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L'opera a portata di tutti - Quistello (MN) - Intervista a Anna Malavasi

Redazione Liricamente, 01/10/2020

In breve:
Esistono in giro per l'Italia alcune realtà, sopravvissute anche al Covid, in cui la lirica esce dal teatro e va incontro al pubblico nei piccoli borghi sparsi per il Bel Paese: il nostro viaggio alla scoperta di queste realtà inizia da... Quistello. Con questo obiettivo, intervistiamo il mezzosoprano Anna Malavasi e l'Assessore alla Cultura Giorgio Moreno Piccinini che ci daranno la ricetta per uno spettacolo lirico di successo a portata di... grande pubblico!


Anna Malavasi - mezzosopranoNon è un segreto per nessuno il fatto che l'opera lirica stia attraversando un periodo davvero difficile, non solo a causa del Covid e degli scandali delle agenzie liriche e dei teatri.
Già da qualche anno è evidente il declino culturale del nostro Paese, forse perchè la lirica si è piano piano allontanata dal pubblico ed è troppo spesso relegata ai soli luoghi deputati all'ascolto dell'opera.

Fuori dai teatri o dalle piazze delle città più importanti è sempre più difficile incontrare nelle realtà più piccole chi ci crede ancora e investe in cultura di alto livello.
Esistono però in giro per l'Italia alcune "mosche bianche" che andremo ad incontrare e valorizzare, perchè ovunque ci siano persone appassionate disposte ad avvicinare l'opera lirica al pubblico, Liricamente c'è!
Il nostro viaggio alla scoperta di queste realtà inizia da... Quistello.

Con questo obiettivo, intervistiamo il mezzosoprano Anna Malavasi, che da alcuni anni mette a disposizione la propria professionalità, e non solo, in un piccolo borgo del Basso Mantovano: Quistello, realizzando ogni anno, in occasione della Sagra di San Bartolomeo, uno spettacolo lirico in piazza, con il sostegno dell'assessore alla cultura Giorgio Moreno Piccinini e dell'intera giunta comunale.

Partiamo subito chiedendo ad Anna di farci una breve descrizione della sua carriera.
La mia carriera è partita molto presto nel 2000-2001. Studiavo ancora al conservatorio di Pesaro sia canto sia pianoforte, perchè ho anche il diploma di pianoforte, quando ho iniziato a collaborare con il Rossini Opera Festival con il grande maestro Zedda.
Da lì è iniziata subito una carriera quasi inaspettata, perchè comunque i miei genitori non sono "del mestiere", quindi non è ben chiaro da dove derivasse questa mia passione.
Mio padre aveva dei dischi del Barbiere di Siviglia in casa e, ascoltando quelli, ho iniziato ad appassionarmi sia al pianoforte sia al canto. Mia madre dice sempre che io ho iniziato prima a cantare che a parlare bene, perchè fin da piccola cercavo di imitare le voci che sentivo sui dischi o sulle audiocassette.

Quando ho iniziato a lavorare, mi sembravano sogni, perchè non avrei mai pensato di poter espletare questa professione tanti anni a fianco di grandi maestri come il maestro Muti, sua moglie o essere protagonista in Arena in tanti titoli e tante recite.
Quello era proprio un mio sogno ed è diventato realtà.

Nel 1997 ci fu la fulgorazione: andai in Arena a vedere una Tosca con la Dessì e tra me e me dissi: "Voglio fare questo lavoro".
Studiavo già pianoforte da tanti anni, perchè ho iniziato in terza elmentare, e da quell'esperienza è iniziato un percorso di vita che ha dato tante soddisfazioni a me, e ai miei genitori che hanno investito davvero tanto su di me, perchè all'inizio non si sa quale sarà l'avvenire per chi studia musica.

Le conquiste più belle sono state il poter cantare in grandi teatri come l'Opera di Roma, la Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo, il San Carlo di Napoli, girare il mondo: andare in Giappone, in America, avere la fortuna di lavorare con grandi maestri come Zubin Mehta, come il maestro Muti e anche con registi come Zeffirelli. Tra i ricordi preferiti, c'è' la bella esperienza ne La Traviata con Valentino all'Opera di Roma con i suoi costumi splendidi.
Ho avuto tante occasioni di vedere tanti teatri, tanto pubblico e tutto ciò mi ha davvero rempieto il cuore.

E poi... andando in giro per il mondo, sei capitata anche a Quistello!
Quistello è il paese di origine di tutti i miei familiari. La mia famiglia si era trasferita poi a Rimini per ragioni di lavoro, ma io ho sempre sentito questa terra mantovana come "mia".
Quando cantavo in Arena a Verona venivo sempre qui a trovare i nonni, ed ora che non ci sono più ho acquistato la loro casa perchè sento questo luogo proprio "mio".
Qualche anno fa, in occasione di un concerto che feci con il maestro Muti a Mirandola, ebbi la fortuna di incontrare Giorgio Moreno Piccinini, l'attuale assessore alla cultura del Comune di Quistello, che mi propose all'inizio un concerto, poi mi diedero la cittadinanza onoraria che io ho cercato di ricambiare attraverso "regali culturali", portando la lirica a Quistello, proponendo gli artisti che lavorano con me nei grandi teatri (sia cantanti sia orchestrali), di un livello professionale molto alto.
Abbiamo creato insieme questo festival estivo all'aperto a cui si aggiungono anche appuntamenti concertistici durante l'anno in altre location del paese.
Dell'opera in piazza curo tutti gli aspetti: scelta dei cantanti, regia, scenografia, ma confesso che senza il supporto di Moreno, non potrei far nulla, perchè ha competenze e conoscenze del luogo senza le quali non si potrebbe realizzare il tutto.

Ed ecco che l'abbiamo introdotto, quindi ora parliamo con l'Assessore alla Cultura del Comune di Quistello, il prof. Giorgio Moreno Piccinini che crede profondamente in questo progetto e ha suggerito all'amministrazione comunale di investire in questa forma di cultura.
Moreno, come fa un piccolo Comune a scegliere di investire nella lirica, che ormai non è più "di moda"?

Per quanto riguarda il "credere" in questa forma di cultura, sono anni che io ci credo.
Quando insegnavo, sia al liceo di Ostiglia sia al liceo di Mantova avevo creato due progetti che prevedevano l'accompagnamento dei ragazzi almeno una volta al mese a teatro ad assistere ad un'opera a Mantova o nelle città vicine, ma anche alla Fenice di Venezia o alla Scala di Milano, ed è stato un successo perchè molti giovani si sono avvicinati a questa forma di cultura.

Per quanto riguarda il Comune di Quistello, io sono diventato assessore alla cultura nel 2016 e a partire dall'anno successivo ho proposto alla giunta di inaugurare la nostra fiera di fine agosto, dedicata a San Bartolomeo, con una scelta di brani d'opera.

E' stato un rischio, un azzardo, ma la giunta mi ha sempre sostenuto, in particolare il nostro sindaco Luca Malavasi.
Hanno creduto in questo progetto e abbiamo fatto un tentativo, approfittando della presenza di Anna Malavasi, che ci ha proposto una selezione dall'opera "mantovana per eccellenza: Rigoletto".
E' stato un grande successo.

L'esito estremamente positivo dello spettacolo ci ha fatto capire che l'opera lirica vive ancora, non solo a Quistello, perchè abbiamo avuto 500-600 spettatori anche dai paesei vicini.
Anche se non è molto di moda, anche se i giovani fanno fatica ad avvicinarsi perchè non hanno avuto la fortuna di essere preparati o instradati dalla famiglia in questo percorso culturale, c'è ancora questo attaccamento al melodramma e io sono convinto che "vive nel nostro DNA di italiani".

Quali sono gli obiettivi che vi siete posti nel proporre l'opera in piazza?
L'obiettivo è dare un colpo di acceleratore da un punto di vista culturale alla fiera, perchè, a nostro avviso, la sagra non sono solo giostre e fuochi d'artificio, ma dev'essere anche un momento di "innalzamento culturale".
E' stato un evento istituzionalizzato per creare unità, infatti, all'inizio dello spettacolo cantiamo tutti insieme l'Inno d'Italia.

E' poi chiaro l'obiettivo di allargare il pubblico e far conoscere l'opera lirica, le nostre "gemme più preziose", seppur in una forma ridotta, con spettacoli lirici adeguati, a spettatori che devono crescere.
Sono spettacoli "opera pocket", con una selezione di brani curati da Anna Malavasi, che danno un input e spingono molte persone ad avvicinarsi a questa miniera di cultura che è il mondo della lirica.

Per te Anna, quali sono i tuoi obiettivi in questo progetto?
L'obiettivo è poter perpetuare questa tradizione nei prossimi anni.
Sarebbe un sogno avere la certezza di poter realizzare uno spettacolo ogni estate, perchè vedo che c'è una risposta anche nei paesi dei dintorni.
Ciò significa che le persone si sono affezionate a questo appuntamento.
Può essere "fuori moda" l'opera, ma come tutto ciò che ha un grande valore artistico penso che non sia abbia una "scadenza" come invece hanno altri generi.
E' necessario, però, avere l'intelligenza di creare spettacoli che siano adatti al pubblico, con una vena un po' più moderna, seppur legata alla tradizione.

C'è un aspetto importante in questa scelta dell'opera in piazza nel piccolo comune di periferia: siete voi artisti che venite incontro al pubblico, e non vicevarsa, cioè il pubblico che vi viene a cercare nei teatri!

Mi incuriosice poi un'altra sfumatura che vorrei approfondire con te Anna: in veste di cantante, tu generalmente vieni guidata, indirizzata dai grandi maestri con i quali lavori (direttori d'orchestra e registi). In questo contesto, invece, sei tu che devi guidare tutti gli altri, tutti dipendono dalle tue scelte. E' una grande responsabilità, quanto ti sta facendo crescere?
E' folle doversi occupare di tutto: regia, scenografia, scelte dei costumi, artisti, come porre la messa in scena, quali brani selezionare e come costruire lo spettacolo (opera pocket) affinchè si armonizzi tutto e naturalmente anche cantare!
E' molto impegnativo, ma mi dà una grandissima soddisfazione personale perchè si scatena una fantasia che prende nutrimento da tutto ciò che mi è stato insegnato in oltre vent'anni di carriera.
Ho portato qui i titoli che ho cantato moltissimo: Rigoletto, Madama Butterfly, Carmen. Avendo fatto moltissimi spettacoli con varie regie della stessa opera, posso comprendere le idee che mi sono piaciute di più proposte dai registi e cerco di ripresentarle con i mezzi a disposizione e rielaborandole con una fantasia che mi si scatena in testa a livello esponenziale.
Questo mi dà una grande forza. Mi ha aiutato moltissimo anche in questo periodo di lock down, perchè quando il sindaco mi ha detto c'era "forse la possibilità di fare Carmen", durante la chiusura ho elaborato tutte le idee che sono sfociate nello spettacolo che abbiamo realizzato e di cui sono davvero super soddisfatta!

Siccome siamo nella bassa mantovana, non possiamo non parlare di cibo e di buona cucina, quindi vogliamo chiedervi una ricetta!
Anna, qual è la ricetta per un buon spettacolo che abbia successo in un contesto diverso dal "teatro di tradizione", ma davanti ad un pubblico da coinvolgere e da indirizzare.

La prima cosa a cui penso è non stancare il pubblico che verrà, affinchè non si penta di essere venuto.
Cerco sempre di capire come dare un po' di "pepe" allo spettacolo.

Ho aggiunto il balletto nell'opera per dare più brio alle messa in scena. Abbiamo aggiunto anche il Coro di Ostiglia, guidato dal maestro Claudio Sani.
Nella selezione dei brani cerco di estrarre il meglio dell'opera per non tediare le persone. Il pubblico deve capire bene la trama, pur senza conoscerla bene, attraverso la selezione proposta.
Cerco di portare bravi cantanti anche da un punto di vista attoriale perchè le persone devono emozionarsi.
L'obiettivo è proprio EMOZIONARE.
Io faccio tutto questo con il cuore, senza secondi fini, per far divertire le persone che vengono, cercando di arricchirle anche dal punto di vista culturale.

Dopo la "ricetta artistica", vogliamo conoscere anche la "ricetta burocratica" per poter portare l'opera in un paese.
Moreno quali sono gli ingredienti istituzionali e di socialità indispensabili?

Come ha già accennato Anna, è fondamentale la collaborazione con le varie realtà.
Alla realizzazione dell'opera collaborano davvero tante persone: il nostro amico Denis del ristorante "All'Angelo" che ospita musicisti e cantanti in modo  straordinario, la collaborazione con la scuola di danza, con il coro di Ostiglia, la Cantina di Quistello che organizza il brindisi di benvenuto, la scuola di musica dell'Oltrepò mantovano che ci aiuta ad espletare gli aspetti burocratici, la nostra artista Caterina Borghi, tutti gli sponsor che ci aiutano a concretizzare questo progetto.
Serve poi la "disponibilità" di molte persone a lavorare concretamente.
Serve la "pazienza" per cercare di parlare ed ascoltare tutti e cercare di coinvolgerli nel progetto.
Proprio con l'obiettivo di coinvolgere, in tutti e quattro gli anni ho sempre tenuto un incontro, in una sera prima della messa in scena, per far conoscere l'opera e consentire al pubblico di avvicinarsi per favorire la conoscenza.

E' solo attraverso la conoscenza che si può imparare ad apprezzare.

Poi naturalmente è fondamentale l'appoggio del Sindaco e della Giunta!

Se posso concludere, serve poi la vostra straordinaria capacità di "mettervi all'opera" :-)!
L'augurio è che continuiate per tanti anni.
Complimenti a tutti!

 
 
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