti, ma a mio avviso manca una cosa: il cuore. Non ho
avvertito un brivido, un sentimento espresso. La musicalità è bellissima, ma non
si percepisce nessuna interpretazione personale. Manca totalmente l'attrice,
insomma.
Cosa che non si può dire in maniera assoluta nel grandissimo leone che
irrompe in scena: Leo Nucci. L'età c'è e si percepisce in
alcune note, ma non si può non emozionarsi fin dal primo suono di un “Cortigiani
vil razza dannata”: da immenso brivido. Ogni nota, ogni accento vibra
nell'anima di chi ascolta e basta solo vedere il Maestro Nucci, per capire che
non canta Rigoletto, ma è Rigoletto. Come pure nel duetto con Gilda
(una sempre perfetta, ma incolore davanti a tanta forza scenica e musicale
Yulia Merkudinova), dove esprime anche stando zitto mentre
canta la collega.
Un mito omaggiato alla fine anche dal basso suo pari parmigiano.
Ospite speciale è un altro mito del pianoforte e della direzione, nonché
grandissimo docente di canto, il modenese Leone Magiera, che
regala dopo 15 anni un grande momento di direzione orchestrale al pubblico
ferrarese salendo sul podio con un delicatissimo, etereo e sublime “Va
pensiero”. La città estense avrà il grande privilegio di avere questo
immenso artista come Presidente onorario del Teatro cittadino: una grande
opportunità di crescita culturale musicale per il mondo artistico ferrarese.
Questa notizia è stata data dal direttore artistico Marcello Corvino
e dal vicepresidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro
Comunale di Ferrara Carlo Bergamasco durante la serata stessa.
Purtroppo i due cori presenti, il Coro Polifonico di Santo Spirito,
diretto da Francesco Pinamonti, e l'Accademia Corale vittore Veneziani,
diretta da Teresa Auletta, non hanno brillato nelle loro due
esecuzioni. Manca l'afflato lirico ed il peso vocale dato proprio da voci
professioniste liriche. Ottime e di grande rilievo nel loro repertorio appunto
polifonico e barocco, nei due cori famosissimi verdiani ( Va pensiero e
soprattutto Zingarelle e Matadores dalla Traviata)
hanno mostrato il fianco, eseguendo con ottima musicalità, ma risultando esangui
e addirittura scomparendo nei fortissimi orchestrali. Probabilmente a causa del
covid erano anche pochi, bisogna riconoscerlo.
A mio avviso sarebbe meglio lasciare la scena ai cori professionisti lirici,
che a Ferrara non mancano! E' stato un concerto molto bello e a tratti
entusiasmante, segno che la musica e il teatro stanno riprendendo alla grande!
ORCHESTRA CITTÀ DI FERRARA GRAN GALA GIUSEPPE VERDI con Leo Nucci, Michele Pertusi, Yulia
Merkudinova, Dave Monaco Orchestra Città di Ferrara direttore Giampaolo
Maria Bisanti Coro Polifonico di Santo Spirito direttore Francesco
Pinamonti Accademia Corale “V. Veneziani” direttore Teresa Auletta
con la partecipazione straordinaria del Mº LEONE MAGIERA
Foto: Marco
Caselli Nirmal per Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
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