Uno spettacolo ricco di magia e suggestione quello offerto dalla
Fondazione Arena di Verona al grande pubblico in streaming il 27 marzo,
ed a pochissimi addetti ai lavori in presenza il giovedi 25 marzo in un fastoso
Teatro Filarmonico vuoto come tutti i nostri teatri in questo
periodo di pandemia che sembra interminabile. In scena la cantata per
soprano, archi e continuo “Giusti Numi che il ciel reggete”,
detta “Didone abbandonata” di Niccolò Jommelli
e la celeberrima opera barocca Dido and Æneas di Henry
Purcell.
Nella cantata qui proposta spicca la grande abilità
melodica di Jommelli e la sua capacità di rendere profondamente
idiomatica la scrittura orchestrale. Molto evidente a riguardo la figurazione
ricorrente nell'ultima aria, in cui l'orchestra evoca in modo pittorico e vivido
il crollo di Cartagine.
Nelle arie, come nell'arioso inserito nel recitativo
centrale, la voce è quella di Didone, in prima persona, mentre nel recitativo
parla una voce narrante. Ecco, quindi, che la cantata assume i toni di un
prologo alla narrazione dell'opera di Purcell, guidando l'ascoltatore
all'azione. Didone sceglie di morire insieme alla sua Cartagine, divorata da un
incendio catartico, rifiutando la proposta di un Re per restare fedele a Enea.
Il brano di Jommelli avviene a sipario quasi
del tutto chiuso, solo uno spiraglio da cui si staglia la figura triste e
solitaria della regina cartaginese abbandonata, avvolta da nuvole di fumo e
delimitata da una luce tagliente e ben definita.
Il soprano Maria Grazia
Schiavo è dotata di sapiente musicalità che infonde alla morbida e luminosa voce
un valore notevole. Agilità sgranate, acuti ben calibrati ed aderenza totale
allo stile dell'epoca. Aggiungiamo una dizione buona e varietà di accenti per
questo momento importante e pregnante. Dopo un breve intervallo inizia
l'opera capolavoro di Purcell. E qui devo ammettere che si viene immersi in una
magia fascinosa in maniera sottile e per questo molto coinvolgente. Uno dei
pochi casi in cui l'idea registica rende ancora piu splendente e seducente la
già straordinaria composizione del musicista londinese.
Ogni angolo del teatro
veronese viene sfruttato e reso importante: non solo palcoscenico, ma palchi,
platea, foyer. Fautore di questo magnifico risultato il regista Stefano Monti,
che firma anche scene e costumi, coadiuvato per le luci da Paolo Mazzon.
Come
indicato dal regista: «il gioco teatrale si fa portatore di significato».
L'inizio dell'opera, con le parole del Coro, anticipa il sogno di un'Europa
unita nel segno della fratellanza tra le nazioni. Dominante tra tutti il tema
femminile, in cui si delinea un personaggio completamente differente rispetto
alla Didone di Jommelli: qui è una donna sola e tormentata, attorniata dai
cortigiani, che trova conforto solo in Belinda. Non vi è alcuna morte eroica, ma
solo un profondo senso di solitudine.
E questa dimensione sfaccettata
del personaggio femminile affascina molto il Direttore d'orchestra Giulio
Prandi, che si interroga: «Dietro quante eroine leggendarie si nasconde una
vittima? Una donna sola? Quanto costa alle donne essere regine? O anche solo
essere donne, ieri come oggi? Quanto è pericolosa la solitudine, questa
condizione che oggi ci si presenta davanti carica di nuove ambiguità?». E ancor
più, in questo tempo difficile, la musica diviene ancora una volta portatrice di
un forte messaggio: «Il tempo che viviamo ci impone di riflettere, di dare il
massimo significato a ciò che abbiamo il privilegio di fare. L'arte è chiamata a
un compito alto, mai come oggi».
Josè Maria Lo Monaco è una
Dido elegante
e raffinata, umanissima nel suoi accenti dolorosi e dalla bella voce brunita.
Aderenza perfetta allo stile barocco e nel celeberrimo Lamento finale unisce
nobiltà di fraseggio a capacità d'incantare chi ascolta.
L'eroe troiano è
interpretato da Renato Dolcini, voce da baritono esperto in repertorio barocco
che affronta il personaggio con maschia sicurezza sia vocale che scenica,
delineando un Aeneas freddo e determinato.
La sorella della infelice
regina, Belinda, ha la voce di Maria Grazia Schiavo che conferma la sua
eccellenza già ascoltata ed ammirata nella cantata precedente. Meno incisiva
la prova della Second Woman Eleonora Bellocci, anche un po' impacciata nelle
vesti elaborate pensate dal regista. Tuttavia la voce è bella e curata .
Avvolta in un costume spettacolare, molto brava scenicamente e nelle movenze da
maliarda la strega di Lucia Cirillo, che però non ha una voce adeguata al ruolo
e non supporta con vocalità adeguata la brillantezza e l'importanza richiesta al
suo personaggio. Corretti e adeguati ai ruoli a loro assegnati il First Witch
/ Spirit Federico Fiorio Second Witch Marta Redaelli. Indimenticabile il
marinaio di Raffaele Giordani nel suo breve intervento, ma molto simpatico e
capace di salti ed equilibrismi da mimo. L'artista rende personalità viva ad un
piccolo ruolo.
Il Coro della Fondazione Arena di Verona, diretto dal
Maestro
Vito Lombardi qui disposto nei palchi, prende parte viva all'azione, cambiandosi
spesso di costume e con attrezzeria scenica adatta alllo svolgimento
dell'azione. Sono funambolici nella tavolozza di colori, un unico suono, senza
sforature e con proprietà d'accenti, davvero molto bravi.
Come è
eccellente nella scelta di fraseggi e tavolozza di colori musicali la direzione
del Maestro Giulio Prandi, che guida con sapiente e ferma mano da esperto
studioso della musica barocca qual è i cantanti, il coro, e l'Orchestra della
fondazione Arena di Verona, qui in ranghi ridotti, ma molto importante nel suo
apporto musicale e compatto.
Questo gioiello è offerto al grande pubblico online
sulla webTV di Fondazione Arena arena.it/tv e sul canale YouTube a partire da
domenica 28 marzo alle 15, mentre sarà su Facebook sabato 3 aprile alle 15. E
grazie alla volontà di aprire a tutti le porte del Teatro, lo spettacolo sarà
trasmesso su Telenuovo (al canale 11) venerdì 9 e sabato 10 aprile, sempre alle
ore 15.
 Personalmente spero vivamente che venga riproposto dal vivo quando si potrà di
nuovo affollare i teatri, perché merita davvero.
Didone Abbandonata
Cantata per soprano, archi e continuo di Niccolò Jommelli
Direttore Giulio
Prandi
Soprano Maria Grazia Schiavo
Dido and Æneas di Henry Purcell
Revisione a cura di Clifford Bartlett
Direttore Giulio Prandi
Regia, scene
e costumi Stefano Monti
Responsabile movimenti mimici Tony Contartese
Luci
Paolo Mazzon
Personaggi e interpreti
Dido
Josè Maria Lo Monaco
Æneas Renato Dolcini Belinda Maria Grazia Schiavo
Second Woman Eleonora
Bellocci Sorceress Lucia Cirillo First Witch / Spirit
Federico Fiorio
Second Witch Marta Redaelli Sailor Raffaele Giordani
Jack Tony Contartese
Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Modena ORCHESTRA, CORO E
TECNICI DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA Maestro del Coro Vito Lombardi |
Direttore allestimenti scenici Michele Olces
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